Il ponte di San Giorgio
Mantova
LA STORIA
- 1198 - 1199: dalle
autorità della Mantova comunale il ponte viene costruito in legno per
unire il borgo di San Giorgio alla città. Si provvede alla sua costruzione
nel complesso delle opere idrauliche commissionate ad Alberto Pitentino,
ingegnere bergamasco. Tali opere idrauliche,con la costruzione del ponte
-diga dei Mulini e con la distensione delle acque, a monte, nella lama in
cui si forma il bacino d'alimentazione del Lago Superiore, al tempo stesso
tendono ad assicurare le popolazioni di Mantova dalle inondazioni, e a
potenziarne le difese mediante le insormontabili distese d'acqua
circostanti dei suoi laghi.
- 1372: Ludovico Gonzaga,
terzo capitano di Mantova, che dal 1328 è divenuta una signoria soggetta
al suo casato, fortifica con una cinta di
mura
il borgo di San Giorgio per incrementarne la funzione difensiva di testa
di ponte.
- ( 1377) ( o 1397): il
ponte viene ristrutturato in
muratura da
Lodovico Gonzaga, perché resistesse maggiormente all'usura degli agenti
esogeni nel tempo. Con la riedificazione del ponte di San Giorgio in muratura,
lo specchio d'acqua a valle del ponte dei Mulini si divide nei due specchi
d'acqua definitivamente distinti del Lago di Mezzo e del Lago Inferiore.
- 1417: sono in corso i
lavori di copertura del ponte di San Giorgio, come ci documenta la
lapide che risale al tempo di Giovan
Francesco primo Gonzaga, situata nel museo di Palazzo Ducale di Mantova.
Come il ponte apparisse a seguito dei lavori di ricostruzione in pietra e
di copertura, lo si può vedere nell'immagine dell'affresco, pressoché
coevo, posto all'interno del bar ristorante Ai Birri. Una raffigurazione
postuma di un secolo , delle stesse componenti del ponte che figurano
nell' affresco, c'è offerta dal
dipinto
di F. Borgani conservato nel Palazzo Ducale di Mantova.
Un'ulteriore raffigurazione del ponte è in un 'opera del Brusaferro
situata nella chiesa di santa Teresa di Mantova.
- 1443: si concludono i
lavori di fortificazione del borgo di San Giorgio che sorge sulla riva
opposta del lago di Mezzo e che il ponte collega con la corte della città;
al termine di questi lavori il ponte di San Giorgio assume un carattere
difensivo per impedire l'accesso al palazzo del principe, dentro un
sistema militare che comprende il borgo di San Giorgio, il ponte e la
rocchetta di San Nicola, e che rientra nel complesso delle fortificazioni
di Mantova tra il Mincio e il Po, che fanno del' acqua dei fiumi e dei
laghi il fondamentale elemento difensivo.
- 1460 - 1461: il sistema
fortificato di San Giorgio diventa visibile per ogni generazione ventura
in un documento d'eccezione: lo sfondo della "morte della Vergine"
del Mantegna.
- 1539 E' l'anno della
prima edizione del "Baldus"
di Teofilo Folengo, capolavoro eroicomico in maccheronico, in cui il ponte
di San Giorgio è nominato due volte.
- 1622: fallisce un
tentativo degli imperiali di inoltrarsi
nella città di Mantova "alla lunga del ponte " di San Giorgio
"che credevano mal difeso".
- 1629 : il borgo di San
Giorgio è ceduto dal duca di Mantova Carlo I di Nevers ai generali
imperiali e da questi è presto abbandonato, quando il Mantovano è invaso
dal loro esercito di lanzichenecchi nel corso della guerra di successione
nei Ducati di Mantova e del Monferrato, che coinvolge le grandi potenze
europee dell' epoca.
- 1630:Quando al seguito
della calata nel Mantovano dell' esercito imperiale si diffonde in Mantova
il contagio della peste, nel borgo di San Giorgio è realizzato un
lazzaretto, in cui il 12 aprile il duca ordina il ricovero degli ammalati.
- 1630: è dalla porta di
San Giorgio "petardata "che la notte del 19 luglio i reggimenti
degli eserciti imperiali entrano in città per dare inizio al suo
sacco
tremendo, durato tre giorni
(dal 18 al 20 luglio). Con la caduta della città di Mantova ad iniziare da
quella della testa di ponte di san Giorgio, cade il mito stesso della
inespugnabilità militare della "fortissima" con risonanza vasta
anche oltralpe.
- 1634: viene demolita dal
duca Carlo I la copertura del ponte già danneggiata nell'assedio
catastrofico del 1630 ( come il ponte appariva in seguito al suo
scoperchiamento, oltreché dalle mappe attendibili lo si può desumere dalle
descrizioni Bertazzolo Tonelli).
- 1690: Su sollecitazione
dell' ingegnere francese Duplessis, il Duca Ferdinando Carlo di Nevers
provvede al taglio del ponte di
San Giorgio dove si entra in Mantova, per impiantarvi un ponte di legno
confitto in acqua su travi di legno, nonostante la contrarietà espressa
dagli esperti ingegneri mantovani, che lo ritenevano inutile a fortificare
meglio Mantova, dispendioso e di breve durata, per l'usura a cui lo
esponevano tanto il " carreggiamento" che l'infracidarsi delle
travi immerse nelle acque. A seguito della realizzazione del manufatto in
legno, il ponte di San Giorgio assume la incurvatura che manterrà fino al
1919-1922.
- 1731: Sotto gli
austriaci, subentrati in Mantova ai Gonzaga dal 1707, poiché l'esito ha
verificato ogni cattivo pronostico sulla sua tenuta, il ponte in legno viene restaurato,
fornendogli
fondamenti su pilastri, e uniformandone il piano di calpestio a quello di
tutto il corso del ponte di San Giorgio.
- 1737: sul muro del ponte
di San Giorgio è edificata una
cappellina
con la statua di San Giovanni Nepomuceno.
- 1796-1797: il ponte e il
borgo di San Giorgio sono l'epicentro dell' assedio dell' Armata francese
napoleonica, e della difesa della guarnigione degli austriaci - che dal
1707 sono subentrati in Mantova alla dominazione dei Gonzaga, -fino alla capitolazione
degli austriaci il 3 febbraio 1797, dopo la vittoria napoleonica nella
battaglia di San Giorgio
del 15 settembre 1796 e a seguito di sei mesi d'assedio.
- Ultimi anni del '700: il
borgo di San Giorgio viene rinforzato militarmente dai francesi
napoleonici, che s'insediano nel territorio in luogo degli austriaci,-
integrando provvisoriamente la cinta di mura con lunette, rivellini e una
strada coperta; in tal modo il borgo può resistere all'assedio degli austriaci del 1799,
nel tentativo vano di rioccupare il sito di Mantova.
- Inizi dell'800: per
evitare che il borgo, caduto in mani nemiche, possa favorire l' arroccarsi
difensivo di tali forze al suo interno, dai francesi viene raso al suolo
insieme con le sue fortificazioni. Sono abbattute oltre settanta case, una
chiesa, il monastero delle Canonichesse Lateranensi. Nella "morte
della vergine" del Mantegna e nella mappa del 1575 si può vedere come
il borgo
si era
popolato e modificato nel corso del tempo. Al suo posto viene edificata la
lunetta di San Giorgio che consente ugualmente il controllo dei laghi di
Mezzo e Inferiore. In tale
sistema
difensivo, quale unico elemento superstite del borgo entra a
far parte la rocchetta, inglobata nella lunetta con funzioni
d'avvistamento.
- 1859- 1866: gli
austriaci, sotto la cui dominazione Mantova ancora ricade , dopo i rilievi
effettuati nel 1834, compiono opere di riassetto difensivo anche della
lunetta di San Giorgio, per adeguarvi la piazzaforte mantovana, nel
sistema militare del Quadrilatero, all' aumento della gittata delle
artiglierie. Sono rapidamente realizzate in suo supporto le lunette di
Frassine e di Fossamana, a compimento di un assetto a campo trincerato.
- 1919-1922: per ragioni
idrauliche - spesso il vecchio ponte subiva le ondate di piena del Po in
risalita lungo il corso del Mincio, la piena recente del 1917 era arrivata
a mettere sott'acqua il piano stradale di 2,20 metri-- le arcate vengono
interrate ed è rimosso il ponte levatoio che consentiva il passaggio
d'imbarcazioni tra i laghi di Mezzo e Inferiore ( Si confronti la
descrizione che di quanto rimaneva nel 1915 dell' antico ponte, ebbe a fornire
in Mantova e dintorni Vasco
Restori).
- 1945 : Nel corso della
fine della seconda guerra mondiale il ponte residuo viene fatto saltare
dalle truppe d'occupazione in ritirata ed è sostituito dapprima con una
manufatto in tralicci di ferro, poi con l'arcata attuale in cemento
armato.
- 1984-1986 : la
Commissione edilizia approva la collocazione di una pista ciclopedonale
costituita da
una passerella di ferro accanto al ponte attuale. La sua installazione
suscita vivacissime polemiche tra i cittadini e le associazioni che
tutelano il paesaggio e l'ambiente, perché appare ai più una deturpazione
insostenibile della panoramica di Mantova e del suo centro storico nella
sua ambientazione lacustre.
- 1988 La passerella viene
rimossa ed è destinata ad affiancare invece il ponte della ferrovia
Mantova - Verona sul Vasarone dove costituirà un'altra pista ciclopedonale
- 1998 Un articolo
dell'avvocato Pescasio
apparso
sulla Voce di Mantova di domenica 28 giugno, formula l'estrema proposta,
consapevole della propria irrealizzabilità nostalgica, di ripristinare il
ponte di San Giorgio, recuperandone le arcate sotto la nuova strada che le
copre.
-
-
Vai all'
Indice di ingresso