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Da Urumqi, verso dove?

 
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In treno, nel Ganshu

"E  da Turfan, verso dove? Retrocedere lungo la via della seta, lungo entrambe le diramazioni  che eludono il Taklamakan, verso Korla, Kuche , a Nord , Cotan e la favolosa Lop di Marco Polo, più a Sud, per raggiungere Kashgar e avviarmi verso il Pakistan, o piuttosto sospingersi più oltre? Fino a Dunhuang, nel Ganshu,  e agli affreschi buddisti delle grotte di Mogao, inoltrandomi nel corridoio di Hexi anche a Jiayuguan, per vedere, all' altezza del forte del passo di Jiayu, almeno un tratto della Grande  muraglia, quello più meridionale , per poi rientrare, quanto prima nello Xinjiang,  tralasciando il ramo meridionale della Via della seta,? O già che ci sono oramai quasi addentro,  nella vera Cina, avventurarmi anche più oltre, fino al termine della via della Seta, nell' antica Changan, l'odierna Xian, e vedervi l'armata risorta degli imperdibili guerrieri di terracotta? potrei così ultimare anche la  missione spirituale della ricerca delle superstiti tracce dello stanziarsi dei nestoriani in Cina, e anzichè  l'olio santo della lampada di Gerusalemme presso il gran Khan,  giungere in Oriente, alla attestazione  più illustre della diffusione del nestorianesimo dentro la Cina,  e ricondurne in Occidente la mia testimonianza, ossia  dopo che in Tashkent ho ritrovato più di una croce nestoriana  incisa sulla pietra, l'immagine della stele di Daqin,  del 781 d. C., che nel Museo della Foresta di stele di Xian,  celebra la concessione della fondazione di una chiesa nestoriana

Sempre che poi, in Xian,  sappia resistere alla tentazione più grande, quella di giungere fino a Pechino, alla città proibita..."

E dunque fosse, almeno per Dunhuang, quale via di mezzo tra le estreme  possibilità alterne , il ripiegamento nello Xinjiang, l'azzardo di Pechino..

Con tale intima decisione, oltre lo Xinjiang turista per caso nella Cina ulteriore,  lasciavo Turfan per la stazione ferroviaria di Daheyan, in compagnia di François, il giovane canadese, dal volto bellissimo, invigorito nella sua luminosa freschezza dalla folta barba,  ch'era sulla via di ritorno nel Quebec, dopo sei mesi di permanenza in Cina.

La Cina? Non solo nello Xinjiang, a suo dire, mi si sarebbe clamorosamente rivelata  l'emergenza  impressionante delle minoranze, oltre cinquanta in tutta la Cina. La modernizzazione procede ai ritmi attuali anche per assimilarle. L'identica città, ogni città della nuova Cina." Partout, le meme carrelage...". 

Le diseguaglianze sono divenute ancora più  abissali con lo sviluppo recente. Già la Cina tradizionale in se è profondamente gerarchica. Quando si parla si fa attenzione al tuo rango, nel concedersi come interlocutori.

Ciò contrasta con la vita sociale diffusa, ove non c'è riguardo per l'intimità, la  promiscuità e il contatto fisico,  tra estranei,  prevalgono sull' osservanza  della distanza.

Avevo modo di osservarlo anch'io, nelle toilettes

"On se couche, mais on ne se chache pas..." ,gli ho confermato

E i cInesi diffidano profondamente gli uni degli altri...

Ho addotto a questo  le complicazioni, a dispetto della pragmaticità imperante, che avevo riscontrato nella vita d'albergo, di cui avevo acquisito la consapevolezza, e cui m'ero adattato con  così ricorrenti contrattempi e  malintesi imbarazzanti :  la necessità di versare una cauzione anche se si paga in anticipo, la chiave rimessa alla custode delle stanze, per ogni piano,  il conteggio esasperante della valuta alla reception.

Alla stessa stazione di Daheyan, mi sarei reso conto, di li a poco, di quanto ancora m restasse da capire del funzionamento poco pratico della pragmaticità cinese: No reservation? non avevo prenotato? Non c'era nemmeno la possibilità, in tal caso, di mettere piede in sala d'attesa.

Neanche, François, poteva farci niente nel suo darsi da fare.

 

Si dileguava, mentr'io avrei voluto raggiungerlo ancora per averne l'indirizzo, un Canada.

Lo  rivedrò, in una vita eterna?

Nelle mie vicissitudini su questa terra dovevo intanto ripiegare e rimeditare,  quanto prima occorreva che fossi di rientro a Turfan,  di ritorno quella stessa serata a Urumqi,  che forse offriva maggiori possibilità di raggiungere in autobus Dunhuang,   meglio ritentare con il treno, -mi era fortemente sconsigliato, l'autobus, in quei deserti  lento e spossante 

E in Urumqi il grande calore, oltre i 45 gradi , dei giorni canicolari precedenti, si arrovesciava in una pioggia a dirotto, sui miei bagagli fradici all' istante, all' arrivo, con i quali trovavo riparo nel taxi che mi affrettavo a fermare nel traffico  caotico,  verso dove?

Verso Xian, avrebbe deciso l'insieme delle congiunture che Ne costituiscono il Caso, il Suo volto fortuito nel cui disegno mi sono arrischiato.....

...Come è infinitamente bella, avrei scoperto, nelle sue luminarie notturne una città cinese sotto la pioggia,. Sospeso in Urumqi come tra i petali di un  crisantemo sfavillante di un lavacro, illuminato dalla Parola Sapienziale, ho saputo resistere, senza cedere all' affanno,  agli assalti di procacciatori e tassisti, e sui taxi rigati dalla pioggia mi sono trasferito imperterrito  da un'autostazione all' altra,  sino alla stazione ferroviaria, in cerca di un mezzo, autobus o treno, che si avviasse verso il Ganshu, in direzione di Dunhuang,- è accaduto a un certo punto, all'arrivo alla autostazione centrale, (la Nanjiao Keyunzhan), che mi sono ritrovato spossessato di ogni mia cosa che non avessi indosso ,  procacciatori e drivers si contendevano infatti il vantaggio di potermi favorire, per approfittarsene,  contendendosi sotto la pioggia scrosciante i miei bagagli, che passavano di mano in mano in quello spiazzo, spopolatosi, in cui si era già addensata la tenebra serale, ...al che mi sono affidato, tra quei disputanti, a chi  già disponeva di me, di quanto avevo, della mia sorte, al conducente del taxi che sotto la pioggia al mio arrivo nella città, mi aveva avvistato e si era fermato per farmi salire, perché innanzitutto recuperasse  ogni mio bagaglio e mi sottraesse alla calca, i e da quell' autostazione cui gli avevo chiesto di condurmi, mi riavviasse verso la stazione ferroviaria, - non c'ero che io, allo sportello, che chiudeva solo a mezzanotte, senza che più alcun treno fosse in partenza,  a lungo ho tergiversato con le giovani donne cinesi alla biglietteria, colei che rilasciava i biglietti ed una collega chi le faceva da interprete, fin che non mi sono deciso, per Xian, non equivocava, no?, il nome che le pronunciavo, aveva capito, si, certo, non occorreva che le mostrassi anche l'ideogramma che corrispondenza al nome della città  che le scandivo di nuovo, Xian, la gloriosa Chang' an del passato, non più  Dunhguang, dove  avrei fatto sosta  al ritorno, e a cui non intendevo più limitare l'inoltrarmi a oriente, una volta che come in sogno mi ritrovavo alle soglie  della Grande Cina,  superata ogni difficoltà di transito per accedervi dal Centro Asia, ogni apprensione linguistica e ogni difficoltà  insorta  addentrarmi nel Celeste Impero globalizzato , nell' andare avanti, ancora avanti, oltre lo Xinjiang, lo stesso Ganshu? Fin dove? Fin anche a Pechino?

Ma che mi stava a complicare ancora l'emissione del biglietto, l'addetta, chiedendomi da dove intendessi partire, era forse un'altra stazione di Urumqi, quel Tulufan, Tulufan, che mi ripeteva in un interrogativo? Capivo soltanto che doveva trattarsi del nome di uno dei siti possibili della mia partenza,  non  intendevo, sul momento, ch'era la trasposizione Han del nome di Turfan, dove lei poteva supporre che dovessi ancora recarmi, per riprendere il mio viaggio verso Est dalla stazione di Daheyan, cui Turfan faceva capo,  ribadivo Urumqi, Urumqi, "Wulumuci, Wulumuci", in mandarino, e l'avevo l in tasca, finalmente, il biglietto per Xian con tanto di cuccetta, sia pure economica...

Non mi restava che di trovare dove dormire, quella notte in Urumqi, chiedendo invano al conducente del taxi cui al di fuori della stazione avevo fatto segno, alla donna al suo fianco, dell'hotel presso il quale  prima ancora di partire dall' Italia mi ero assicurato la prenotazione, che mi era servita per  il visto d'ingresso in Cina, dovevo pur onorare l'impegno assunto.

Che fosse pure, allora, l'hotel Bogeda* , il Bogeda Binguan, divenuto di lusso, dove ho preso alloggio nel dormitorio.

Su quel taxi che prima o poi mi avrebbe fatto scendere al suo ingresso, un' audio cassetta faceva palpitare il melanconico canto d'amore di una voce di donna, che al riparo della pioggia, tra quelle luci tremule, rendeva dolce anche ogni triste cosa. 

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Immagini di Urumqi

 

 

Traversando il Ganshu

 

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Il fiume Giallo  
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In Xian  

Post scriptum 

Le Parole della Sapienza anche stamattina mi confortavano a  confidare nel mio destino itinerante, a rimettermi al suo decorso, anche se vi andassi incontro ad un destino di sangue. Ma ciò in cui davvero seguito a confidare, come uomo naturale, è che per quanto mi sia affidato, io non mi sia rivelato tale che Dio" mi abbia saggiato come oro nel crogiolo, e gradito come un olocausto",. Così spera, in effetti la pavida mia refrattarietà  a qualsiasi santità., la mia mediocrità in ciò di se stessa pienamente appagata. Ma se è un suo principio assai sincero il desiderio di istruire,  e se la cura dell' istruzione è amore. con amore, nell' osservanza della Sue leggi, prego  piuttosto di avere la vita salva , nel transito delle gole del sangue,  della terra di decapitazione, per ricongiungermi con il mio carissimo Farhang in Iran, con il mio beneamato Ivan, in Italia.

 

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