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Con il visto di transito attraverso il Kazakistan che ieri ho ottenuto in
giornata, è completato il puzzle del mio ingresso in Cina, mediante il
tragitto dall’ Italia a Istanbul tramite treno, motonave, pullman, da
Istanbul a Tashkent by plane, da Tashkent a Urumqi, via Alma Aty, servendomi
di due mezzi di trasporto tra le due capitali centroasiatiche, in autobus da Alma Aty a Urumqi.
Ma non ritengo per questo di
avere approntato chissà quale
impresa, se penso all' itinerario che stanno portando a termine il
ragazzo e la ragazza olandesi che stamane ho incontrato davanti all'
Ambasciata turkmena, cui mi sono recato per inoltrare la richiesta di un
visto di transito, se mi occorra fare rientro traverso il riottoso Turkmenistan per
raggiungere l'Iran: dall' Indonesia, dove sono arrivati in aereo, i due
intemerati, in bicicletta, hanno raggiunto e percorso la Malesia, la Tailandia, la Cambogia,
il Laos, il Vietnam, poi l'intera Cina! regione tibetana inclusa, -essa si, very
hard, ammetteva la ragazza-, non che il piatto Kazakistan, tutto il montuoso
Khirghizistan!
Il popolo più simpatico lungo l'intero viaggio? l'Uzbeko, a loro concorde
giudizio, mentre il
Kirghizistan è il paese più bello, ovunque, invece era la
Tailandia a
primeggiare per la cucina, per i monumenti la Cambogia, -ah, Angkor!!!,
come combinazione di tutto quanto prevalendo l'Indonesia. Ma troppi, " too much", erano
i Buddha della Tailandia, mentre il Vietnam è il paese singolare dove ogni testo esiste solo in fotocopia...
Se
stamane mi sono sottoposto alla pena della consegna anticipata
della fotocopia delle pagine iniziali del mio passaporto all' Ambasciata
turkmena, per ottenerne in Tashkent tempestivamente
il visto di transito, l'ho fatto pur di assicurarmi una diversa via di
rientro dalla Cina, qualora mi sia precluso il Pakistan e
debba essere di nuovo in Uzbekistan sulla via del ritorno.
Ma dopo
che ho soggiaciuto ad un 'estenuante coda canicolare, come gli altri
convenuti alla spicciolata,
appoggiati ad un muretto di fronte all' Ambasciata quali dei questuanti, quando ho avuto accesso allo sportello, nel cortile d'ingresso, mi sono sentito dire
ch'ero io che dovevo provvedere a fotocopiarmi la pagina del passaporto con
i miei dati identificativi... Peccato, accidenti, che non avessi pensato a portarmi
appresso le riproduzioni di tali pagine, di cui disponevo più di una copia nello zaino in
hotel...che avevo approntate per tempo, prima della partenza...
Ma erano
spariti poi gli addetti, quando una mezz'ora dopo sono stato di ritorno, con le varie fotocopie
che avevo rinvenuto...
L'ambasciatore li aveva radunati a convegno.
Vista
la mia estenuazione, il
militare ch'era di guardia mi ha tratto allora in disparte, per confidarmi sottovoce che poteva allungare
lui quei fogli, per mio
conto, ,sempre che gli allungassi non so quanti sum...
Dice il
testo dei " Proverbi", su cui è caduta la mia vista, dopo che mi sono
schernito e mi sono riaccucciato a leggere,:
"
Chi è complice del ladro odia se stesso,
sente l'imprecazione, /ma non
denuncia nulla".
Certamente è così, come è vero che
"
una cittadella smantellato senza mura
tale è l' uomo che non sa dominare la collera ",
una
massima ch'era quanto mai vano ch' io rimeditassi, ripetendomela, se il
libro dei libri, di tale e tanta Sapienza, lo scaraventavo di lì a poco
nella polvere, un atto sacrilego in cui denunciavo a Dio che
oramai la prova trascendeva i miei limiti di sopportazione.che oramai avevo ceduto ai
miei limiti
Non dice
forse un ulteriore proverbio della loro collezione quinta, parole
di Salomone raccolte dagli uomini di Ezechia,
" che
l'iniquo è un abominio per i giusti,/
e
gli uomini retti sono un abomino per i malvagi".
Che
potevo dunque ancora aspettarmi da quel soldato rimasto inappagato, se non
che adesso mi mettesse in coda ad ogni altro ch'era sovraggiunto?
Ma tale
feccia del calice mi è stata risparmiata, quando finalmente gli addetti sono
ritornati alle loro mansioni, e tutto si è risolto nella consegna della
riproduzione che mi è stata richiesta al mio debito turno.
Chissà, poi mi sono
detto, che non fosse perché in quella seconda attesa avessi modo di
raccogliere la testimonianza di quel ragazzo e
di quella ragazza olandesi, che l'obbrobrio turkmeno
mi si è dilungato tanto.
A tutti gli uzbeki, ovunque nel mondo
Per tutti gli uzbeki, ovunque nel mondo per cercare
fortuna, va la seguente citazione di una magniloquente frase del loro
Presidente Karimov, che campeggia all' ingresso del Museo di Storia
del popolo Uzbeko
" The world
is wast, there are many countries, but our it is unique. This
wonderful and sacred land was created for us,. This thought
Should inspire al our hearts and provide
the reason for our lives"
Ismail Karimov
Dalle collezioni dei Musei di
Tashkent |
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Museo di belle arti
dell' Uzbekistan |
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Usto Momin, Primavera , 1923 |
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Usto Momin Suonatore di dutar,
1924 |
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Usto Momin Melagrane 1937 |
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Museo di Storia del popolo uzbeko |
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Okl, Fergana , Amuleto in
forma di due serpenti 2000 a. C. |
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Mitreo di Karakamar Fayaztepe, immagine della
divinità del sole, I, II secolo d. C. |
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Shri-deva, demone protettore del buddismo, Kuva,
VII secolo |
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Fregio di Airtam, epoca
khushana, I- II sec. d. C. |
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Buddha di Feyaztepe |
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In Tashkent |
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In Sharaf Rashidov( Lenina) street |
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