In
Libano
La moschea di Taynal, in Tripoli. (frammento.)
La
nuda pietra del vestibolo, e delle
campate interne preliminari, è l'umile calore murario raccolto da un'eredità
gotico- crociata, da cui trae il più
smagliante risalto l' arcata del portale interiore di marmo, che di sè impagina,
mirabilmente sovrano, tutta la fronte della parete antistante .
Ne
è la ritmica suprema la serie orizzontale delle bande di marmo, contornate da
una serpentina saliente, segmentata, impreziosite di grafemi coranici e di
intarsi geometrici spezzati e compositi, agglutinanti nella muqarna sovrastante.
Ma
non è che l'esordio; che per esigua che sia, ti induce oltre il
diaframma della grande porta la luce che ne spira dal vano del riquadro
superiore, addentrandoti nella la sala di preghiera in cui si fa il tuo stesso
respiro la luce preternaturale delle cupole mediane, che ti è già di preludio alla trascendenza
di un altro mondo, da cui ti riassorbirebbe la cecità delle ulteriori cupole gemine
(- cui non rimandano luce le volte
a crociera laterali,)- non fosse
per il lume della rivelazione che splende nel mirhab, che
è l'ardore conclusivo di Che rimane.
(
Due colonne ancillari, con capitelli di riporto tardoantico, ai
lati della grande porta reggono le arcature con il sostegno di
marmi trabeatori, precedute da due loro consorelle maggiori che raccolgono l'inarcuarsi
di quelle precedenti, e lo rilanciano nell' arco a sesto acuto.)
Troppo
simile all' Italia
Tripoli,
sabato 4 agosto.
"Il
Libano è troppo simile all' Italia, The Lebanon is too similar to Italy, in ciò
che ha di bello e ciò che ha di brutto,
nella discesa precipitosa da Bscharre così riassumevo le mie prime impressioni di viaggio sul Paese dei cedri, alla anziana signora inglese che mi era a me seduta sul microbus
che rientrava a Tripoli. Con essa mi sentivo in debito almeno di un mio punto di vista, per averla poco prima
malamente zittita pur di poter osservare, indisturbato, al di là del finestrino
il paesaggio in fuga della valle
del fiume Kadisha.
"
E che la giornata possa ispirarvi", nel salutarmi mi aveva già augurato
vanamente la mia coetanea belga, quando prima di me aveva lasciato l'hotel di primo mattino, nel
precedermi di un giorno a Bsharre.
Insieme con i suoi due compagni di viaggio era sopraggiunta il pomeriggio
avanti nella
moschea di Taynal, , dove mi avevano sorpreso nello stato di ammirazione estatica in cui mi avevano felicemente lasciato ad indugiarvi..
Ma
per le vie di Tripoli quel precedente ero andato per lo più girovagando e disperdendomi nell' animazione araba della città
vecchia, ed in Byblos la mia immaginazione avrebbe tratto ispirazione solo in ciò che il sito aveva di meno archeologicamente rilevante ,
alla vista, tra
la vegetazione mediterranea di pini marittimi, del colonnato e
del piccolo teatro romano che su di un poggio si stagliavano nell' insenatura
del meraviglioso blu profondo del mare, più di
quanto potesse archeologicamente appassionarmi la visitazione dei templi di Baal e Gebal, o di quello degli obelischi,
dei pozzi dei re o degli insediamenti neolitici e preurbani.
Ma
anche da quell'incanto celeste bastava che mi volgessi alle mie spalle, perché il mare del Libano lo vedessi
costeggiato dai un profilo di rilievi ove il verde era sopraffatto dal più
selvaggio sviluppo fabbricativo .
Solo
in Amchit alta, dove sono risalito a piedi, ho ritrovato un superiore gusto
abitativo contemporaneo, ove mi sono apparse le ville, immerse nel verde, che agli inizi del secolo vi fecero
costruire i mercanti di seta della borghesia maronita di Beirut.
Del Libano del nord ha finora suscitato il mio reale interesse soltanto il puzzle per cui con il variare ed il rovesciarsi delle proporzioni etnico religiose della popolazione, variano repentinamente anche l'ambiente ed il paesaggio nel giro di pochi chilometri . Basta farsi distanti da Tripoli anche solo una decina di chilometri, che ad una popolazione che nella città per il 95% è musulmana, in Batroun ne subentra un' altra che al 95% è cattolica o greco-ortodossa, in abitazioni e vie profilate nel nitore della prosperità occidentale .
Il
che non toglie che lo sviluppo edilizio, sterminato, incrementi soprattutto l' impressione che ciò che non ha distrutto la guerra lo stia devastando la
ricostruzione.