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Taskent, 9 luglio 2004, 2

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donne uzbeke in Tashkent 

 

 

 

Con il visto di transito attraverso il Kazakistan che ieri ho ottenuto in giornata, è completato il puzzle del mio ingresso in Cina, mediante il tragitto dall’ Italia a Istanbul tramite treno, motonave, pullman, da Istanbul a Tashkent by plane, da Tashkent a Urumqi, via Alma Aty, servendomi di due mezzi  di trasporto tra le due capitali centroasiatiche,  in autobus da Alma Aty a Urumqi.

Ma non ritengo per questo di avere approntato chissà quale impresa, se penso all' itinerario che stanno portando a termine  il ragazzo e la ragazza olandesi che stamane ho incontrato davanti all' Ambasciata turkmena, cui mi sono recato per inoltrare la richiesta di un visto di transito, se mi occorra fare rientro traverso il riottoso Turkmenistan per raggiungere l'Iran: dall' Indonesia, dove sono arrivati in aereo, i due intemerati, in bicicletta, hanno raggiunto e percorso la Malesia, la Tailandia, la Cambogia, il Laos, il Vietnam, poi l'intera Cina! regione tibetana inclusa, -essa si, very hard, ammetteva la ragazza-, non che il piatto Kazakistan, tutto il montuoso Khirghizistan!

Il popolo più simpatico lungo l'intero viaggio? l'Uzbeko, a loro concorde giudizio, mentre il  Kirghizistan è il paese più bello, ovunque, invece  era  la Tailandia a primeggiare per la cucina, per i monumenti la Cambogia, -ah, Angkor!!!, come combinazione di tutto quanto prevalendo l'Indonesia. Ma troppi, " too much", erano i Buddha della Tailandia, mentre il Vietnam è il paese singolare dove ogni testo esiste solo in  fotocopia...

Se stamane mi sono sottoposto alla pena della consegna anticipata della fotocopia delle pagine iniziali del mio passaporto all' Ambasciata turkmena, per ottenerne in Tashkent tempestivamente il visto di transito, l'ho fatto pur di assicurarmi una diversa via di rientro dalla Cina, qualora mi sia precluso il Pakistan e debba essere di nuovo in Uzbekistan sulla via del ritorno.

Ma dopo che ho soggiaciuto ad un 'estenuante coda canicolare, come gli altri convenuti alla spicciolata, appoggiati ad un muretto di fronte all' Ambasciata quali dei questuanti, quando ho avuto accesso allo sportello, nel cortile d'ingresso, mi sono sentito dire ch'ero io che dovevo provvedere a fotocopiarmi la pagina del passaporto con i miei dati identificativi... Peccato, accidenti, che non avessi pensato a portarmi appresso le riproduzioni di tali pagine, di cui disponevo più di una copia nello zaino in hotel...che avevo approntate per tempo, prima della partenza...

Ma erano spariti poi gli addetti, quando una mezz'ora dopo sono stato di ritorno, con le varie fotocopie che avevo rinvenuto...

L'ambasciatore li aveva radunati a convegno.

Vista la mia estenuazione, il militare ch'era di guardia mi ha  tratto allora in disparte, per confidarmi sottovoce che poteva allungare lui quei fogli, per mio conto, ,sempre che gli allungassi non so quanti sum...

Dice il testo dei " Proverbi", su cui è caduta la mia vista,  dopo che mi sono schernito e mi sono riaccucciato a leggere,:

" Chi è complice del ladro odia se stesso, 

sente l'imprecazione, /ma non denuncia nulla".

Certamente è così, come è vero che

" una cittadella  smantellato senza mura

tale è l' uomo che non sa dominare la collera ",

una massima ch'era quanto mai vano ch' io rimeditassi, ripetendomela, se il libro dei libri, di tale e tanta Sapienza,  lo scaraventavo di lì a poco nella polvere,  un  atto sacrilego in cui denunciavo a Dio che oramai la prova trascendeva i miei limiti di sopportazione.che oramai avevo ceduto ai miei limiti

Non dice forse un ulteriore proverbio della loro collezione quinta, parole di Salomone raccolte dagli uomini di Ezechia,

" che l'iniquo è un abominio per i giusti,/

 e  gli uomini retti sono un  abomino per i malvagi".

Che potevo dunque ancora aspettarmi da quel soldato rimasto inappagato, se non che adesso mi mettesse in coda ad ogni altro ch'era sovraggiunto?

Ma tale feccia del calice mi è stata risparmiata, quando finalmente gli addetti sono ritornati alle loro mansioni, e tutto si è risolto nella consegna della riproduzione che mi è stata richiesta al mio debito turno.

Chissà, poi mi sono detto, che non fosse perché in quella seconda attesa  avessi modo di raccogliere la testimonianza di quel ragazzo e di quella ragazza olandesi, che l'obbrobrio turkmeno mi si è dilungato  tanto.

 

 

A tutti gli uzbeki, ovunque nel mondo

 

Per tutti gli uzbeki, ovunque nel mondo per cercare fortuna, va la seguente  citazione di una magniloquente frase del loro Presidente Karimov, che campeggia all' ingresso del  Museo di Storia del popolo Uzbeko

"  The world is wast, there are many countries, but our it  is unique. This wonderful and sacred land was created for us,. This thought

 Should inspire al our hearts and provide the reason for our lives"

Ismail Karimov  

 

    

Dalle collezioni dei Musei di Tashkent

Museo di belle arti dell' Uzbekistan

P1010047.jpg (182195 byte)

Usto Momin, Primavera , 1923

Usto Momin Suonatore di dutar, 1924

 

Usto Momin Melagrane 1937

Museo di Storia del popolo uzbeko

 

Okl, Fergana , Amuleto in forma di due serpenti 2000 a. C.

Mitreo di Karakamar Fayaztepe, immagine della divinità del sole,  I, II secolo d. C.

 

Shri-deva, demone protettore del buddismo, Kuva, VII secolo

 

Fregio di Airtam, epoca khushana, I- II  sec. d. C.

 

 

Buddha di Feyaztepe

 In Tashkent

 

In Sharaf Rashidov( Lenina) street

 
 
 
P1010155.jpg (76909 byte)  

 

   

 

 

 

 

 

 

 

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