25 luglio 2007 Finis Indiae nel frangersi a riva del respiro del mare contro gli scogli , nel continuo insorgere dei flutti che si inarcano in creste, s' avventano alla roccia, rifluiscono schiumanti dalle sabbie in sciabordii e risacche, nel perdersi della loro scia nell'infinità oceanica che ripercorrono le brezze, in Shiva Nataraja che danza nelle onde dei tre mari "
Neanche in Kanyakumari, di fronte all' immensità delle acque del Golfo del Bengala che si mescolano all' Oceano Indiano, riesco a ritrovare le parole della scrittura. Prevale e si protrae il silenzio, su quanto insieme con K. ho visto e vissuto in Tanjavore, in Trichy, in Madurai, Ramashwaram, e non riesco che a proclamare l'immensità del mistero di Shiva, secondo lo splendore dell' ascesa al cielo del suo tempio in Tanjavore . Più mi sono inoltrato in questo passaggio per l'India. più mi sono assimilato alla consapevolezza della spiritualità indiana, più si è rarefatta insieme con la sofferenza la mia stessa felicità, che ha acquisito la naturalità sensoriale dell'acqua fresca, o la sua chiarezza tersa . E con la intensità della sofferenza e del piacere, è venuta meno l'emozionalità stessa che origina la mia scrittura.
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