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Antefatti
Ricordando
Quando ieri pomeriggio, presso i
miei cari, il servizio televisivo ha commemorato la ricorrenza della morte
del cantautore Domenico Modugno, avvenuta un anno or sono, che
fitta, mi ha stretto in una morsa, al ricordo che la notizia l'
ebbi l'annunzio mi fu dato il
primo giorno stesso ch'ero a Malta, l'anno scorso, dal gestore di
quel ristoro popolare locale sulla punta estrema di La Valletta,
mentre come una cicala mi stordivo nella luce del mare assolato d/nella
baia .
E mentre intanto che il treno su cui rientravo poi
del rientro a Mantova era in partenza, allorchè quando mia
madre, che ha voluto accompagnarmi alla stazione, mi ha interpellato per
dirmi che se volevo andare via potevo ancora fare affidamento su di in
lei, che me lo avrebbe custodito con piacere l' uccellino , se mai ci
fossero state novità favorevoli, " che novità vuoi che mi si
presentino?- le ho detto,- questa è per me non è più che un
aborto di estate, senza possibilità di più possibilità
economiche di viaggi...", e d afflitto l' ho lasciata
conturbato contrariato in silenzio, per abbandonarmi al rodìo
del mio cruccio sul primo sedile interno del vagone del treno, certo di
averla intristita e di esserle passato di dentro, tormentoso, nella mia
perversità perversione, cui non so resistere, di
tormentarla e torturarla quanto più la sento nei miei riguardi
dolersi sensibile
sollecita.
Poi nelle intermittenze della sonnolenza sul treno di ritorno,
nella sonnolenza, durante tutto il ritorno che risentito
insistere della mente costernante sulla mia miseria sociale di
insegnante pubblico, poi, senza che fossi incapace di
desistere distogliermi dal mio risentimento verso per l'
inciviltà egoismo degli incolti abbienti
che la determina, prima che oltre la stazione d'arrivo lungo il
viale verso casa -ove da un' auto in corsa dei giovani, inidentificabili senza
poter essere identificati, cogliendomi di sorpresa si sono sporti da
un finestrino aperto sarebbero per insultarmi sessualmente recarmi
offesa sessuale- -, non riemergesse in me la tormentosità dell'altro
impedimento a partire, non meno decisivo, che mi trattiene tuttora
ancora a casa, quando tutto ciò cui avevo assistito presso i miei
familiari, nelle ore precedenti, così come lo riconfigurava
la riconfigurato dalla reattività che in me è insita verso
di loro, è riaffiorato a dissuadermi che potessi, mai e poi mai, affidare
a loro il mio uccellino.
Nessuna cura che paressero
prestare prestassero, affatto, a/di evitare trasmissioni di morbi
tra loro ed il cane di mia sorella che custodiscono, del quale ogni
vicenda di irrequietudine e danni arrecati che mi raccontavano, era
una ragione ulteriore per temerne la fatalità letale per il mio bel
canarino uccellino, qualora dovesse convivere con il cane sotto lo
stesso tetto...
E rimettendo piede nell'
appartamento e salutando quieto
il mio bell' uccellino che vi stava in gabbia quieto e silente, mi dicevo
che mai, e poi mai, avrei anteposto la mia passione dei viaggi all'
assicurazione convincente della sua incolumità, (qualora pur di
partire avessi ad affidarlo in mani altrui), per quanto viaggiare sia
rimasta la una mia la mia più reale passione
più vitale e un risanamento acquisizione di salute mentale, tanto e
che poi non avrei saputo perdonarmelo, se l' incidente paventato
fosse accaduto...
Eppure Ma anche stamane
quando non l' ho avvertito al risveglio, o poc'anzi quando si è
appisolato sul trespolo, ne ho paventato ed a un tempo atteso la morte
come una liberazione, e lo rivedo ora sul posatoio più alto come il mio
più amoroso gravame.
Il quale, mio adorato, * che mai
può avvertire o presagire, Che nulla può presagire o avverte, pur
nella sua apprensività, di
ciò che in me incombe ad angosciarmi nel silenzio intorno.
Cortona, 16- 8- 95
Che noia(,) e stanchezza di tutto,
nel pomeriggio, lungo il cammino che da San Domenico costeggia a oriente
Cortona, con che una che voglia inerme in corpo solo
di turpitudine, sfogata con lo struscio contro i boxer della recrudescenza
del glande; quando una giovane che sopraggiungeva alle mie spalle mi ha
inibito, anzichè provocarmi, nell'
intento di una sua più vivida e scoperta sollecitazione dell'
inturgidimento, finchè e infine finchè non sono arrivato
sono giunto nel borgo di Torreone*, dove con un panino con il pecorino mi
sono quasi sfamato.
Anche stamane mi sono sono
solo protratto, letargicamente assonnato, nel museo Diocesano e in quello
dell' Accademia etrusca, senza che neanche al cospetto dell' Annunciazione
dell' Angelico riuscissi a disintorpidirmi.
Sono così sfinito e sfatto, che
non provo nemmeno non provo più mi do nemmeno più
la pena di non essere altrove, per il fatto di trovarmi di fronte a
una anonima pieve toscana anzichè a una stupa, colà fra i nevai
circostanti dell' Himalaya invece che nella della Val di Chiana.
E ho rinunciato definitivamente
anche a raggiungere Kaled, ad
Ain Draham, telefonando
dalla mia città al recapito che mi aveva indicato per lettera, e che non
era finalmente un suo posto di lavoro, invece del levarsi dalla cornetta
di stridule voci di vecchie donne che non capiscono in arabo, la dalla
giovane che infine mi ha risposto e me ne ha parlato in francese,
mi ha fatto intendere ho compreso che ella non mi telefonava da era
un suo posto di lavoro dove il giovane fosse *occupato el giovane, e
leggendo sulla guida turistica ho poi appreso di come Tabarka, ove Kaled
mi ha invitato a godere di un tempo magnifico e del festival, vi ho letto
di come sia un polo turistico "pateticamente squallido", ove la
vita urbana "si riduce ai 500 metri di attraversamento della strada
per Tunisi che funge anche da corso".
ed In ciò che in me si è
venuto addensando, E che talmente, da un reincontro, ho finito per
attendermi il peggio (che posso attendermi,) per i nostri rapporti,
il mio timore
presagendo che in tale suo
stato di inoperosità, ed in assenza d'altro che sussista fra noi,
abbiano a farsi, nel disinganno reciproco, la sola ricorrenza di un suo
uso animale e animale della mia corporeità predisposizione simulazione
, nel venir meno definitivo di ogni affetto fra noi.
Talmente Quanto il
disfogarci reciproco pavento che si farebbe insistente, per nauseante che
fosse, se lui sottoponendomi a ciò che non sarebbe più per me che
passione fisica gusto fisico, nonostante tutto, in me non volesse che infierire su chi di una carne che al
rivedermi al rivederlo l' ha istantaneamente deluso e che non
può ricusare, come al rivedermi l' abbia ha scoperto/a
essere, la persona quella senza più attrattive, di
un uomo già trascorso già vecchio, sconcertato con se stesso di
averne patito la fascinazione come se fosse stato un ancor giovane corpo,
nel miraggio per il quale un anno fa mi ha amato, e poi
mi ha atteso, mi ha richiamato a sè da così lontano,
riavvinghiandoci in un rigurgito immancabile, coatto, ogni volta che ci
estraniassimo dagli altri giovani di Ain Draham, che come lui sono
senza un lavoro disoccupati e con i quali protrae i suoi giorni.
Un ricorso al sesso, che mi immagino, si farebbe tra noi
istantaneo indispensabile per rimuovere, appena si affacci, l'
intimità di ciò che di orribile dell'orrore che al rivederci
abbiamo prodotto, un ricorso inevitabile, lo sento, quanto lo sarebbe il suo tentativo di
valersi di me quale una sua risorsa, anche per nel
giustificarsi e farsi così una ragione di vanto presso il suo
"entourage", ho presupposto, del fatto per di
avermi indotto a raggiungerlo sino ad Ain Draham, dall' Italia, pur
di sottomettermi alla sua prestanza in avervi con lui quel genere
di rapporti ; a tal punto, così oscurando ogni prospettiva di incontro, a tal punto
talmente in me si è deteriorata l' esaltazione aspettativa
esaltata commossa ch' è insorta all' arrivo di quella sua lettera,
agli inizi di agosto, ove in cui Kaled, senza chiedermi o
insistere di nuovo perchè gli inviassi destinassi alcunchè di
materiale, mi offriva di andarlo a trovare a casa sua ad Ain Draham ,
dove il tempo era magnifico e vi è il mare e la montagna.
Eppure come mi è ancora cara,
sopravvissuta nel tempo, l'insistenza del suo desiderio e della nostalgia
che ha di me, non ho dubbi per illusoria che sia, sia( è
animata da un tale suo suo così vivo affetto per chi crede ch' io sia,
per chi crede di ritrovare come quel giorno quando io accorra da lui ...)
la mia presunta persona
/da così viva amicizia della mia persona, da essere sopravvisuta nel
tempo ad ogni lontananza, benchè all' atto del distacco, quando l' ho di
fatto avevo lasciato, per giustificarmi della mia precipitazione nell'
abbandonarlo senza che ne soffrissi, mi fossi voluto persuadere che lui
stesso avesse già cominciato a dimenticarmi.
così sentimentalmente espressa,
come fosse una ragazza, nei biglietti illustrati che mi ha scritto, per
quanto ne senta Mentre sono io, piuttosto, a sentirne ancora
troppo debolmente la mancanza, e sia flebile l' appetenza di tornare a
rivivere tutto con lui...
E anche che Bibò stia bene, e
canti ancora, per il fatto di non essere non essendo già ancora
entrato in muta, stamane l' ho appreso da mia madre senza alcuna
apprensione effettiva, quando stamane le ho telefonato a mezzogiorno.
Nei suoi voletti, e becchettii, già
anche l' uccellino già, il mio diletto ("querido") di
ogni giorno, che sempre più si sfuma e si assenta nella memoria. e
sempre più sfumato ed assente nella dalla mia memoria.
Verso Torreone
La Madonna del Calcinaio .Vedi Vacanze Sarde II.
Che ti sorprende, all' esterno,
come la si aggira nel suo situarsi lungo la costa che sale a Cortona, a
fronteggiarvi il divallare ( ameno) di olivi e pini ed oleandri, è
la sua primitività arenaria di costolature e rilievi, la frammentarietà
diruta del suo ornato, e quanto ti si offra prima ancora ti si offra,
senza rivestimenti, nel pietrisco e la roccia di cui è materiata; la
cupola stessa che la rinserra nelle sue membrature, fatta come di scaglie
primeve; in un' tutta l' esteriore umiltà collinare, che in
agglomerati di ciotoli anzichè paramenti di marmi, neanche le più
dimesse pievi romaniche padane riuscirono ad ostentare, quasi che nella
sua artificialità progettuale, volesse mostrarsi desunta da una
ricostruzione geometrica del fianco della collina.
Ma è in realtà l' estrema umiltà
esteriore del sublime, tanta la sua verticalità è serrata ad elevarsi
armoniosamente compatta, dalle membrature orizzontali, in un unico corpo
di materialità spirituale, così rude nell' esterno volume ad involucro,
quanto l' interno ne è il puro equilibrio delle intime tensioni
plastiche.
La volta a botte, della navata,
arcuata stretta quasi come pronta a scattare, non fosse per le
modanature orizzontali che la rinserrano, allentandone la stretta nella
arcatura delle cappelle che raccordano.
E la strombatura delle finestre, o le girali a ghirlanda degli
oculi crociati, come in un vortice anulare, sublimandola, rendono
più ancora remota la naturalità della luce che arrecano, ove la materia
non è più che tensione di forme divinanti, l'ottagono ruotante della
cupola che tutto unifica e assomma.
( riproducendo la stessa
fasciatura mediana finestrata di navate e transetti).
( Il testo risale all' arrivo a
Cortona.- il 15 agosto 95)
Il giorno seguente
Lungo la viottola che da Santa
Margherita reca a Torreone, ondeggiano nel vento le querce e gli olivi,
il cui affoltarsi intorno , (i margini) orlati di pietrisco quali
flutti e frangenti rappresisi, digrada e risale i terrazzamenti dei
declivi ulteriori, ove qualche raro casolare biancheggia o risalta
sperduto.
Qua e là, lungo i pendii, i
cipressi diradano nei filari,
curvilinei, che assecondano
la bianca polvere di vie a serpere in tornanti, o sulla sommità dei colli
si addensano ad incupirne il culmine di una gravità ferale, come vi
adempissero l' arcano di un tumulo geomorfo.
Fa da sfondo il verde più tenue
della piana, nelle campiture dei terreni dei coltivi, nei riquadri di
prati a tocchi di alberelli, costellati di radi cipressi, e cipresseti,
che infittiscono al limitare tra i campi e i borghi gravitanti nel piano, ne
costeggiano lo slargo della valle fino al fondo, prima che (ancora)
risalgano ancora verdi groppe montane.
Più oltre,
sfociando a mezzogiorno, la piana defluisce nella Valdichiana e nei
suoi abitati industriali, per farsi con essa
bordo lacustre, laddove, nella bruma vespertina,
s' allarga celestiale il Trasimeno, e il paesaggio, al di là del
promontorio, sfuma nell' azzurria di ondulazioni sino all' estremo
orizzonte.
( Ed in esse la vista si perde).
S. Biagio di Montepulciano
E oltre il cimitero di
Montepulciano, quando al termine del viale ho intravisto all' improvviso
la mole del tempio di San Biagio, nel divino delle sue forme mi è apparso
un Nume pagano.
19 agosto 95.
Dalle Valle d'Orcia alla Saccargia
Vedi Vacanze Sarde II.
Nel mattino d'agosto, al
termine del viale di cipressi che discende da Montepulciano al cimitero,
quando la Chiesa di san Biagio mi è apparsa fra i poggi senesi, ho
avvertito l' impatto con un aerolite mentale, tanto la volumetria ne
appariva il compact di un unico solido, nella fiction cristiana della
rinascenza delle forme più pagane.
Mi sono quindi distolto dall' intento di scrivere,
talmente, quando a Montepulciano mi si è poi aperta la vista della
valle dell' Orcia, mi sono sentito vanificato del tutto, al cospetto della
marezzatura nel vento di quei declivi gialli di stoppie , ondulantisi
l'uno nell' altro in groppe brunite all' affiorare di crete.
Ai margini di quei fulvi
appezzamenti, nel verde s'
infoltavano querceti e
vigneti, ulivi e cipressi in macchie o sparsi filari, per i campi i tocchi
sparuti di loro singole
chiome, senza radura alcuna alla sommità dei colli, ove non riparasse una
fattoria od un casale.
Un' ondulazione che alla vista da
Pienza discendendo verso Corsignano, più a sud si è fatta
la fuga continua, in poggi e poggetti, del fulgore dei campi sino
alle sommità remote dell'Amiata e del dirupo accanto di Radicofani, in un
paesaggio circostante ove il più favoloso Trecento si faceva reviviscente,
esumava l' oltranza d' Oriente in terra senese.
Finchè la rinuncia a seguitare a scrivere, nell' affanno di uno
spostamento continuo affrettato e incalzante, ieri da Cortona a
Civitavecchia e poi a Tarquinia, per vederne affaticato dalla sonnolenza i
sepolcreti etruschi prima di imbarcarmi per la Sardegna, oggi non ha avuto
termine, allorchè in treno levando gli occhi sull' arido interno del
Sassarese, nell' avvallamento che
la ferrovia costeggiava , oltre Bloaghe mi è apparsa la S.S. Trinita di
Saccargia, ed ho trovato aperta la guida alla pagina stessa che ne reca l'
immagine.
Lunedì 21 agosto
La giornata di ieri, una domenica
solare, fino a sera l' ho trascorsa fino a sera in Alghero,
recandomi nel primo pomeriggio in battello alle grotte di
Nettuno, con l' animo che veniva ripensando mentre venivo
intermittentemente mentre ripensando per le vie del centro, e
quand' ero al largo della costa sul battello in mare aperto, continuamente
venivo ripensando che mi portava alle grotte di Nettuno, che
stavo perdendo le possibilità ultime, per quanto fittizie, di raggiungere
Cagliari e di imbarcarmici per la Tunisia e per andare da Kaled; -ma che
seguito a parlarne, mai, se nel giardinetto dell' ostello tutto il mio
essere ch' è è tutto adesso impegnato a dissimulare all'
interessato, nello scriverne, quanto sia appassionato del bel ragazzo ch'
è alle mie spalle, di
nazionalità belga, a quanto mi ha detto lui stesso
quando l' ho interpellato ieri sera al mio rientro, di cui l'
incanto mi ha folgorato istantaneamente, appena all' arrivo all' ostello
l' ho visto e lui mi ha scorto ch' ero indaffarato nell' aprire il
cancelletto, senza che ridesse ridere del mio impaccio imbarazzato.
E l' intento, che mi sono subito
prefisso, di non dare alcun
seguito a quella fascinazione imprevista, dileguava come in branda
socchiusi gli occhi me lo ritrovavo davanti, che sopraggiungeva dallo
stanzino più interno e mi porgeva il più gentile saluto adolescenziale,
in un sorriso luminoso e
intimidito...
I giovani con i giovani e i vecchi
con i vecchi, i bei ragazzi col loro giro di ragazze e gli invertiti che
se ne stiano da soli in solitudine, ma è piuttosto il caso
di ripetere e di ripetermi ancora, mentre di nuovo fingo di non
vederlo , come lo sguardo a lui fa capo e lo sorvola ritorna.
Ma che potrei attendermi anche piuttosto
invece da un ritorno a Kaled, -me
ne distolgo,- e qualora adesso (anzichè qui fossi sulla) non fossi qui
ma quand’anche fossi invece piuttosto sulla
rotta del canale di Sicilia, che cosa
mi aspetterebbe attenderebbe ad Ain Draham, nei prossimi
giorni, se non che infingere che la distanza e il tempo
abbiano ridato vita a ciò che tra noi due tra me e Kaled
era dissimulazione già il giorno seguente, e cui solo lo sfogo dell'
animalità istintualità sessuale poteva dare ancora un seguito. A Tra
quali cenni d'intesa, sul mio conto, tra lui ed il suo entourage.... ambiente
di vita
E tra poco debbo pur partire, mi
sollecito il moto e il fare sono pur
sempre un rimedio alla pena, e questa mia pena comunque è comunque
vivere, mi dico, persistendo se persisto nell' intento di per
recarmi a vedere nei paraggi il nuraghe di Palmavera e la necropoli
Anghelu Ruju, e di trattenermi finalmente per un pò di bagni e di sole (,)
alle spiagge vicine delle Bombarde e del Lazzaretto, presso le quali mi
sono già sospinto l'altro ieri a piedi.
Ieri intanto, in battello, il
tragitto marittimo da Alghero fino alle grotte di Nettuno, mi ha
consentito di osservare dal largo l'intera riviera del Corallo, e di non
avervi per ora altri itinerari o mete da propormi.
Già in mattinata, pur se ero già
in lotta con l' insorgere della mia pena, avevo già trascorso
piacevoli ore ad Alghero, così ariosa e luminosa nel suo barrio, i panni
stesi che si dibattevano al vento al nel dibattersi al vento dei panni
stesi nelle sue rue catalane; ritornando spesso sui miei passi lungo
via Umberto I, al suo fondale del campanile gotico aragonese e del
portale floreale ( florescente ) della cattedrale, ai bilanciamenti gotici
delle finestrature fitomorfe dell' elegante Palazzo Machin lungo il suo
corso; per ritrovarvi alfine, al termine, nostalgico del mio canarino, la
gabbietta con gli scriccioli appesa di lato a una finestra, gli uccellini
che vi saltabeccavano incessanti tra una buccia di fico e delle foglie di
lattuga.
Ed al rientro in Fertilia, quando
la signora Margherita che gestisce ed accentra la direzione dell' ostello,
mi ha invitato a cenare a una tavolata ove non v'erano che loro, ragazzi e
ragazze, e mi sono ritrovato con al centro lui sfavillante bellissimo
di incantevoli sguardi, che si inflettevano nei miei riguardi in
ammiccamenti ed in compiaciuti cenni d'intesa, ero al colmo di una mia
beatitudine fisica, mentre per non essergli molesto, ed
inopportuno, me ne distoglievo nella conversazione con lo spiritato
Wolfgang di Innsbruck, e con una giovane di Monaco che mi ha detto che suona l'
arpa, esteriormente dimessa quale una nubile precoce,* ma come
emanante la più pura e luminosa radiosità di fanciulla,
non appena come ne convertivo al riso la disposizione interiore a
una sofferenza talmente così viva, da apparire di una essere
inconsapevole della sua stessa intensità inumana.
Frattanto il cielo si è
annuvolato, e con il bel tempo se ne è andato via il ragazzo belga,
coinvolto nel turbillon, al viavai di chi parte ed arriva qui all'
ostello, della sua nuova ed
immancabile compagnia di occasionali " fillettes"; al che ed
io sento riacutizzarsi la pena, nel permanere io qui invece a scrivere
ancora, e parlare adesso in seguito ancora della grotta di Nettuno
e della sua féerie turistica, ed ammanierarmici ad evocarne le
concrescenze stalagmitiche di funghi minerari e le colature di
felci stalattitiche, quando a quel in un tour de force della natura
fossile, in di glasse pendule di colature a guisa di
ossami(,) e in di sfibrature nervose, in in un sublime
inorganico di canne di organi e guglie e pinnacoli a quel suo cui
, in un crescendo, nel ventre roccioso,
cui in un sublime inorganico di canne di organi e guglie e
pinnacoli, sono rimasto alla fin fine definitivamente tuttavia
indifferente, come alla vista scoscesa di capo Caccia o della rada di
Porto Conte.
Ma basta, così, il sole è
riapparso e io debbo pur muovermi, suturare la ferita e reincamminarmi mettermi
in moto ,
vagheggiando di nuovo il mio
uccellino carissimo,
che sotto la sua coltre di tulle
ora nella camera da letto di mia madre, quietamente si ciba come al solito
del seme prescelto, fa i suoi voletti e si rispecchia, poi a sera
riammanta le piume e si assopisce nel sonno, confortato io almeno
dal dato di fatto, che per il più ch' è passato i miei capelli
siano sempre più ostentatamente brizzolati di bianco.
* riveduto il 6 febbraio 1996/ il 7 luglio 1996
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