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Del fallito tentativo degli imperiali del 1622 resta la memoria nella Cronaca Universale di F. Amadei, vol III, p.475, così riportata in "Ponte di S. Giorgio: Memorie antiche" di Stenio Defendi, apparso sulla Gazzetta di Mantova del 10 agosto 1986: " Gli' imperiali del borgo S.. Giorgio tentarono di inoltrarsi alla lunga del ponte che credevano maldifeso, vennero a tamburo battente verso il posto della Palata con circa duemila fanti. Il Capitano Trussa usò lo stratagemma di lasciarli avanzare senza neppure tirare un' archibugiata, nè tampoco dar voce d'allarme; ma egli teneva livellati all' imboccatura del ponte due grossi pezzi d'artiglieria, carichi di dadi e di catenelle di ferro, per far due colpi sicuri, e perciò, quando vide il nemico ben aggruppato, comandò a un bombardiere di dar fuoco a poca polvere dietro la coda del cannone, per ingannar il nemico, come veramente ingannollo. In vedendo gl' Imperiali alla lunga del ponte fallito il tiro, andato in fumo, avanzaronsi con passo franco e sollecito, incalzandosi gli uni e gli altri per arrivar tosto sotto la porta. Ma allora il Trussa fece veramente dar fuoco, per i quali due colpi, ben assestati ed in luogo ristretto, non è credibile che strage facessero ne' poveri soldati, de'quali, tra morti, feriti, e sciancati, ce ne rimasero ben quattrocento. " Que ' che erano ancora alla coda nel ponte tornarono ben presto addietro nel borgo; ed allora il Trussa, facendo una sortita e camminando attraverso quell' orrido macello, fece per mano de' suoi gittare nel lago non tanto li morti, ma eziandio, così alla rinfusa, li feriti e gli storpi, restati sotto le rovine di due sì micidiali colpi".
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