Ho lasciato Farhang ieri pomeriggio, troppo tardi per
potermi imbarcare da Cesme Venerdì prossimo, ma quand'era ancora troppo presto per
l'imbarco di Lunedi .
Durante i pochi giorni che siamo stati insieme, Farhang ha seguitato a chiedermi di
pregare per il buon esito del suo esame di Scienze Politiche, che può
aprirgli molte porte.
Anche se la sua porta d'oro resta la pittura, gli ho
soggiunto, e lui ha annuito.
Era così in ansia che avrebbe voluto che gli restassi accanto finché
non avesse saputo i risultati.
Intanto insegna pittura a dei bambini e a delle giovani ragazze
in un atelier,
situato in una mall di Kermanshah ove di tali scuole ne sono state costituite ben cinque.
E' in tale atelier, che il primo giorno, l'ha raggiunto sul tardi la ragazza di Mashad con la quale si è fidanzato, una giovane
dallo spirito acutamente osservativo e spiritosa, che ha
conosciuto ai corsi universitari che ha frequentato.
Ieri, all' ora di pranzo, prima di affrettarci per l'autostazione abbiamo
pranzato presso un suo amico, con il quale ogni Venerdì si reca a dipingere
all' aperto, nei pressi della città, o a Bishotun.
Sono sempre più belli i suoi acquerelli, mentre le sue pitture ad olio,
benché sovente siano di una delicatezza toccante, appaiono inespressive dei colori
della sua anima,c he vi permane succube dei toni oleografici e della tradizione
naturalistica in cui Farhang si è formato.
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Gli acquerelli di cui Farhang mi ha fatto dono, come appaiono all' interno della sala della mia biblioteca
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Ma quanto sogno è negli occhi di quei giovinetti volti al cielo, le mani dietro il capo, sul praticello in cui li ha dipinti distesi, o nella fanciulla, ad una finestra, nei cui vetri appaiono indecifrabili stelle o fiocchi di neve , mentre con che fluente dolore, in un'altra sua tela, la nonna si costerna
sulla tomba del marito defunto riversandovi tutta l'anima.
L'anno trascorso è stato dolentissimo per la sua famiglia: sono morti il nonno
paterno e la nonna materna, e il padre di Farhang ha corso il rischio di perdere la vita: a tavola, l'altro ieri,
mi ha mostrato la cicatrice dell' operazione al cuore che gli è stata praticata.
Ma Berhang, il fratello maggiore, ha trovato lavoro, come ingegnere, intanto che Farhang resta in attesa degli esiti del suo esame,
mentre la situazione interna dell' Iran a giudizio del m io amico è ancora peggiore, e sempre meno gli offre libertà.
Se la situazione del suo paese non cambia, prima o poi intende lasciarlo,
un Iran talmente opprimente.
A scuola non è possibile manifestare, nelle Accademie è
proibito disegnare nudi anatomici, -a casa sua, in un atelier, certo,
egli può dipingere quel che vuole, ma in una mostra non può
esibire che volti e paesaggi.
Alla televisione trasmettono solo sport e religione, senza che nei programmi
dei giochi olimpici, ai quali assistevamo, si potessero vedere le donne competere.
Né alle donne è dato di esibirsi come cantanti, mentre gli uomini sono obbligati a cantare senza
l'accompagnamento di strumenti.
Ma lasciare l'Iran è per lui un distacco viscerale dal contesto familiare.
L'altra sera erano presenti la sua nonna paterna, sua zia e suo zio, l'uno il fratello della madre, l'altra la sorella di suo padre,.
E ieri sera avrei potuto presenziare a un altro convegno familiare, a casa della sorella
di Farhang che si è sposata, cui mi sono sottratto per i disturbi intestinali che accusavo. Sicché
il mio amico è rimasto a farmi immensa compagnia.
E' stato allora che mi ha detto quanto la famiglia possa essere per lui importante.
" Gli iraniani sono molto emozionali, ogni settimana debbo rivedere i miei nonni rimastimi, e non mi basta".
Che Dio ti assista, mio caro Farhang, caro mio angelo, nella vocazione artistica
della tua aspirazione alla libertà, a farti
uccello Simurgh che ogni volta risorge più alato da ogni sua cenere.
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