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 16 luglio 2007, in Kumbakonam.

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Disteso a me accanto nella stanza d'albergo in Kumbakonam, K. mi viene chiedendo chiede che cosa sto scrivendo.

Gli rispondo che mi accingo a  scrivere che il viaggio che stiamo vivendo, questo stesso viaggio di cui non ho ancora scritto niente, è il viaggio più importante della mia vita, come lui già sa.

Gli aggiungo che debbo confidare in ciò che è ancora salvo in me, e ancora saldo, la mia amicizia e il mio amore per lui, per salvare il mio viaggio e salvare con esso la mia vita, la nostra esistenza.

Tornassi dall'India mentalmente distrutto dalla depressione, - che mi ha sconvolto in Pondicherry, di cui ho avvertito le prime avvisaglie in Mamallapuram, in Kancipuram, quando il perfezionismo dei miei progetti è stato sgretolato dalle circostanze esterne e dai miei limiti interiori, culturali ed umani, che mi hanno impedito di visitare e vedere ogni reperto come e quanto  volevo, (come sono insorte difficoltà impreviste, contrattempi, impedimenti  e ridimensionamenti inevitabili alla attuazione delle finalità smisurate che mi riproponevo, ),-quale forza interiore potrei applicare al lavoro e alla quotidianità della mia vita occidentale, al rientro in Italia?

E se l'India e la sua spiritualità in cui ho risposto il  senso finale della mia esistenza, si risolvessero in niente? In  Saint Mary Curch, sulle presunte spoglie in  Chennai dell'Apostolo Tommaso, in Santa Maria degli Angeli di Pondicherry, nel mio amico avvertivo una fede hindu superiore alla mia di cristiano,chennaiP7050222.jpg (373125 byte) 

chennaiP7050223.jpg (391800 byte)una devozione alle immagini di cultochennaiP7050226.jpg (308538 byte) che  trascendeva le parole in cui ripetevo invano lo sciogliersi del dubbio nel santo apostolo: " Mio Dio, mio Signore".webP7050231.jpg (274441 byte) Le stesse parole che ho ripetuto di fronte ad ogni immagine di culto hindu,  ad ogni icona di Parvati o linga di Shiva,  ad ogni  statua di Ganesha, di Vishnu, di Laksmi,nei templi di Kancipuram, Cidambaram, Kumbakonam, di Darshuram o di Gangaicondacholapuram.

 A Kallu, parimenti, ho tramutato la divinità di Cristo nella sua fede in Ishvara, il Signore che è ogni Dio della sua devozione, come ora mi spiega distogliendosi dai programmi televisivi in tamil, di cui può intendere solo la musica. 

 

 

 

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