In Bukara
Come l'indomani, uscendo dalla guest house, mi sono immesso in un vicolo della vecchia Bukara , in breve mi sono ritrovato tra i gelsi che circondano la Labi Hauz, la residua piscina centrale dei vari bacini che erano un tempo connessi dalle canalizzazioni calamitose della Bukara dei Khan, le cui acque verdastre restano attorniate dagli smalti della medersa e del mausoleo di Nadir Divan Beg.
E' nella bonifica e nella sommersione di quelle fetide vie d'acqua, che finì intombata la Bukara degli emiri nei suoi orrori e terrori, nella letargia della sua fatiscenza endemica,( secondo la splendida evocazione che ne fa Colin Thubron, nelle sue pagine dal " Cuore Perduto dell' Asia"), la più santa, ed interdetta, delle città dell' Islam dell'Asia centrale, che anche in questo esasperava il gusto di perpetrare la turpitudine del vizio esecrato , di lasciarla trapelare, pur a proprio estremo pericolo, a dispetto del bando cui la dannava l' ipocrisia di chi più la puniva e più la praticava,
come dall' incarnato umano, attorcigliandosi al ferro, sortiva la filaria della Medina che estraevano i barbieri dalle carni infettate dall'acque . Ebbe così a descriverle Bukara già il dottor Eversmann, per conto della missione russa del 1820 di cui era perigliosamente al seguito, prima che per gli inglesi vi pervenissero e ne uscissero incolumi Moorcroft , nel 1825, nel 1832 Burnes, tra il 1839 ed il 1842 vi trovassero invece la morte, celeberrimi all' epoca, Stoddart ed al suo sventurato seguito Conolly , nel grande gioco tra russi ed inglesi lungo la Via della Seta.Più comodamente un mezzo secolo dopo vi sarebbe arrivato in treno Lord Curzon, nel 1888, sulla transcaspiana che assicurava l' instaurazione della dominazione zarista sui Kanati di Buchara, di Kokan e di Kiva, sulle ammansite tribù turkmene, ma in omaggio alla finzione che l' autorità dell' emiro ancora vi fosse vigore, avrebbe verificato che solo la schiavità era stata interdetta alla ferocia del l' esercizio del suo diritto di vita e di morte.
Ancora il Kalon era il Minareto della morte, delle condanne a capofitto che vi erano eseguite nei giorni di mercato.
Dei bambini si arrampicavano ora sulle statue del folle saggio Hoja Nasruddin,
altri in costume da bagno salivano fin su di un albero che si protendeva sulle acque per tuffarcisi. dentro.
Intorno al bacino gli avventori abituali di caffè e locande già erano mattinieri per il the e gli scacchi, tra il fumo degli spiedini di shashlyk che annebbiava la vista salendo tra i rami.
Erano magnifici i simurgh di cui si fregiava la medersa di Nadir Divanbegi
, o meglio il caravanserraglio che dovette convertirsi in tale scuola di preghiera, dal momento che come tale l'aveva reputata l'indiscutibilità del giudizio dell' emiro Abdul Aziz Khan, all' atto in cui, magnificandola, ne prese visione inebriato dal vino
E che ne pensavo di farmi schiacciare in un sonnellino sotto il suo peso, mi proponeva di lì a poco l'enorme e bella Nazira, nella sua schietta ilarità di sufi dichiarata,sulle soglie della Khanaka ch'era di fronte .
Gestiva una vicina locanda, e quando fosse finita la stagione turistica, in Germania avrebbe raggiunto il figlio che studia nell' università di Friburgo.
Purtroppo, ahimè, ero e sono fatto piuttosto per la nudità spirituale degli spogli silenzi disabitati della madrasa di Kukeldash, che sul lato settentrionale del Labi Hauz venne fatta edificare dall' Emiro Abdullah II.
Eppure, quella vestigia deserta, era un tempo la medersa più frequentata dell' Asia centrale.
Poi mi inoltravo per i tronconi sparsi di quanto fu un tempo l'enorme bazar coperto della città,
costituiti soprattutto dai lacerti dei taq, gli archi di volta cupolati in cui si convertivano le vie che s'incrociavano, commutandosi in un esaedro se erano tre i percorsi , in un ottaedro se quattro, in un parallelepipedo se due.
Nel Taq Zarqani, come mi mostrava su delle mappe una signora che sovrintendeva ai restauri, un deambulatorio circostante all' incrocio viario, ora occluso, aveva amplificato le possibilità di insediare botteghe alveolari.
Era più ancora suggestivo il deambulatorio che attorniava il vano a cupola centrale del Tim di Abdullah Khan, l'enorme edificio-mercato che fu modellato al suo interno come i taq all' incrocio delle vie, in virtù degli scorci continuamente mutanti delle mutanti fughe prospettiche di celle ed archi di volta, che erano suggeriti dai rilievi trasversali ed intersecantisi che connettevano i pennacchi anche soltanto abbozzati, nella plasmazione irregolare delle pareti nude di qualsiasi altra ornamentazione
L'ho visitato solo nel pomeriggio, dopo che mi sono lasciato trascinare nella loro casa, per un the, dai magnifici fratellini, due sorelline ed un bambino più piccolo, che mi hanno coinvolto nei pressi della madrasa di Abdul Aziz khan.
Mentre ci addentravamo nel vicolo che immette nel cortile della loro povera casa, è sopraggiunto incontro a noi il padre, più che consenziente, in cui ho ravvisato l'uomo di cui presso la Labi Hauz invano , dunque, avevo declinato l'insistenza ad essere suo ospite.
Nel soggiorno in cui ci accomodavamo al fresco sulle stuoie, l'uomo il cui bel volto, già butterato, era ancor più alterato dalla dentizione aurea ch'è in auge presso la gente uzbeka, nel suo inglese basico sapeva come indurmi ad un' offerta cospicua, sciorinandomi tutta la miseria ed il malcontento che condivide con il proprio popolo, tra una sapida zuppa ed un melone, quale dessert, che ci imbandiva la giovane moglie mobilitata allo scopo.
"No work, no money", a molte alte famiglie uzbeke non è possibile ricorrere neanche all' elettricità ed al gas, ed egli ogni anno sverna in Russia come muratore, dove per il sostentamento della moglie e dei figli deve contentarsi della paga di 200 dollari al mese, e subire per sovrappiù le angherie della polizia russa al pari di armeni e tatari, gli altri lavoratori emigranti delle ex-province dell' Impero sovietico.
Laddove i russi per meno di 700 dollari rifiutano un qualsiasi lavoro.
In Uzbekistan il presidente Karimov è solo un politico in affari, non pensa alla povera gente, ha avviato il proprio paese verso l'America di Bush, come accade al Turkmenistan , a differenza di quanto accade alle altre Repubbliche indipendenti dell' Asia centrale, che sono rientrate nell' orbita di Mosca.
Ma che ne è stato in cambio, dei soldi americani che sono finiti all' Uzbekistan per consentire il decollo dalle sue basi degli aerei da combattimento verso l'Afghanistan dei talebani? Piuttostio, avevo degli abiti da cedergli? Tutto il cotone, pressoché tutto quanto si produce in Uzbekistan, è export, export, only export, - a quei signori al potere non importa nulla delle possibilità di acquistarne i prodotti dei lavoratori uzbeki, e lui non poteva consentirsi che abiti sintetici scadenti, " made in China", che si sdrucivano e si sfilacciavano già ai primi lavaggi.
Sarei ritornato da lui l'indomani per il plov, very good, che sua moglie sapeva cucinare benissimo, come mi riprometteva .
Ma più che per il plov, ne è valsa la pena per le manifestazioni di affetto a cui ho assistito tra lui e la moglie. Che grande donna, per lui...
" You, no money? No problem," gli disse allora, i gioventù. "You, are the millions, tu, sei i miliardi per me".
Mi sono quindi aggirato a lungo nell' ariosità silente del tim infrescato di Abdullah Khan, tra i pochi artigiani sonnecchianti di guardia e dei riottosi clienti dell' Estremo Oriente, uscendone per fare ritorno al Kosh in cui si fronteggiano le mederse di Ulugh Begh e di Abdul Aziz Khan, laddove da quei bimbi ero stato dirottato nella casa del padre.
Ahimè, la medersa del grande Ulugh Beg non era più che il riammattonamento rimpiastrellato delle sue ammirevoli forme, in cui la smodatezza timuride fu superata dal conseguimento di un equilibrio corrispondente alla sapienza regnante, cui introduceva lo splendido svolgersi, in torciglioni floreali, del fusto iniziale della cordonatura dell' ivan.
A che distanza di sentire quali siano le vie verso il Cielo, dalle costolonature del gur-i-Amir, il mausoleo sepolcrale di Tamerlano, snodantesi quale spire di lucenti dorsi di serpenti superni.
Invano, quasi due secoli dopo, Abdul Aziz aveva tentato di porre in competizione con la medersa di Ulugh Begh, nel fronteggiarla, la spropositata medersa che reca il suo nome,
profondendovi ogni sorta di rivestimento allora in uso e in disuso, oro, fregi marmorei, mosaici di ceramica che ripristinavano le oramai antiche tecniche del "moarraq", in un inacidirsi dei toni cromatici frammisti con il fulgore aureo, che evoca un declinare coevo del gusto, in Isphahan, nel volgere dalla moschea dello Shah a quella della madar-e-Shah. Ma è ove sospettavo che fosse massimo il decadimento della finezza nella misura del gusto, che ho scoperto lo stupendo incanto di un'estrema fioritura epigonale, negli ornati delle interne minuscole moschee per l'estate e per l'inverno:
Le pareti vi si facevano uno stupendo dedalo stalagmitico di stelle floreali e di fiori stellari, interpenetrantisi, la discesa dal cielo, incastonatavi, delle efflorescenze mineraliformi di un Paradiso terrestre o di un Eden marino .
Nella madrasa di Ulugh Begh, cui facevo ritorno, delle addette tentavano invano di farmi acquistare, per forte che fosse la mia tentazione a cedere, delle monete di antico conio che mi dicevano di avere acquisito da varia gente di Bukara,,
Nel loro reperimento era iscritta l'intera antichità remota della sua storia, dei suoi traffici e scambi: alcune erano addirittura monete dell' epoca Kushana, che poterono essere rinvenute in Bukara in virtù e ragione dei traffici che fecero della Sogdiana, come più ancora della Battriana e di Gandhara, il cuore del mondo, nell' evo tardo-.ntico, giacché in tali Regni si riunificarono e si appartennero allora simultaneamente Oriente ed Occidente, l'ellenismo pagano ed il buddismo indiano.
Infine al culmine della vecchia Bukara, anche gli edifici affrontati del Piede Sublime, la Mir-iArab- interdetta- e la moschea di Kalon, non erano più che le tramutate spoglie di ciò che furono di grandioso e nobile, prima dell' emergenza dello stupendo faro di ogni deserto dell' Asia entrale, il minareto Kalon, di epoca kharakanide, di una tale intermittente bellezza luministica, nelle variazioni dell' ornato delle sue bande di calda pietra, che cade ogni riserva sulle sue proporzioni tozze, così come nulla osarono a suo danno le orde mongoliche, non ne sortì il crollo il cannoneggiamento bolscevico.
Era già calata la sera quando ho raggiunto il Parco di giostre per l'infanzia in cui giace l'altro gioiello di pietra cruda di Bukara: il mausoleo semanide di Ismail.
Troppo tardi per non dovere rinviare la visita vera all' indomani
Ma
il giorno seguente, il risveglio è stato una riemergenza sofferta nella luce
del giorno, al necessario autocontrollo in ogni atto divenutomi difficoltoso ,
giacché doveva impormelo un cranio ch'era la trafittura dei
postumi della bisboccia, che fino a notte tarda, avevo voluto condividere
con il generoso Volodja,
il giovane ucraino biondiccio, d'una giovialità straripante,
addetto alla reception della guest house: così soltanto potevo alleviargli
il danno arrecatogli dalla mia sventatezza di avergli offerto i 100 sum che occorrevano
all' acquisto di una bottiglia di "vino" uzbeko: un obbrobrio liquoroso ottenuto chimicamente, come ho ben appreso dal vomito in stanza e
dall' intormentita vacuità mentale del dì seguente.
Ma Volodja, con me simpatizzando in presa diretta, mi parlava dei suoi trascorsi con una tale lucidità disinibita, che non mi rendevo conto di quanto fosse già ubriaco nella effusività fraterna, più ancora che amichevole, con la quale mi disvelava il suo triste passato: un tunnel da cui aveva ritrovato un'uscita quando era stato estradato in Uzbekistan, di cui aveva la cittadinanza, lui, che è ucraino, perché era stato sorpreso dal crollo dell' Unione Sovietica mentre stava studiando francese all' Università di Tashkent, dalla Francia in cui era in seguito emigrato, dopo che vi era finito in un ospedale psichiatrico, schiantato dall'abuso di droghe e dalla frequentazione delle prostitute.
Ha
avuto nei propri riguardi l'impietosità di dirmi che fra i vari tipi di
ricovero possibili , su propria richiesta, per quella dei propri congiunti, o
per un'ordinanza delle autorità pubbliche,
il suo ricovero avevo costituito il ricorso alla modalità estrema..
Egli
viveva ora in Bukara con la madre e la sorella, nell' attesa di mettere da
parte l'importo di un biglietto per Mosca.
Vi
avrebbe tentato la fortuna, nella prospettiva ulteriore di potere rimettere
piede sul suolo francese.
"
Mais près tous les peuples il y a du
malheur..."
"
Je croyais en Dieu, mais maintenant je suis un darwiniste agnostique".
Non
immaginavo quanto fosse vero ciò che si diceva in Mosca, che l'occidente
fosse un universo così perverso.
" Pagami, e ti bacerò il culo", fu la proposta di una giovane figlia di strada della cui enormità rideva con scandalo.
" Un demon, Satane, Luciphere...".
Evidentement...
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