Cesme, 30 Agosto 2002
Stento ancora ad intendere che cos'e accaduto e che si è rivelato durante il nostro reincontro.
Ho faticato anche a riconoscerlo fisicamente, Mohammad, quando è sopraggiunto alle mie spalle nello stesso caffè, presso la Cittadella, dove due anni prima avevamo parlato interminabilmente/ ci eravamo parlati tanto.
Nella sua fresca camicia, dai vivaci colori, mi è riapparso in un ragazzo i cui lineamenti erano stati induriti, nell'articolarsi della bocca, dalla virilità che lo maturava in un uomo, mentre gli occhi e lo sguardo preservavano la luminosità vaga della sua bellezza più indefinita giovanile.
Nel taglio sfumato dei capelli, nella flessuosità e nell'ancheggiare del passo, nel profumo del corpo e della pelle all' atto di baciarci, ritrovavo il Mohammad integralista, ardente e puro, in un giovinetto estremamente attento all' esteriorità del corpo e del proprio apparire.
Al telefono, quando finalmente avevo potuto sentirlo, tramite il secondo dei suoi fratelli, in Aleppo, che l'aveva raggiunto telefonicamente, fuori di casa, nella bottega artigiana dove lavora d'estate, mi aveva sorpreso per la sua voce che mi parlava in italiano, per l'allegria canterina che vi sprizzava.
"Hello a-mi-co mio, come stai?"
E dove mi stava portando/ recando per i suk, in direzione di Bab-el-Antakya anziché verso souk al Hiball, con il suo piglio di una vivacità così esteriormente animata? E che cosa lo sollecitava a complimentarmi per il mio aspetto ringiovanito, nonostante gli anni intercorsi?
Ricordava ancora il mio differente taglio di capelli, che allora erano particolarmente corti...
Mi diceva intanto, che terminati gli studi superiori, si era iscritto a Biologia. Era nella bottega di suo cugino, che mi stava recando, che è l'artigiano del quale egli è diventato un collaboratore intimo, insieme ad un altro giovane che è rimasto in disparte.
Il cugino, corpulento e ruvido, mi ha detto che egli è stato spesso a Palermo per esportarvi tappeti ed altri manufatti, era per questo che sapeva quel poco di italiano che gli consentiva di mediare tra me e Mohammad.
Presso il cugino egli aveva imparato a lavorare l'argento, nella realizzazione di collane di cui mi mostrava vari esemplari, in arcaici stilemi bizantini, armeni, altre con istoriati i caratteri cuneiformi dell' alfabeto di Ugarit.
Prima ancora, Mohammad mi aveva mostrato alcuni foulards stampati con motivi orientali.
Non volevo acquistarne almeno uno, in ricordo di Aleppo?
" Wery silk, wery silk, amico mio..". Non mi interessavano allora le collane?
No, così come era vero che per parte sua mi contrariava, se ancora egli insisteva, quella frammistione di quel che è amichevole con ciò che è commerciale.
" Io sono ora qui con un protagonista di un mio racconto,..." ho sorriso alludendo a Mohammad, anche per distoglierlo da tale sua insistenza a farmi suo acquirente.
Ma era un diversivo vano.
Gli ho proposto allora un bel gioco: perché, piuttosto , non procedevamo per il momento a decretare per esclusione quale fosse la più bella delle collane?
Ha prevalso, nel mio giudizio, quella con più " granulazione".
Era d' accordo anche lui?
Certo, e riprendeva a insistere perché facessi almeno un acquisto, sulla note delle canzoni più belle del primo repertorio di Fabrizio de Andrè, che su un'audiocassetta si diffondevano per le vie del suk. Il cugino ne era appassionato.
Così ho dovuto spiegarmi
" Per venire fin qui in Siria, mio caro, ho anche gettato in faccia il denaro a chi ha profittato di me.Ora non voglio che sia l'oggetto dei nostri discorsi e dei nostri rapporti."
Il cugino è parso averlo capito più di Mohammad, per quanto lo supponessi l'ispiratore della sua condotta.
Ma collane e seta sono state riposte per fare seguito alle più indiscrete domande del cugino:
" Ero io sposato in Italia? Avevo dei figli? Ero forse omosessuale?"
Forse che io avevo rivolto a loro domande del genere? Avrebbero forse rivolto simili domande al primo siriano che fosse a loro occorso per strada od in negozio?
Il cugino si ritraeva solo per opportunità momentanea dalla sua indiscrezione eccessiva, additandomi il loro comune compagno di lavoro:
" Vedi lui e " frocio", un "ricchione"- così, in "italiano"-, e lo fa sapere. Non è normale anche per te che lui sia così?"
Il giovane si è fatto avanti ed ha confermato.
Era vero, era così.
" Sono legali adesso i rapporti omosessuali in Siria", di nuovo il cugino.
Certo, certo, ma proprio perché era normale che l'altro fosse così, egli non doveva usare quelle parole.
" Sono offensive, mancano di rispetto".
E per quella sera non desideravo la compagnia sessuale d'una donna, d'un amico?
Gli ho sorriso liquidatorio:
" Non sento il bisogno assoluto di rapporti sessuali,. Posso farne a meno. I don't need..."
Com'era cresciuto il fiore di Mohammad in tale serra? Non ne era un influsso evidente, la sua ostinazione perdurante, ammiccante, a che acquistassi almeno un fazzoletto?
" Vera seta. Seta vera.".
Ma io non ero un uomo d'affari, e anche se era un affare l'acquisto, se si trattava di un prezzo amichevole per una persona amichevole, non c'era niente che da lui volessi in acquisto.
Altro, o altrimenti, volevo da lui.
Era l'ora sul tardi di chiudere il negozio, vanificatosi in me anche l'ultimo possibile acquirente di quel giorno .
Ci separavamo, per avviarci per strada, io e Mohammad insieme a un suo amico, un altro bel ragazzo, con il quale usava dei modi di una grazia incantevole. Lo congedava, e seguitava mo noi due, senza sapere io ancora verso dove.
Conoscevo Leonard Cohen? Certo, e se non poteva disporre in Siria delle sue incisioni, avrei potuto inviargliene una copia al mio rientro.
La mia disponibilità lo rallegrava particolarmente.
E mi piaceva fumare il narghilè? Si, ma quando già credevo che volesse avviarmi verso una casa del the, per fumare insieme, mi orientava verso un negozi ancora aperto dove dei narghilè erano in vendita...
Ero sconcertato e sconfortato.
MI ha chiesto i miei anni, infastidendosi quando ho fatto resistenza a denunciarli tutti, benché non li mostri affatto all' aspetto-
Supponevo, nel dirglieli, che fossero troppi per la sua sensibilità, che fossero quelli di un vecchio per i suoi giovani anni.
Ero sconcertato e sconfortato.
Lo sarei stato ancora di più, quando Mohammad mi ha detto che mi stava riconducendo verso l'hotel.
"Come, già ora?".
Doveva rientrare da sua madre e dalle donne che ne erano ospiti.
Ed io, perché ero ritornato in Siria solo per un giorno? L'indomani avrebbe potuto portarmi a casa sua, mostrarmela, farmi conoscere ai suoi.
Non ho potuto tacergli che per qualcosa di più che la fascinazione, per quanto di più profondo e di bello ho ritrovato in lui, per essere suo amico in questa e nell' altra vita, avevo fatto di tutto per trovare il tempo di quel solo giorno in Siria nel mio itinerario, non gli ho taciuto quanto, per consentirmelo, avessi sofferto nel lasciare la famiglia iraniana di Farhang, un altro ragazzo come lui bisognoso di me.
E più ancora non ho potuto tacergli, ed ho dovuto dirgli, quanto l'avessi trovato mutato
" L'altra volta mi hai parlato di fede, di politica. Di ciò che vi è al mondo di più importante - Ora invece mi chiede solo se voglio acquistare questo o quello.
Mohammad si è arrestato come sotto un colpo di sferza
"Io sono un credente da allora "
- Il suo volto si è stupefatto.
No, non era cambiato. In niente.
" Solo che voi fate fatica a capire se vi parlo in inglese. E ho molte cose, troppe da dire.
Voi siete " a good man", ed io conto su di voi per visitare l'Italia, per un invito. Ho parlato con altri italiani e mi hanno detto che è veramente bella la vostra città. Che cosa posso vedervi? Chiese? Palazzi?
Quando verrò in Italia per imparare l'italiano in un Istituto, verrò a casa vostra , a trovarvi e a stare insieme.
La sera era densa come il traffico intorno.
Ma Mohammad era teso altrove, a ciò che voleva riaffermarmi del suo pensiero.
" Ed ora che cosa pensate del Corano, di noi muslims?
" Il Corano è anche il mio libro, è parte di me e della mia cultura. Leggendolo ho inteso che non devo oppormi alla voce di Dio che è dentro di me" HO capito che è più vicino a me, nearee than.." e cosi dicendo mi sono toccato la vena giugulare, alludendo alla sura che ben sapeva.
Ma nel Corano vi è anche la jihad. E anche Osama ben Laden è un vero islamico-
Queste mie ultime parole hanno ancor più avvivato la sua tensione interiore, la sua determinazione a chiarirmi come e quanto fosse rimasto inalterato in tal senso.
Era intoccabile la jihad, a tutela e difesa del mondo islamico.
Egli non la pensava come Osama bin Laden, ma come non vedere la guerra in atto scatenata dall' America e da Israele contro la nazione islamica, il loro terrorismo.
E il suo volto si faceva splendido della foga plastica del suo atto di accusa, della esemplificazione di tutti i possibili casi di sterminio delle genti islamiche imputabili al nemico di sempre, la Palestina occupata militarmente e martoriata in Jenin, l' Iraq di Saddam sotto minaccia d'attacco e mortificato dall' embargo, il Kashmir, alla Cecenia, dove è negata alle genti islamiche l'autodeterminazione concessa a chi è di fede cristiana, il Venezuela ove a chi è amico della grande nazione islamica è precluso di governare democraticamente.
A dimostrazione di un'unica Matrix che governa il mondo , di cui anche al Qaeda è una variabile dipendente.
Non conoscevo forse gli scritti di Thierry Meyssan, e quel che insinuavano sul Pentagate?
Per quanto non credessi e non creda in alcuna congiura eterna contro le genti di Sion o dell' Islam, che le abiliti all' omicidio mirato o al farsi esplodere quali sahid per sterminare il nemico civile, in attesa di dire la mia sono rimasto ad ascoltare estasiato Mohammad ritrovato, finché con il suo discorso si è conclusa anche l'ultima proroga che mi aveva elargito.
M restava da replicargli solo in lettera, al mio ritorno.
Almeno una sua foto, per il mio website?
No, per strada, di sera, in mezzo al traffico.
" Remember, i want to be your friend in his and in the other life".
Ha annuito e non l'ho più visto.
Che pena, ora che già così tanta terra e mare ci divide, che la sua amata immagine che mi ha vietato di riprendere, sia solo un fantasma della mia mente addolorata.
a L' incontro con Mohammad S in
2000, Viaggio in Siria, In Libano, nella Giordania del Nord