Martedì 22 agosto 95
22 luglio 95
Ieri sera, in Fertilia, di rientro
dalle visita alla necropoli e al nuraghe, -interminabili le siringhe di
drogati lungo la strada da Alghero, poi all' aeroporto trovando riparo da
un acquazzone a dirotto,- nel
ristorante ove ero già in
stato di ebbrezza per la sola birra che ho preso insieme a una
pizza, sotto l' effetto stupefacente dell' esaltazione narcotica
del mio dolore di tutto, - confidavo di narrare a quel ragazzo
belga tutto ciò che lo riguarda, tale e tanta era la mia lacerazione
senza alcuna speranza, spasimando che ero ingordo avevo
l' ingordigia ingordo solo di morirne lì all' istante-,.
Più tardi, nel subbuglio
notturno, ho escogitato piuttosto addirittura lo stratagemma di
rivelargli indirettamente la mia verità umana indirettamente,
chiedendogli di correggere e dunque di leggersi la lettera che in francese
sto inoltrando a Kaled, per spiegargli questi gli in futuro, quando la
riceverà, perchè oggi mi ha atteso invano ad Ain Draham.
Così come è accaduto che il
primo giorno, l' altro ieri, il giorno quando lo ritenevo ancora un
italiano, stesso in cui quel ragazzo mi ha incantato a prima vista,
è accaduto che quando sono sopraggiunto nel cortile dell' ostello dove già
lui era ridisceso, mentre
l' ho colto che da delle giovani con cui era in compagnia, egli si
faceva tradurre la una lettera appassionata di una adolescente che
si era infatuata invaghita di lui.
Alla lettura di quelle mie pagine,
prefiguravo, avrebbe così inevitabilmente appreso, di rigo in rigo, di
come io fossi un uomo di
questi più adulto ch'è amato da quel di un giovane tunisino,
e
come
ne
abbia
che di costui ne ha aveva disatteso la chiamata,
in questi quegli stessi giorni, per il timore di apparirgli sia
pure a distanza di un solo anno, già restituito alla
mia
età troppo
invecchiato
attempata
nel corpo e
oramai
trascorso negli affetti ,
rivelandogli
di
rivelargli, in
tal modo, che in me non aveva mai amato un essere che fosse ancora chi
credeva ancora un essere giovane altro giovane uomo
e e
che potesse capace (di essergli amico e) affascinarlo ancora.
E quindi come paventassi, che
nella disillusione, tutto avesse a risolversi nel suo sfruttamento della
mia persona come risorsa, e- parole definitivamente già
inequivocabili infine per il ragazzo- nella sola materializzazione
sessuale del nostro rapporto, che avrebbe significato, purtroppo,
che non esisteva più nient'altro che quello tra di noi...
Talmente dispero che possiamo fare
affidamento l'uno nell' altro,
per esserci vincolati l' uno all'
altro tramite i soli sensi...
Ma nel passo seguente della
lettera, il cui concepimento, già nel suo prefigurarsi, era come se
avesse rivelato a me stesso la verità umana di quel mio rapporto, nel
disvelarla a Kaled al cospetto del ragazzo belga che l' avesse letta la
venisse leggendo leggesse, avrei già risollevato verrei
risollevando Kaled da tutta l' amarezza in cui l'avrei appena
prostrato, con il confidargli come nonostante tutto quello che ho avessi
in effetti ragione di temere, non avrei potuto e non avrei dovuto
dimenticare, quando mi sono rifiutato* , come lui mi abbia in quei giorni
veramente amato, di cui nonostante avessi motivo di presupporre l'
agire interessato, e tuttora mi ami sia affezionato come un
amico, se per scrivermi è giunto ad imparare dei rudimenti di italiano i
suoi rudimenti che ha appreso dell'italiano, e comunque sia, quanto
resti vero che ho un debito immenso e inestinguibile interminabile
con lui, perchè anche se per un solo giorno, ed una sola notte, con lui
sono stato me stesso in ciò che più sono, ho avuto un'esistenza reale e
ho realmente vissuto fisicamente, nella mia sola natura in questa mia
sola vita, nella mia condizione esistenza altrimenti perpetua
di anima morta, in lui ritrovando la devozione carnale fisica, e la
tenerezza dedita, di un uomo uomo
il quale mi ami e sia più bello e più giovane di me...che è quanto di
più vitale ed essenziale io potessi e possa avere da un altro altri...
E sappia dunque Kaled,
perdonandomi se ho sbagliato, che se ho agito male non andando da lui, che
lui è sempre il mio più vero e il mio solo amico, e che come avrò
il modo tempo ed il denaro, anche se il tempo non sarà magnifico,
verrò a trovarlo ad Ain Draham, ove mi attenda il mio arrivo prima
o poi...
Una volta tracciato l'abbozzo
della lettera a Kaled, subito dopo colazione, quando quando è
disceso stamane al ragazzo belga glie
l'ho chiesto la cosa,
pregandolo soltanto di leggermi e correggere una lettera, in francese, che
dovevo inviare al più presto ad un mio amico tunisino, una volta
tracciato l'abbozzo della lettera a Kaled dopo colazione, e quando
nei bagni, dove l' ho raggiunto, successivamente gli ho fatto presente che
tuttavia si trattava tuttavia di alcunchè di delicato nei suoi
contenuti, e gli ho chiesto per questo quanti fossero i suoi anni; al che
mi ha detto di averne diciannove, e ha consentito ugualmente consentendo
alla mia richiesta senza fare delle difficoltà.
Al che Istantantaneamente
un moto di felicità in me è insorto dirompente, a placare e a mutare (
che ha placato e mutato) in radiosità esultante ilare la mia
agitazione nervosa, mentre dovevo salutarlo e correre da lui correvo
già via da lui perchè in strada mi attendeva l' autovettura dell'
ostello, che doveva precipitosamente, per recarmi a prendere all'
aeroporto per prendervi il pullman dall' aeroporto di Fertilia per
Stentino.
L' incanto del cui mare, bello
quale non ne ho mai visto alcuno nelle sue acque, ha lungamente sopito e
quietato la mia disperata gioia, intanto che in me affiorava il senso di
tutta la follia del gesto che avevo meditato di compiere, pur di attrarre o
repellere il giovane nel vortice della mia verità umana
Ed al venivo ripensando il al
mio uccellino, sotto il suo velo di tulle presso mia madre che l' ha in
cura, le piume e la voce in perdita nella muta che lo quieta, venivo
ripensando come oramai soltanto ad una vagheggiata memoria,
sentendo e che constatavo
come se fosse intanto morto, sarebbe già un caro idolo sepolto memorabile
e limpido nel mio passato.
( Aggiunta posteriore, del 20
febbraio 96:
E nella gabbia della mia memoria,
la sua immagine viva e morta saltellava di qua, saltellava di là, da
una remota distanza, e da un
remoto passato, da un' altra vita già trascorsa.
Quando eppure egli era vivo
viveva, senz'altro, assistito dalle cure di mia madre sotto il velo di
tulle,
le piume e la voce in perdita
nella muta che lo quieta, all' accadimento il suo stupore animale (ch' è
divenuto) più passivo e in attesa.) I
Al rientro la sera in ostello, come
quando il ragazzo l' ho riveduto, ogni volta che ci siamo incrociati, il ragazzo mi ha salutato
scherzevole e ridente, fingendo, nel recarsi alla doccia sottostante, di
rimproverarsi per la propria ripetuta sbadataggine che lo costringeva a
fare ritorno sui suoi passi per recuperare il sapone o un indumento gli
slip che si era dimenticato in effetti di portare appresso.
Quando successivamente l'ho
reincontrato nel centro di Fertilia, i mi ha detto che se in quella
mia lettera, che aveva da correggermi, temevo di espormi troppo
nella delicatezza dei contenuti, lui poteva correggermi "quelque mot
ou quelque partie seulement", (e) al che allora ho inteso, in
tutta la sua alienazione, quanto fosse inconsulto precipitare verso un
esito così inconsulto avventato un rapporto di invincibile
irresistibile simpatia reciproca; finchè ieri notte, sul tardi, mi sono
avvicinato al gruppo in cui il ragazzo stava discutendo con altri, e ho
potuto approfondire ho approfondito la sua conoscenza mentale e
personale.
.........................................
Lui è E' ancora uno
studente delle Superiori, ed all' Università intende approfondire gli
studi in Economia e Commercio, per divenire esperto nel restauro degli
immobili che suo padre acquista e rivende suo padre.
Ho inteso accertare a proposito se
vi fosse solo un movente economico nei suoi indirizzi: mi ha invece
rivelato in questo un suo orientamento estetico e di gusto già
formato, una predilezione particolare per lo jugendstil di Bruxelles.
Si è poi parlato, insieme con un
universitario giovane ginevrino che sta per laurearsi in Geografia,
della vita (e) dei giovani in Italia, di come si differenzino
dalla vita e dagli da quella degli altri giovani negli altri paesi d'
Europa, delle diversità differenze dei sistemi scolastici.
Ed egli ci ha allora detto,
lamentandosene, di avere ripetuto due volte una classe.
Per una la "
note" in Matematica ed Informatica.
Mentre a notte tarda mi
riaddormentavo, (la mia passione) mi è parso che la mia passione infine
si venisse quietando placasse placarsi, e approdassere alla quiete,
trascesa conseguita di un rapporto di dall'
intellettualizzarsi del mio rapporto un' intesa mentale con il mio
giovane belga.
Se ci ripensavo, in quel suo
riferirsi alla sua professione futura, che aspettative scostanti mi aveva
freddamente ostentato, di affiancarsi e subentrare al padre nell'
esercizio di una (ricca) carriera di immancabile successo .
Con l' avvenenza del suo charme,
poi...
Ma già stamane era reinsorto/a l' affanno /l' angoscia
del timore di di non perdere con lui il contatto, appena come
mi si è mostrato di nuovo così sensibile e grato, a per ogni mia
gentilezza o riguardo che gli serbo uso, talmente così adolescenzialmente
mi appare irresistibilmente educato e *corretto (,) nella sua
integrità adolescenziale,( e così) incantevolmente ridente
a ogni mio scherzevole facezia accenno o motto di spirito,
scusandosi se per questa o quella una sua urgenza le sue urgenze
non può trattenersi oltre con me, ogni volta che mi lascia nell' ostello
da lì solo.
Così è stato anche ieri sera,
quando l' ho esortato a recarsi prima o poi a Stentino, incantato dallo
splendido mare da cui ero appena reduce , e lui si è ripromesso di
andarci al più presto, pregandomi di segnalargli i luoghi di mare più
belli di cui avessi conoscenza.
" Je veux que nous nous
tutuyons" mi ha allora detto, col fare di un fanciullo deliziosamente sottomessosi alle mie direttive, ben
diverso dal giovane uomo sicuro di realizzarsi come prossimo a
compiersi in un restauratore impresario edile affarista
che mi sarebbe apparso si prospettava più tardi, quando in
giardino mi ha dichiarato dichiarava i suoi futuri intenti
professionali di lavoro; ed io nel suo sguardo è in quelle
sue sole parole, a quelle sue sole parole, intimamente intriganti, che
ho letto fulminante una sua intesa segreta, intrigante, più
vera, e per me più rivelatrice, delle
sue più abitudinarie r quanto più esteriori frequentazioni delle
ragazze.
Quasi che la sua vera natura,
tenuta nascosta, vi trapelasse e trovasse uno squarcio invitante...
E di scriverci "en nous
tutoyant", di lontano, sarà l' offerta che gli rinnoverò, farò
( inoltrerò) per indurlo a consentire che restiamo in corrispondenza
quando ci saremo lasciati.
revisionato l' 8 e 9 febbraio 1996
e quindi il 20 maggio./ e l' 8
luglio 96
Fertilia 23 Agosto 95
Mentre cercavo di visitare Stamane
il Museo archeologico di Sassari, di cui Stamane ( Ieri
mattina) ho percorso e ripercorso con la testa invasata le sale del museo
archeologico di Sassari, vano nella resa di costringendo la mente,
con la forza, la mente
in ogni ripetuto tentativo cercando
di fissare sui reperti l' attenzione, quandoe altrimenti, mi sarei
anche addentrato a
eviscerarne le cavità nelle domus de janas, talmente
era soggetta, l' immaginazione ossessa,
ad allucinare l' imminenza e il compiersi di rapporti sessuali con
il ragazzo belga, tanto su di me ha potuto hanno
potuto i soli modi di quel solo invito a "le tutoyer", che
il ragazzo belga mi ha rivolto, e solo a Santa Trinita di Saccargia,
fra le nuvolaglie ventose, ho potuto riavermene e trarne respiro sfebbrandomiene,
ed ho allora implorato la divinità più imminente chiesto a qualche
dio lì presente, chiunque egli fosse, purchè esistesse, di negarmene
ogni possibilità, pur di permanere restare suo a lui
caro caro a quel ragazzo, e di disporre nel tempo della sua amicizia
perenne dell' amicizia perenne del ragazzo belga.
Al rientro in Alghero dove credevo
che si trovasse, che fosse presente, poichè vi si era recato
quella in giornata a visitare le grotte di Nettuno, ho cercato di
fare soltanto ciò per cui altrimenti ci sono rimasto, mi ci ero
recato, e nel solo tempo per questo indispensabile - per
nient'altro, pertanto, che per comprare le illustrazioni cartoline
più belle del mare di Stentino-, e mi sono ripromesso di rientrare a
Fertilia quanto prima, nel desiderio e il timore e l' ansia, quel ragazzo,
di incontrarlo lì in Alghero, imbarazzato, nella circostanza,
a simulare la casualità dell' evento.
Vi rimanevo invece sorpreso di
incontrarvi invece due miei colleghi di scuola, insieme con la loro figlia
in vacanza in Sardegna, e mi intrattenevo con
loro piacevolmente, distraendomene dalla mia pena amorosa.
Il ragazzo belga lo
rinvenivo invece di rientro quindi in Fertilia, all' ostello, in
compagnia perenne delle solite ragazze,
e disilluso di schianto nella mia follia di goderne averlo,
mi chiedevo perchè mai avessi voluto tentare di uscire dall' Inferno
della dalla mia inesistenza sessuale, di esistere fisicamente,
di vivere avere anch'io una esistenza vita corporea carnale,
soltanto, come già fu ogni volta, per precipitare nell' Inferno più
atroce e inesorabile fatale di ogni mia reviviscenza.
, e E tornavo a ripetermi
che quel ragazzo, la cui
gentilezza educata, e il saluto immancabile, costituivano tutto quanto
aveva da riservarmi, era la punizione che mi era inflitta per avere eluso
e deluso Kaled, dagli eventi destinatimi all' atto stesso di rifiutarmi di
recarmi da lui alternativi che mi erano capitati in sorte all' atto di
rifiutarmi di recarmi da lui, Kaled che tornavo a rimpiangere come il
mio solo possibile amico ed esito destino carnale, e (come colui
che) che così imperdonabilmente avevo tradito.
Finendo invece, in tale miserabile
sorte occasionatami invece, per mendicare un saluto ed offrire in delirio
i miei servigi sessuali, e in effettive parole vaniloquianti inoltrare il
recapito, a chi non avverte non sente di avere con me nemmeno un
tratto di strada da compiere accanto in comune (a chi non si
sente con me di compiere nemmeno un tratto di strada insieme).
E finendo per dirmi che se non
voglio nonostante tutto morire, è perchè per me la morte sarebbe lo
spegnersi dell' immagine di quel ragazzo sotto le palpebre.
..................................
Nel cuore della notte, io solo in
cortile, ho appena terminato
di scrivere la mia lettera di pentimento a Kaled, e sono finalmente
giunto a scrivergli effettivamente, e così ad intendere, che per Calibano
che egli sia, per bruto e maniacale ed ignorante che risulti nella sua
docilità sottomessa, è la persona più importante che per me esista al
mondo.
Poc'anzi lungo le scale esterne,
rientrando a dormire, quando il ragazzo belga, allorchè l'ho
intrattenuto, ha seguitato a scusarsi del fatto di non avere tempo per me,
benchè da ore penassi nell' ostello come un cane in agonia, uggiolandogli
nei pressi senza mai accostarmi, sono infine riuscito a vederlo finanche
brutto, almeno un poco
più di me, e a sentirmene finalmente libero.
Senza per questo volergliene di
alcunchè affatto di nulla.
E come potrei, quando (nonostante)
anche adesso, tutto ciò che ho finalmente inteso di dovere a Kaled, è
una obbligazione verità che sperimento ancora falsa, una commedia
dell' anima che non mi determina, per il semplice fatto che io per lui non
sento per lui l'amore che egli
prova per me.
E a lenirmi la pena e a
conciliarmi il sonno, mi conforta l' idea che in ogni contrarietà
affettiva che sperimento, si riproduce tragicamente il gioco della mia
relazione affettiva situazione
con gli animali domestici: ogni gioco, finchè resta un gioco,
essendo la simulazione drammatica di ciò che altrimenti è
tragedia per chi patisce la perdita : com' io, amoroso, abbia ogni
dedizione e cura per un canarino che mi riserva soltanto la sua paura
volatile, mentre non cesso e non cessi di mostrare, se non ripulsa,
infastidita ritrosia al cane boxer dei miei familiari quando questi mi si
fa incontro inesausto, ch'
è inesausto non
si stanca, invece, che gli porga di chiedermi invano di porgergli
la mano sulla zampa, per
leccarmela a ogni mio arrivo mia venuta con devozione incessante. inesausta.
E infine nel masturbarmi, per
prendere il sonno, pur se con accanto in branda mi era il ragazzo
belga, immaginavo che a manipolarmi il glande e i testicoli fosse Kaled.
revisionato il 9 febbraio 96
revisionato il 20 maggio 96
25 agosto 95
Ma già stamane stamattina,
quando sono uscito dall' ostello che erano da poco passate le sette, per
fare un bagno che mi ritemprasse nella mia ansia insonne, nonostante
tutto ero ancora e già così preso dal ragazzo belga, dal mio
intento di interessarlo in qualsiasi modo alla mia verità umana, che nel
refrigerio delle acque marine e sulla spiaggia dov' ero risalito, in
assoluta solitudine, meditavo ulteriormente di involgergli la lettera a
Kaled in un'avanlettera, una prefazione a lui rivolta, in cui
intendevo disvelargli di quale conoscenza della natura generale dei
sentimenti umani fosse capace, e dunque dei suoi stati d'animo, io
potessi dispiegargli attraverso la mia esperienza particolare.
Gli avrei così rivelato quali
affinità sussistessero tra la mia condizione e la sua sua, proprio in ciò
che faceva della mia sofferenza una pena diversa particolare per
ciò che poteva determinare la mia nella mia diversa sofferenza: la
cui miseria reale, in relazione a Kaled, era che la mia desolazione di se
mi desolavo certo d'averlo deluso, in effetti non significava niente
di reale tale mia pena, poichè il mio sconforto la mia
desolazione d'avere tradito Kaled, per insistito che fosse, non poteva
determinare che un nulla di fatto nel del mio comportamento
effettivo di a porvi rimedio, se poichè basta sentire
comunque di meno di chi ci ama, vi dicevo, perchè il nostro presunto
affetto sia indifferenza di fatto alla sua pena.
" Come accade tra noi
due, che in quanto tu si verifica che) è perchè tu mi sei
affezionato di meno di quanto io non lo sia a te, che tu non puoi possa
puoi avvertire quant'io ne soffra".
E intanto ripensavo tra una
bracciata e l' altra, nell' acqua tersa, che la mia indifferenza reale
alla delusa attesa di Kaled, pur nel rincrescimento per il dolore che gli
arrecavo a Kaled, era suggellata dal fatto stesso che della lettera
a lui destinata, che n'era l' espressione, perchè in questo mi
disvelasse a lui, m' importava che ne fosse innanzitutto il ricevente finisse
innanzitutto al il giovane belga prima ancora che a lui, come
la indifferenza di questi del mio nuovo amico alla pena delle
ragazze fanciulle che attraeva ammaliante e che ( faceva finire)
lasciava in lacrime, era attestata dal pubblico dominio cui poteva far faceva
sottostare le loro lettere ( le sussumeva)
per farsele tradurre.
A tal punto ero e sono ancora
irretito dallo charme del mio
giovane belga, e penosamente seguito ad illudermi di potere esercitare
ancora alcuna presa su di lui.
" Tu sei la mia espiazione
della mia indifferenza verso Kaled", era il ritornello in cui variavo
a mio consumo il mio delirio di appassionarlo a me stesso, che si
presumeva sfebbrato nel moto stesso di riassalirmi ancora più acuto.
Tamt' è che Ma bastava che
al rientro, come lo ritrovavo a colazione, la reciprocità del sorriso ci
magnetizzasse contagiosa, che ci sentissimo di nuovo reciprocamente e
naturalmente simpatici, perchè gli cedessi e mi riavvertissi tuttora
tutto preso da lui, contentissimo, gli dicevo, che la giornata a quell'ora
si annunciasse celestiale, cosicchè avrebbe avuto modo al ritorno di
ringraziarmi moltissimo, per i colori che avrebbe assunto per lui il mare
di Stentino dove si sarebbe recato in giornata secondo il mio
suggerimento, intanto che gli
mostravo le mie mutande bagnate infilate di lato di boxer, a testimonianza
di come a quell'ora avessi già fatto un primo bagno refrigerante ( "refrechissant).
Poi durante tutta la l' intera
giornata, puntualmente trascorsa in direzione opposta al verso che
assumeva la sua, nel corso dell' intero itinerario sul pullman per
Sassari e poi su quello verso il nuraghe di Sant'Antimo, sotto la
pioggia che si scatenava in prossimità del sito *, e durante la visita
dei resti e il rientro a Fertilia, ogni sforzo della mia anima, di lui
esaltata, è stato poi teso a preservar(se)lo a sé come un amico, eppure
immaginandomi, nei più in singolari contesti a venire in cui senza
demordere nel mio desiderio, mi limitavo, supponevo, a chiedergli
irreali contesti, intento nel proclamargli quanto il suo sentimento di
amicizia potesse bastarmi, mentre se ne avesse avvertito il bisogno, mi
sarei detto disponibile a tutto nei suoi riguardi.
" I'd like to be for you a
humanf self- service," " dove ti puoi prendere di tutto potete
prendere di tutto, anima e corpo, oppure come ti vi aggrada non
servirti vi di nulla"....
Credevo, nel ritrovarlo all'
ostello, di dovergli chiedere scherzosamente che mi risparmiasse i suoi
colpi la bastonatura, di sferza, per avergli vaticinato una
giornata magnifica mentre invece il tempo era stato pessimo, mostrandomi
desolato che la sua escursione a Stentino fosse stata rovinata dal
maltempo; ma il giovane, ridente, mi tranquillizzava che quella giornata
era stata rovinosamente di pioggia solo per me, e mi magnificava il mare
di Stentino, dicendomi ch' eppure vi era stato il sole e che l'aveva
trovato " superbo/ superbe" nei suoi colori.
Allora con accenti *che ancora
ritrovo sinceri, salivamo insieme verso la nostra camerata, ed io al suo
seguito, estasiato, che avvertivo di stare toccando l' acme della
felicità consentitami, tanto lo sentivo e mi sentivo per davvero soltanto
suo a lui amico, capace davvero di potergli dare per davvero
con sincerità assoluta.
Intanto che i miei pensieri, *a
ruota libera, mi smentivano nel loro proposito stesso di sincerarmene
:" E dato che devo pur dirtelo, - mentre smentendomi immaginavo prima
o poi di dirgli-, immaginando di dirgli, -poichè su questo prima o poi si
fanno delle supposizioni, quando accade come nel nostro caso che un
ragazzo più giovane entri in rapporto con un uomo più adulto, sappi che
se tu vuoi disporre di me del mio corpo e dei miei servigi sessuali,
fisicamente, io sarò ben contento di soddisfarti, ma che per me la cosa
non è affatto un problema. Pas
de tout". * revisionato il 12 febbraio 96
Frattanto, per il sopraggiungere
di un gruppo numeroso di giovani turisti francesi, una comitiva simpatica
e varia di ragazzi e ragazze, pur anche egli si è addirittura
sistemato nel letto a castello a fianco del mio, e potremo avremmo
potuto così condividere anche solo nel reciproco silenzio le notti
future, come ancora vagheggio, in seno alla pacificatasi la
difformità angelicata della mia natura ( come la definisce un articolo
nell' allegato odierno del Corriere della sera, a/di commento della
diffusione dell' omosessualità nelle istituzioni religiose.)
.............................................
Ma Ma quando volevo credere
già appare più
prossima, o appena compiuta, la trasfigurazione in un mero rapporto di
in una mera amicizia della mia relazione del mio rapporto con il
caro ragazzo belga, congiurano gli eventi a che esso debba
riproporsi come più ancora tremendamente avvincente
immancabilmente gli eventi hanno
congiurato a provocarne, sconvolgendomi, a che in me ne insorga il
reclamo carnale sempre più disperato ed esasperante.
Allorchè la sera mi sono sporto sporgendomi
dal ripiano antistante la camera, non ho intravisto nè lui nè
alcuno del suo giro giù nel cortile,
sono allora quindi uscito a gironzolare e gironzolando
per il centro di Fertilia, dove ho notato ch'era sopraggiunto e che
si annunciava l' inizio di stava iniziando uno un
doppio spettacolo di squali, e ho supposto che vi si fossero
recati tutti quanti;
Intanto e
siccome poichè non desistevano seguitavano a stimolarmi
i morsi della fame, e ho deciso di non economizzare anche quella sera ulteriormente
sui pasti e di recarmi di nuovo in pizzeria, nel vicino ristorante
"Il Paguro", dove ero certo di non trovare nessuno che
conoscessi, e contro ogni mia aspettativa li ho ritrovati attavolati tutti
quanti: e dove fra il chiasso degli italiani, chiassosi,
il suo silenzioso charme mi era più seducente, più
irresistibile che mai.
Ed io al suo cospetto mi
riscoprivo(,) di nuovo succube nei suoi confronti, di nuovo
disperato ed impotente a rinunciarvi.
E il ragazzo lui, cui in
disparte mi ritrovavo ora stavo di fronte, non appena lo guardavo
mi sorrideva e mi lusingava invitante, rispondendomi puntualmente
eppure senza mai farmi alcuna domanda, a quanto gli chiedevo della sua
simpatia per l' Italia e gli italiani; sinchè ho sentito che per lui
diventavo mi sono sentito divenirgli fastidiosamente insistente ed
imbarazzante nel mio rivolgermi a lui, ed ho cercato in ogni modo di
distogliermene dal mio
caro ragazzo.
Ma non ne ho ricevuto alcun aiuto
e conforto, mentre mi cadevano il volto e ogni sentire interiore, nello
(in uno) sgomento stordimento (attonito) della mente insorditasi
fra il clamore d'intorno, la testa fra le mani, senza che lui non
mi rivolgesse più prestasse nemmeno attenzione.
Quando finita la cena pagavo il
conto, insieme con i giovani di quella compagnia che al pari di me avevano
consumato soltanto una pizza e una birra, e uscivo insieme con loro che
stavano per recarsi in discoteca, fortunatamente ho avuto un sono
riuscito ad un in un moto di reazione orgogliosa nel congedarmi mi
congendavo istantaneamente, per prevenire il loro distacco da un tipo
che iniziva a risultare se non già importuno, oltremodo imbarazzante:
" Mi scuso con voi se non
sono della vostra età, ma non posso, per questo, accompagnarvi in
discoteca".
E lui, in un suo sorriso, ho visto
che alle loro spalle ne era rimasto sorrideva divertito, al fatto
che puntualmente fossi stato ancora capace di una mia sortita. avessi
avuto ancora una sortita delle mie.
Chissà se aveva sorriso
intimamente ammirandomi, per il fatto che avessi preferito la fedeltà al
mio essere, che farmi penosamente velleitario per restarne fastidiosamente
al seguito.
Eh, avrei potuto aggiungere, -
come mi dicevo in camerata per fare dello spirito che mi risollevasse,
sorpreso sobbalzando al nei miei pensieri ilarotragici del
suo rientro in ostello di lì a non molto,- che ero mortificato che mi
fosse caduta la maschera, e che avessi rivelato a tutti come io fossi ch'ero
uno zombie, ma mi si doveva credere, mi sarei palesato più ancora
impressionantemente un cadavere vivente, se avessi avuto a recarmi con
loro dov' era la festa in un ritrovo di giovani.
Ma che importava più quello che
avessi detto o non detto, se
in quel cortile ove era ridisceso subito, lui insisteva a permanere nella
volgarità generale dei discorsi più banali, sinchè... sinchè in
macchina, insieme al seguito della compagnia di quei giovani con cui mi
ero ritrovato in pizzeria, non sono sopraggiunte delle fanciullette che
credevo dipartite dall'ostello, giorni addietro,
e che il ragazzo salutava e baciava alludendo a un seguito,
e con le quali sulla loro macchina si allontanava nella sera e nel
folto...
Istantaneamente ho inteso e
presagito ogni cosa, in uno strappo viscerale dilacerante che mi
rendeva disponibile a ogni gesto....
e come ho visto arrivare anche i
ragazzi francesi, e tra loro ho notato che ve ne erano di origine identità
maghrebina, la stessa di Kaled, la stessa sua istintualità immediata
negli sguardi e nei gesti di loro, ho trovato il modo di
contattarli, disposto pur anche ad arrischiarmi in rapporti all'avventura
sessuale, pur di suppurare la lacerazione che mi si era squarciata.
E sono rimasto insieme con loro
nel cortile dell'ostello fino alle due di notte, intrattenendomi in a
parlare di ogni questione sociale e politica che li interessasse,
solidale con il loro spirito d' opposizione a ogni razzismo quant' all'
ogni integralismo islamico; e ne ero estenuato al punto da avvertire
delle compulsioni di vomitoive, - quel pensiero, angosciante. che
incombeva a farmi parlare ancora oltre perchè ciò che mi evocava non mi
*ghermisse- quando uno degli
ultimi di loro rimasti, piuttosto bello, ha preso a toccarsi i genitali
che vistosamente apparivano vistosamente in erezione nei suoi
shorts.
Era forse una
sollecitazione? O semplicemente, piuttosto, un atto intimo che aveva da
lui compiuto fra chi supponeva che non ci badasse?
Io sono ritornato più volte con lo sguardo su che stava
facendo, tra le sue gambe, manifestando con una tale
sorpresa interessata, nella sua insistenza*, che lui l' ha colto e se ne
è fatta un'idea, e quando me ne sono distolto era oramai troppo tardi per
non averlo insospettito, sul movente nascosto del mio interesse reale per
la loro comitiva di giovani, al di là del mio professarmi dei miei
interessi di uno scrittore e di un amico della causa dei popoli
del Maghreb.
E mentre seguitavo a parlare, a
parlare, senza più poterli inibire accusavo più acri i
conati di vomito, i sussulti dello sconvolgimento che avevo
intimamente represso ininterrottamente dialogando, e infine desistevo di
lì a poco sfinito da tutto, e mi congedavo congedatomi
definitivamente da quel ragazzo e da un suo amico rimasto residuo,
per ritirarmi mi ritiravo solo con me stesso in camerata, dove
ritrovavo il letto del ragazzo belga ancora vuoto; .
Senz' altro, mi dicevo, perchè
era rimasto di fuori a farsi fare tutto da quelle ragazzine, e a prestarsi
a ogni rapporto con loro, le ragazzine ch'erano sopraggiunte; e così
dicendomi e immaginando, su che godimento in particolare stesse a loro
intanto consentendo, trovavo insperatamente la forza di sopportarne l'
idea, e di reggere l' insostenibile, pur se stavo così decidendomi risolvendomi
a uscire di scena per sempre
dalla sua esistenza.
E scendevo a scrivere le mie
pagine di diario in cortile, dove ora sono giunto a questo punto, e
se ne avessi ancora le risorse ( mi ostinerei) seguiterei a scrivere, e
scrivere ancora, perchè lui mi trovi al suo rientro ancora sveglio, e
capisca che tutto ho inteso; e che a tutto, scrivendo, lui creda che
posso ancora andare oltre e sopravvivere ancora. scrivendo.
Revisionato il 12 febbraio 1996*
il 29 maggio 96
26 agosto 95
Come sono stato oltre l' ingresso
agli scavi di Tharros, e me ne sono posto al seguito della comitiva, non
riuscivo a connettere e a capire niente d niente, di che cosa spiegava la
guida ufficiale al loro seguito che se ne era appena mosso, e me ne sono
distaccato di lì a poco, per ridurmi in un angolo a sfogarmi in un pianto
ininterrotto pianto sommesso a dirotto continuo.
Mi sono così alleviato degli
umori più sconsolati della sofferenza più sconsolata della mia pena,
e ne ho tratto il conforto della dignità di ogni mia lacrima e crisi di
uomo, e insieme la forza di intraprendere e di seguitare la visita di
Tharros e del suo magnifico sito costiero.
Per giungervi avevo dovuto partire
in pullman da Fertilia alle 5, 45, risollevato nell' animo risollevandomi
rispetto a poc'ore prima, dalla convinzione*, che era in me sopraggiunta
al risveglio, che lasciassi
assopito in camerata anche il mio ragazzo belga, tra i corpi sonnolenti
che avevo intravisto sulle brande, in uno dei quali, tra i quali
nel buio e alterato dal perturbamento, ero certo che non avessi saputo
riconoscerlo, quando, mentr' io seguitavo a parlare e a parlare con quei
ragazzi maghrebini, era
rientrato nella stanza prima ancora di me a notte fonda.
E da Sassari mi era toccato
prendere prendevo il treno per Oristano, dove alla stazione dell' Arst
mi informavano che fino alle 12 non c'era alcun mezzo di linea per Tharros,
sicchè, per giungervi, non mi restava che prendere l'autobus per
Torregrande, e di lì proseguire in autostop per giungere a
destinazione.
Quand' erano già passate le due
pomeridiane, nell' ultimare la visita, insistevo pur anche a farvi un
bagno, a sospingermi fino in prossimità del faro per tentare di avvistare
il tempietto rustico, benchè il tempo incalzasse e mancasse poco più di
un'ora all' arrivo in Oristano del treno pomeridiano per rientrare a Sassari, confidando, chissà perchè mai, in qualche buona
ventura della mia sventurata sorte.
Come mi capitava , in effetti,
grazie al passaggio che mi dava quella coppia di Torino, portandomi
direttamente fin davanti alla stazione di
Oristano............................
Rientravo infine a Sassari e a
Fertilia, dove il ragazzo, erano circa le venti, lo ritrovavo in camerata
col suo compagno notturno, i suoi panni sparsi sulle lenzuola della mia
branda.
E quando, come non lo sapessi,
chiedevo intorno di chi mai fossero,
lui si scusava dicendomi sorpreso che credendolo vuoto, aveva
dormito nel mio letto al suo rientro in ostello...
Che non poteva essere avvenuto
pertanto dunque che dopo la mia partenza, verso le sei già del
mattino ...
come mi confermava con scarso poco
imbarazzo.
Dunque era tutto vero, ciò che
*intuendolo supponendolo mi aveva desolato, e che ero stato in
grado savevo avuto allora, e che ritrovavo ora la forza di
sostenere impassibile ...
Ma lui mi mostrava dei modi così
cordiali e formalmente tanto disponibili, quando gli narravo le mie
vicissitudini a Tharros, e del piacere di essermi ritrovato a fare e ad
ottenere l' autostop come ai vecchi tempi- " autrefois", lui
correggeva in francese il mio
" aux vieux temps", ispirato agli "olds times"
dickensiani-, che nonostante tutto ho assunto l' iniziativa di chiedergli
infine il nome e l' indirizzo che ancora ignoravo.
Come li ottenevo ne restavo
folgorato:
porta(va) un nome e un cognome
assolutamente magnifici, da artista in assoluto, il suo cognome che mi
lasciava supporre che fosse di origini lituane.
" Ceche", mi precisava.
In cambio gli
"trasmettevo" i miei dati anagrafici, assolutamente ridicoli,
" sans m'illusioner", gli dicevo ( gli appuntavo), che potesse
avere un seguito reale la mia offerta *susseguente, che pur accettava, di
ospitarlo o di scambiarci della corrispondezza su qualsiasi argomento di
comune interesse.
Comunque fosse, e comunque ne
avesssi sofferto, quasi che come se stessimo fossimo invece
già giungendo al capolinea del nostro rapporto, gli confermavo quanto
fossi contento di averlo conosciuto, " enchanté", gli
confidavo.
Era stata reciproca la cosa?
Si, mi rispondeva, per il suo più vivo piacere generale
di conoscere l' Italia e gli Italiani... E dunque, se ho ben capito, per
nessun interesse reale per la mia persona...
( E dunque per nessun interesse
personale e dunque reale).
E usciva con chi era divenuto il
suo amico consueto,da che gli ha poichè che gli aveva propiziato le sue vicissitudini
notturne, mentre a me non resta(va) che andarmene a spasso, ancora da
solo, per le vie consuete di Fertilia, dove a cenare da sola a un tavolo
all' aperto dell' ultimo ristorante sulla sinistra, prima del lungomare,
trovo la giovane suonatrice d'arpa di Monaco.....
revisionato il 12 febbraio 96
Il primo colloquio con Erika
Vedi Vacanze sarde II
26 luglio
(.... dove a cenare da sola trovo
la giovane suonatrice d' arpa di Monaco, alla quale ) p/Per la familiarità
che con lei ho acquisito nel conversare in ostello durante la cena di
domenica scorsa, non ho difficoltà a chiedere se per farle compagnia
posso sedermi alla seggiola vuota che ha di fronte .
Sembra sia quanto più desidera in
quell' istante, più che il suo assenso a parole così mi dice
tutto il suo aspetto, - di una luminosità celeste nello sguardo più
puro di ogni malizia, che ne irradia di bellezza l' il suo
aspetto già stantio di celibe-, intanto che lei viene terminando il suo
desinare, un primo di tagliolini che mette a dura prova la persuasione di
essere sazio sazietà di
cui devo persuadermi per quella sera, dato che non posso consentirmi
una la cena.
" E voi non mangiate? - mi
chiede in francese.
" Ahimè, le confido /dico/
sinceramente, stasera non posso davvero permettermelo, in Italia non sono
pagato abbastanza come insegnante. In Italia gli insegnanti li pagano
poco ahimè, accettando si accetta piuttosto che facciano poco purché
e perchè pretendano poco. Tutto il contrario di come dovrebbe
essere."
Il suo volto ne è vivamente
rincresciuto.
" Oh, è molto spiacevole se
è così."
" Stasera, le aggiungo
incredibilmente, debbo davvero contentarmi di odorare con l' olfatto ciò
che voi state assaporando".
" Oh, ne sono desolata, ma se
voi volete posso offrirvi..."
Ridendo apertamente ricuso respingo
assolutamente la sua offerta.
" Pas de tout, pas de
tout....", perentoriamente respingendole, nel tono e nel
gesto, anche solo il minimo dubbio che possa averglielo detto altrimenti
che per trarne motivo di ridere.
Lei mi dice intanto di essere lì
in attesa che alle 22,30 abbia inizio la seconda esibizione di squali di
uno spettacolo itinerante lungo le coste sarde, e mi chiede se la cosa
possa interessarmi.
Ne sono sorpreso. Possibile che
una giovane arpista possa essere effettivamente attratta da simili
allestimenti?
E in effetti è solo in mancanza
di altro che l' interessi al presente, che l' interessi, che ha
pensato di andarvi così come la generalità degli altri giovani in
ostello.
In effetti, Poiché da che
iniziamo a parlare, per lei non è più niente degli squali.
Le chiedo quali autori esegua all'
arpa, al che mi fa i nomi di musicisti barocchi, tra i quali predilige
Bach.
Bach è per lei in musica l'
architettura.
E di recente ha scoperto Telemann.
Io non posso che dirle che Bach per me non è una magnifica cattedrale
sonora, in quanto nella sua forma ho ritrovato l' ordinarsi architettonico
di una vitalità esaltata ed esaltante.
Lei si riconosce affatto pienamente
in quel che dico.
" Capisco che cosa
intendete".
Ma è Mozart, che per lei è la
spontaneità del sentimento, laddove beethoven è compositore più
mentale.
Anche se nella musica di Bethoven
dice cche c'è all' origine più sofferenza.
" Ma il Bethoven degli ultimi
quartetti sa essere tutta anima, soggiungo, pensando alla sua canzone di
ringraziamento alla divinità di un guarito nel modo lidico.
Beethoven componeva con la testa,
Mozart invece con le mani, mi riassume, nel suo riso attenuando
ogni durezza del suo francese di Bavaria rigido e stretto.
E mi chiede a mia volta quali
siano i musicisti che preferisco.
Oh, gli stessi Bach e Mozart e
Beethoven, ovviamente, con una predilezione particolare per Purcell tra i
musicisti barocchi e per Schubert, tra i romantici, al che lei ridendo mi
canticchia il lead della Trota.
Dopo di che
mi profondo in ammirazione devota del genio di Rossini.
Ah, e magnifico è anche Bellini,
che lei non conosce, per la sua melodicità dal lungo respiro.
Tacendole, rispettosamente, di
come nei due musicisti italici quando appaia l'arpa, è perchè è in
scena una vergine o sposa che ne è angelicata nei sensi.
E Verdi, ovviamente, e Puccini e
Richard Strauss...
Uhm, su quest' ultimo lei non
conviene, troppo abusa od è abusato
e in repertorio, nella sua Baviera, mentre nell' alzarci, per andare via,
non manchiamo di convenire su Debussy.
Passeggiamo sul lungomare,
discorrendo ancora di musica.
Perchè mai non le ho detto di
come mi sia simpatetica la introversione splenetica di Schumann e di
Brahms, mi chiedo, il delirio di impotenza di quest' ultimo?
Lei, come arpista, non ama
affatto, mi dice, dovere suonare in un' orchestra, dove magari le può
capitare di dovere attendere un' ora prima di un solo breve
intervento.
E bisogna restare attenti per il
tutto il tempo, tuttavia ciononostante...
Preferisce dedicarsi piuttosto
alla musica da camera, e mi esprime tutto il piacere che prova nel suonare
invece insieme a degli amici con cui ha costituito un gruppo, quando l'
affiatamento voluto sia raggiunto.
Dev' essere senz' altro
meraviglioso, non ho dubbi, anche perchè deve può pur richiedere
un' alta intesa umana. E penso al Quartetto italiano.
Siamo giunti intanto all' altezza
della gelateria artigianale più frequentata di Fertilia, lei mi chiede se
può offrirmi almeno un gelato ed io accetto con piacere, stupendo la
ragazzo al banco, quando trattengo in mano anche il cono che ha preso
Erika perchè lei possa pagare per entrambi.
Ci sediamo a sorbirci il gelato a
un tavolino all' aperto, ove lei si meraviglia della voracità con la
quale l' ho già consumato, mentre lei è ancora intenta a
sorbirsene il cuore di malaga e di uvetta.
Faccio allora per riprendere il
nostro discorso, per dirle, variandone il tema, quanto sia diversa la mia
condizione di scrittore dalla sua di interprete, io che solo con me
stesso, di fronte al computer, devo dare forma al mio mondo.
Ma lei non se la sente di parlare
di cose importanti fra quel chiasso volgare, mi prega di attendere che si
sia levata per riprendere a passeggiare, una volta che abbia finito di
consumare il gelato.
Quando riferendosi a delle giovani
scollacciate dal trucco vistoso e con i capelli ispidi *di baccanti
invasate: " Non amo quegli eccessi, mi dice, in Germania le donne non
si truccano e si vestono a quel modo".
E ritorniamo sui nostri passi,
avviandoci verso l'ostello, quando sotto i portici oltre la gelateria, ove
alla luce dei bar susseguentisi subentra la penombra,
improvvisamente trae il respiro in un grido che mi spaventa.
E' stato lo shock della puntura di
un insetto? Si è ferita in un urto incidentale? Ha visto d' un tratto
qualcosa che l' ha atterrita?
Ma nei suoi occhi non c' è
terrore, nè sgomento, li spalanca invece un' emozione di stupore
infantile, a un' apparizione
che l' ha resa eccitata dopo la
sorpresa estatica (iniziale)*.
Guardo nella direzione dove è
volto il suo sguardo, e capisco che l' abbia rapita d'incanto*, quando
vedo un gruppo di suonatori tra le seggiole del bar di fronte, uno dei
quali per la singolarità del caso è intento ad un' arpa.
" Permettete?" mi
chiede, mentre come una bambina in preda a un raptus, è già oltre i
porticati nella strada, si avvicina senza più fare caso ad altro ai
suonatori.
Il suo sguardo è oramai tutto divenuto
uno sfavillio rapito, in un' altra dimensione, tutto assorto unicamente
nell' arpa che ha di fronte.
I suonatori, degli uomini anziani
in fusciacca e bustino, assecondati da delle donne piacenti e vissute che
ne cantano le canzoni, sono dei sudamericani, dei paraguagi, come si legge
nelle iscrizioni dei loro strumenti.
Ed hanno appena finito di eseguire
un il pezzo, che lei più che il coraggio, o l'ardore, ha l'
impellenza irresistibile di chiedere a loro di suonare l' arpa.
Per questo deve tuttavia attendere
che abbiano ultimato la canzone che segue, maliosa e seducente quanto
musicalmente scontata.
Lei si mette allora all' arpa,
tutta dedita (ad essa), ma lo strumento è diversamente accordato da
quello da camera, e lei deve contentarsi di accompagnare, nei modi
musicali più elementari, una canzone che i musicanti hanno scelto nel
loro repertorio in quanto vi si presta.
Al termine lei sentitamente li
ringrazia e ne rimane in ascolto, finché il trio non si accomiata.
Riavviatici per la strada verso l'
ostello, sembra che Erika si sia infine *ripresa dall' emozione provata.
" Certamente vi mancava l' architettura a quella musica, ma se ci si
abbandona... piace e si dimentica quanto possa essere banale e
scioccamente sentimentale."
Sedutici a un tavolo in disparte a
parte, di fronte all' ostello, riprendo il discorso che con lei avevo
lasciato interrotto.
" Forse è molto diverso il
mio rapporto con la scrittura dal vostro come esecutori con la musica, di
fronte a una platea di ascoltatori reali. Quando scrivo io sono solo in
stanza di fronte al computer. Ma come accendo e s'illumina lo schermo,
allora è come se mi si facesse tutto il mondo davanti.
Sono solo eppure è come se fossi entrato in contatto con l' intero
genere umano".
Lei mi sembra che sia sconcertata.
"E' un' illusione, non c' è
dubbio, ma è un' illusione ch' eppure vivo come una realtà
presente".
Ma la giovane Erika, a quanto mi
dice, è piuttosto sorpresa dalla rivelazione, che le schiara la mente,
che anche per lei è così.
" Anche quando suono in casa
, in effetti, è come se non fossi sola in stanza, ma avessi un uditorio
davanti, che divenisse reale e presente e in ascolto appena io
inizio".
" Ma per voi il pubblico questo
diventa realtà effettiva, prima o poi, voi potete suonare o immaginare
realisticamente di suonare in futuro ad una platea presente, mentre
io, poiché sono talmente perfezionista che i tempi dello scrivere vanno
oltre la mia vita, e non trovo chi pubblichi ciò che scrivo, debbo
rassegnarmi anche se sarò letto, e se sarò letto, ad essere ascoltato
solo quando sarò morto."
Ma ora vedo che lei ha difficoltà
a trovare un senso a ciò che dico, a immaginare che possa importarmi un
successo da morto, di godere poi una fama che non ho ottenuto in vita.
" Voi, cerco di farmi
comprendere, mi dicevate di Beethoven, di come nella sua musica si
ispirasse alla sua sofferenza. Anch' io compongo scrivo nella
sofferenza, anche in questi giorni tuttora, pure se la mia pena non
vi appare.
Di più, scrivere per me è
permanentemente un pericolo e un esercizio mortale. Perchè posso
sopravvivere al dolore che patisco e al quale mi sottopongo, nella sola
misura in cui riesco a rappresentarlo con la mia scrittura.
E voi siete la prima persona a cui
confido, qual è l' ultimo mio stato di soffferenza letale che ho
trascritto. Ora io vivo da solo con un mio uccellino, un meraviglioso
canarino. Potrà sconcertarvi, lo so, ma io sono giunto ad amarlo e lo
amavo a tal punto, ancora il mese scorso, che sentivo di non poter vivere
oltre la sua morte.
Ecco, io sono riuscito a reggere a
tanta debolezza intima, perchè ne ho fatto la storia romanzata di un
pensionato e di uccellino, di un anziano che l' amore di cui non è mai
stato fino ad allora capace per nessun suo simile, menzognero e atroce, può
infine provarlo per un uccellino puro e innocente nella sua assoluta
grazia.
E l' uccellino muore e lui si
uccide al posto mio".
Le taccio , così mentendole, la
passione che sto vivendo per G., e che mi ha riassunto nel mondo umano.
( Quale sia) Il nuovo affronto
mortale che sto affrontando, che è l' ulteriore ed ultimo esercizio di
scrittura.
" Anch'io- lei si sforza in
risposta di tradurmie nella sua esperienza- come voi sperimento questo
quando suono. Mi concentro sulla partitura e la mia sofferenza cessa.
Si getta allora la sofferenza di
fronte a sè e ce se ne libera."
" (Ma) E'pur sempre una
cessazione provvisoria, in ogni caso, -io seguito a incalzarla.- Perchè
tuttavia lo scrivere sia anche solo una terapia, insisto
non mi basta comunque esprimere il dolore, quasi che un modo valga
l' altro, occorre che la mia scrittura pervenga a abbia una validità
artistica, secondo una necessità interiore più forte di tutto.-
Anche se lei sembra stentare a
capire che cosa vengo dicendole, sento che per il mio tramite sta
raggiungendo il senso della stessa sua attività di interprete di cui è
inconsapevole.
" Mi occorre, cioè, che le
parole che dicono la mia sofferenza io avverta, quando le riprendo rileggo,
che possono emozionare e comunicare ed esprimere il loro senso a
chiunque, in quanto perchè sono riuscito a raggiungere la
perfezione in tal senso, a trovare una corrispondenza tra le parole e
ciò che ho vissuto come stato interiore, una felicità ( ch' è gioia)
nella comprensione del dolore..."
"La verità, volete
dire..."
" Si, le confermo, felicitato
che nelle sue parole mi abbia infine raggiunto ed ultimato.
" E' così, debbo
ammettere.-lei soggiunge- Non mi basta altrimenti fare musica. Anche a me
occorre un' idea di ciò che esprime la partitura, e soltanto quando come
interprete l' ho realizzata come interprete sono felice.
E mi ringrazia di quanto di intimo
le ho detto di me, di ciò di cui ha potuto parlare con me soltanto
ha potuto parlare nell' ostello.
Eppure che le ho mai detto? che
ciononostante in lei ha adempiuto una rivelazione.
A venticinque anni, ancora, qual
è la sua età che mi dichiara, anche tali discorsi sembrano occorrere:
quando nella solitudine della sua camera sarà di nuovo solo con
l'arpa, a che le sia chiaro che cosa infine intende conseguire col suono.
|