Jodpur 9 Agosto Nel city Palace solo la Sala dei pavoni era incantevole: dopo l'uscita, quindi solo l'incontro con Satish, mentre ancora una volta compivo la pradakshina del Jagdih Temple , mi avrebbe risarcito di essermi accomiatato solo in un cenno dai due magnifici ragazzi francesi di cui fra le sue sale avevo suscitato l'interesse. Satish vive a Londra, dove studia da ingegnere, ed è per li suoi natali un indoariano esemplare: suo padre essendo indiano, nativo di Bombay, sua madre di origini tedesche. In Udaipur era di ritorno sulle orme di un viaggio precedente della sua infanzia- Che fosse in India per relazioni non solo turistiche con la sua realtà, l'ho compreso quando si è raccolto in preghiera di fronte ad una delle immagini devozionali del tempio, e per il fatto che mi ha lasciato intendere che ne sapeva assai più di me degli avatar di Vishnu, allorchè gli ho mostrato l'immagine di Surya con una testa umana recisa. Era induista di fede? Half and half, metà induista, metà cristiano. Era dunque indo-inglese? No, mi ha negato recisamente, si considerava esclusivamente britannico. Parecchio, dell' India, deve infastidirlo, se ha scartato finanche l'ipotesi che potessimo ricorrere a un risciò-wallah, per recarci al sunset point dove non era stato la volta precedente, con i suoi genitori, e che non figurava nemmeno, nella guida della Lonely planet del 1987 a cui si affidava ancora. Pure in una sera in cui le nubi oscuravano il tramonto, la vista accanto a Satish del City Palace, nella sua fastosità principesca, delle isole J* e * che si accendevano di lui nello specchio lacustre, che per le piogge era tracimato tra i dolci declivi in cui svaniva il suo sinuoo profilo mi era di conforto per quanto poco mi avrebbe riservato altrimenti Udapur, insieme con il debito di gratitudine che mi era doveroso vero il suo marajah Jagat Singh, per avere salvaguardato ShahJahan dalle persecuzioni di Jahangir, ed avere sostenuto il committente e l'artefice di cosi tanta bellezza nella sua ribellione al padre vittoriosa. Mentre ben altro in Chittorgar avrei rinvenuto e perduto il giorno seguente. Dell'accaduto così ne ho scritto a Claudio il Mago qui a Jodpur:
Jodpur Mago carissimo, forte ancora come un leone ti scrivo da Jodpur, un altro dei centro turistici e artistici del Rajisthan dal cui intrico e intrigo cerco una via d' uscita verso la valle del Gange. La contrarietà e l'astiosità verso me stesso, per essermi addentrato e lasciato risucchiare da ciò che presagivo fossero spesso solo degli abbagli turistici oculatamente promossi, mentre avrei voluto già essere altrove, già nella valle del Gange o nelle contrade dell' Himalaya, che per essermi trattenuto per troppo tempo e così a lungo in questi siti non potrò più raggiungere, sapendo inoltre che nell'India turistica avrei incontrato il trattamento che mi è stato riservato, mi ha esposto a non avere il dovuto riguardo e rispetto per me stesso, e a quanto mi è successo: di ritrovarmi senza più il portafoglio e due carte di credito che sconsideratamente vi tenevo dentro , alla discesa della torre di Chattorghar. Non è servito a niente, che a dispetto del male che patisco ai legamenti crociat,i abbia risalito e ridisceso sei volte la torre, frugando prima con le mani ogni superficie possibile al suo interno, poi con lo scopino e quindi con la luce elettrica. Ma anche questo è viaggio ed esperienza Ho così imparato come recuperare attraverso internet i numeri telefonici utili, in tali evenienze, e come sporgere regolare denuncia alla polizia locale, grazie alla disponibilità pazientissima di un conducente di riscio e di un giovane che mi ha finanche abbracciato nel congedarmi da lui. Ora tutte le mie carte di credito sono bloccate e inutilizzabili, cosi come le precedenti memory card della mia nuova fotocamera, a seguito della disavventura di cui già ti ho detto. Dispongo comunque di valuta contante a sufficienza e del passaporto, che stava in una busta affiancata al portafoglio scomparso, ...e posso ancora seguitare il mio tour. A dire il vero non so quanto io sia finora realmente entrato in India e vi stia effettivamente viaggiando. Di cose bellissime ne ho viste anche nel Rajisthan: i templi jiainisti di Abu Mont, la fortezza al suo esterno di Jodpur, ed altro, ma la sua realta umana e religiosa non mi sta emozionando, non mi è entrata nel cuore e nei sensi, forse perchè mi sono fatto fin troppo urticare dai tanti ricatti compassionevoli, e irriguardosi, messi in atto nei confronti del solo straniero. ( L'India è davvero un paese di poverissimi, abitato da un quarto di tutti i miserabili del pianeta, ma non e affatto un Paese povero! ) o forse perchè, nella più benigna ipotesi, ho assimilato, irrobustendomi, l' effettiva indifferenza sovrana, della sua pietà religiosa, verso ogni forma di vita e di dolore. Sperando che qualche mia foto ulteriore ti possa piacere Odorico
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