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Belur, 7 agosto 2008 Nell'hotel di lusso di Hassan stamane stavo subendo uno strozzinaggio, cui ero consenziente, pur di assicurarmi la valuta in rupie che tranquillizzasse il mio viaggio fino ad Hampi, nell'entroterra del Karnataka, quando nella hall mi sono messo a leggere le pagine dell'Indu ch'era a disposizione dei clienti..Il quotidiano recava le notizie dei danni e delle tragedie causate dalla pioggia che ieri cadeva insistente su ogni mia pradakshina intorno al tempio di Halebid: L'acqua di un bacino è tracimata nel circondario di Hassan, la coltura dei girasoli rischia di andare perduta per la nuvolosità piovosa, incessante, che sottrae alle piante la vista vitale del sole, due bambini sono morti sotto le mura domestiche che la pioggia ha fatto franare, un uomo si è tolto la vita perché sotto il crollo delle mura della sua casa , sempre a causa di una frana alluvionale, ha perduto la moglie ed i due figli. Oltre la schiarita che volgeva al sereno durante il tragitto da Hassan a Belur,oggi pomeriggio in Belur piovigginava di nuovo lungo la strada antistante il ristorante dove ho sorbito degli altri caffè, sul cammino del mio viaggio che devo riprendere con forza e coraggio, avendo fede nella Realtà che si manifesta nel tremendo, mentre oltre le nuvole che si riaddensano e si schiariscono e tornano a cumularsi in nembi di pioggia, nel Sud dell'India e della mia mente, splende perenne la luce del sole: il tremendo che nel tempio uno e bino di Halebid , così splendido nell'ampliarsi in portici e nel dilungarsi nelle navate di raccordo della sua solennità interna, esprimevano le macabre figurazioni terrificanti di Narashima, Shiva Bahirava, Chamunda, Durga, tra gli scheletri musicanti sui corpi mozzati di cui i cani si contendevano le teste mozzate, o ancora palpitanti e viventi mentre le divinità incarnate ne estraevano le interiora, contornate di surandari e danzatori celestiali , entro la leggiadria delle logge traforate antistanti, che le comprendevano nel profilo stellare delle proiezioni processionali dei volti dell'unica identica realtà che l'energia divina vivifica e divora, dell'unica e identica realtà identicamente da accettare.
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