Scritto
in Tripoli tra il 1 e il 2 agosto 2000
La
mia sosta in Latakia ha conosciuto un epilogo in differita ancora
peggiore del suo inizio : da che in Tartus,
nell'hotel Daniel, all' atto di avviarmi nel primo pomeriggio verso il Qalat
Marqab , ho cercato invano , per poterlo usare una prima volta, l'apparecchio
fotografico che disponeva del nuovo sistema advantix.
Né è servito mettere sottosopra i miei bagagli come in mattinata li avevo rimessi in ordine, perchè ritrovarvi ogni altro effetto di valore
Mi
sono volute più ore per riavermi dalla confusione stravolta in cui faceva precipitare ogni mia cosa ogni inutile
ricerca, finivo per non ritrovare più neanche gli effetti
personali che mi erano rimasti, per non riuscire più a reperire nemmeno la forza d'animo d' avviarmi, invece che a Qalat Marqab, sulla via più breve verso il
torrione di Safita, intento a rimuginare soltanto su come rifarmi
del responsabile evidente del furto: il ragazzo dell' Hotel di Latakia che aveva
avuto tutto il tempo di investigare in mia assenza nello zaino interno, e di
interessarsi a prescegliere il meglio della refurtiva.
In
Safita, quando vi sono pur arrivato, stava iniziando la celebrazione di un matrimonio in rito ortodosso
nella chiesa interna al torrione del castello bianco dei Templari, ed i presenti che
gremivano le gradinate d'accesso, facevano il più ricco sfoggio della loro estraneità alle
limitazioni delle imposizioni islamiche; né la sacralità del rito valeva a
dissuadere le più giovani fra le donne dall' ostentare il loro marcato trucco in abiti
succinti.
E
l' accesso alla sommità del colle su cui si elevava il donjone o anche solo l'aggirarvisi,
era reso difficoltoso da quanti non avevano mancato di pervenirvi in sole
Mercedes o Bmw.
Ma
dall' alto della torre del castello bianco dei Templari, la cui resa
ai musulmani preluse a quella di Tartus, vent'anni dopo, nel 1291, la
vista poteva spaziare nella vastità circostante di un paesaggio umbro-toscano,
non fosse stato che tra gli ulivi spuntavano pur sempre moschee, anziché
campanili, nelle stesse terre siriache in cui è prevalente la cristianità latina od ortodossa.
Timoroso di restarvi
rinchiuso, ne
sono disceso anzitempo, quando avrei voluto
indugiarvi ancora a lungo. Anche il pomeriggio seguente, anzitempo, ho fermato il primo
minibus di passaggio che mi riconducesse a Banyas, quando sul crinale di Qalat Marqa ,
sotto il cupo castello, eppure in che stato d'estasi mi ritrovavo felice, tra il mare
sciabordante cui guardavano le rondinelle che sostavano sui pali della
luce sottostanti le fortificazioni, e le convalli interne ondulate di olivi tra
le stoppie, avendo di fronte la cupa possanza
prominente della nera mole di basalto delle fortificazioni crociate, sino
all' estremo sperone dei torrioni gemini, ove a meridione si situava
delle fortificazioni il punto più debole.
Dal
declivio verso il mare risaliva nel tardo pomeriggio il canto di un muezzin, lo si riecheggiava nel
minareto ch'era su di un poggio delle susseguentisi montuosità interne .
Ma
io volevo o dovevo essere di ritorno a Latakia, mio malgrado, per recuperare il
recuperabile di quanto mi era stato sottratto, e constatarvi che avrei potuto ottenere di diverso che di rovinare ulteriormente il mio viaggio, se mi fossi ostinato a
voler perseverare nell' azione: prefigurandomi con le buone, o con le cattive, di trarre in
disparte il ragazzo, in un vicolo che sboccava nell' American street, per persuaderlo a riconsegnarmi una refurtiva che gli
serviva quanto vale a far pane la farina del diavolo: avrei allora estratto il rullino
advantix, e gli avrei fatto capire che "mafi", niente da fare, non era
possibile in Siria alcun sviluppo fotografico delle " sure
scattate, ...quanto poi al mio orologio, senza una ricarica di pile al
litio non poteva regolare una sola variazione d'orario...
"
Give back me all, please... ", facendomi intendere a gesti più eloquenti se non
capiva l'inglese.
Avesse
trasecolato, si fosse professato innocente, solo allora avrei fatto valere la
minaccia di un ricorso alla police, sia pure soltanto per intimidirlo.
"
Five minutes, no more, per restituirmi la refurtiva,
indicandogli uno scorrere di lancette assolutamente inflessibili, sul
quadrante del solo orologio che mi resta.
In
ogni caso lo
avrei atteso fuori dell' edificio per la riconsegna della refurtiva,
assicurandomi che la riponesse a distanza, in un sacchetto, onde evitare delle
sue reazioni violente.
Ma
sarebbe stata, premeditatamente,
la pistola scarica di una minaccia che non avrebbe sortito alcun effetto, se
dopo cinque, dieci minuti, in tutta tranquillità il
ragazzo non fosse minimamente riapparso.
Né
io avrei fatto parola dell' accaduto con l'albergatore, se preliminarmente avessi
avuto conferma che quel foruncoloso ragazzo, arruffato e ignorante, per alcun
verso era suo figlio, o figlioccio, e che dunque era licenziabile, licenziabilissimo.
Erano
le sette di sera quando sono stato di ritorno in quel ricetto, c'era solo l'albergatore mellifluo ad attendermi, quel ragazzo non c'era, e non era
minimamente suo figlio, nè lo avrei potuto vedere prima delle otto, delle
nove di sera, quando sarebbe iniziato il suo turno fino alle otto del mattino.
Potevo
aspettarlo lì, se volevo,- avevo forse qualcosa da riferirgli sul suo conto? O ch'egli potesse dire al ragazzo?Volevo intanto
prendere di nuovo alloggio presso di lui?
No,
né potevo dirgli niente di niente,
di ciò di cui avevo da parlare con il ragazzo soltanto.
Ma
l'uomo si era fatto forse un'idea di ciò di cui poteva trattarsi?
"
I was in Tartus, today. I was very well in Qalat Marqab"
Why,
in your opinion, I came back here?"
Non
aveva la minima idea del perché mio malgrado avessi fatto ritorno nella sua stamberga, ma nel volto non mi sorrideva più.
"
Le assicuro in ogni caso che non è una bella cosa".
Gli
ho poi ripromesso che sarei stato di nuovo lì, entro le otto di mattina,
l'indomani.
E me ne sono invece andato per non esservi più di ritorno.
Quel portone d'ingresso per me si è chiuso definitivamente , ed ho lasciato tutto alle mie spalle
.
1.