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2, Vacanze sarde

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Martedì 22 agosto 95

 

22 luglio 95

 

Ieri sera, in Fertilia, di rientro dalle visita alla necropoli e al nuraghe, -interminabili le siringhe di drogati lungo la strada da Alghero, poi all' aeroporto trovando riparo da un acquazzone a dirotto,-  nel ristorante ove  ero già in stato di ebbrezza per la sola birra che ho preso insieme a una pizza, sotto l' effetto stupefacente dell' esaltazione narcotica del mio dolore di tutto, - confidavo di narrare a quel ragazzo belga tutto ciò che lo riguarda, tale e tanta era la mia lacerazione senza alcuna speranza, spasimando che ero ingordo avevo l' ingordigia ingordo solo di morirne lì all' istante-,.

Più tardi, nel subbuglio notturno, ho escogitato piuttosto addirittura lo stratagemma di rivelargli indirettamente la mia verità umana indirettamente, chiedendogli di correggere e dunque di leggersi la lettera che in francese sto inoltrando a Kaled, per spiegargli questi gli in futuro, quando la riceverà, perchè oggi mi ha atteso invano ad Ain Draham.

Così come è accaduto che il primo giorno, l' altro ieri, il giorno quando lo ritenevo ancora un italiano, stesso in cui quel ragazzo mi ha incantato a prima vista, è accaduto che quando sono sopraggiunto nel cortile dell' ostello dove già lui era ridisceso,  mentre l' ho colto che da delle giovani con cui era in compagnia, egli si faceva tradurre la una lettera appassionata di una adolescente che si era infatuata invaghita di lui.

Alla lettura di quelle mie pagine, prefiguravo, avrebbe così inevitabilmente appreso, di rigo in rigo, di come io fossi un  uomo di questi più adulto ch'è amato da quel di un giovane tunisino, e come ne abbia che di costui ne ha aveva disatteso la chiamata, in questi quegli stessi giorni, per il timore di apparirgli sia pure a distanza di un solo anno, già restituito alla mia età troppo invecchiato attempata nel corpo e oramai trascorso negli affetti , rivelandogli di rivelargli, in tal modo, che in me non aveva mai amato un essere che fosse ancora chi credeva ancora un essere giovane altro giovane uomo e e che potesse capace (di essergli amico e) affascinarlo ancora.

E quindi come paventassi, che nella disillusione, tutto avesse a risolversi nel suo sfruttamento della mia persona come risorsa, e- parole definitivamente già inequivocabili infine per il ragazzo- nella sola materializzazione sessuale del nostro rapporto, che avrebbe significato, purtroppo,  che non esisteva più nient'altro che quello tra di noi...

Talmente dispero che possiamo fare affidamento l'uno nell' altro,

per esserci vincolati l' uno all' altro tramite i soli sensi...

Ma nel passo seguente della lettera, il cui concepimento, già nel suo prefigurarsi, era come se avesse rivelato a me stesso la verità umana di quel mio rapporto, nel disvelarla a Kaled al cospetto del ragazzo belga che l' avesse letta la

 venisse leggendo leggesse, avrei già risollevato verrei risollevando Kaled da tutta l' amarezza in cui l'avrei appena prostrato, con il confidargli come nonostante tutto quello che ho avessi in effetti ragione di temere, non avrei potuto e non avrei dovuto dimenticare, quando mi sono rifiutato* , come lui mi abbia in quei giorni veramente amato, di cui nonostante avessi motivo di presupporre l' agire interessato, e tuttora mi ami sia affezionato come un amico, se per scrivermi è giunto ad imparare dei rudimenti di italiano i suoi rudimenti che ha appreso dell'italiano, e comunque sia, quanto resti vero che ho un debito immenso e inestinguibile interminabile con lui, perchè anche se per un solo giorno, ed una sola notte, con lui sono stato me stesso in ciò che più sono, ho avuto un'esistenza reale e ho realmente vissuto fisicamente, nella mia sola natura in questa mia sola vita, nella mia condizione esistenza altrimenti perpetua di anima morta, in lui ritrovando la devozione carnale fisica, e la tenerezza dedita, di un uomo  uomo il quale mi ami e sia più bello e più giovane di me...che è quanto di più vitale ed essenziale io potessi e possa avere da un altro altri... 

E sappia dunque Kaled, perdonandomi se ho sbagliato, che se ho agito male non andando da lui, che lui è sempre il mio più vero e il mio solo amico, e che come avrò il modo tempo ed il denaro, anche se il tempo non sarà magnifico, verrò a trovarlo ad Ain Draham, ove mi attenda il mio arrivo prima o poi...  

Una volta tracciato l'abbozzo della lettera a Kaled, subito dopo colazione, quando quando è disceso stamane al ragazzo belga glie

l'ho chiesto la cosa, pregandolo soltanto di leggermi e correggere una lettera, in francese, che dovevo inviare al più presto ad un mio amico tunisino, una volta tracciato l'abbozzo della lettera a Kaled dopo colazione, e quando nei bagni, dove l' ho raggiunto, successivamente gli ho fatto presente che tuttavia si trattava tuttavia di alcunchè di delicato nei suoi contenuti, e gli ho chiesto per questo quanti fossero i suoi anni; al che mi ha detto di averne diciannove, e ha consentito ugualmente consentendo alla mia richiesta senza fare delle difficoltà.

Al che Istantantaneamente un moto di felicità in me è insorto dirompente, a placare e a mutare ( che ha placato e mutato) in radiosità esultante ilare la mia agitazione nervosa, mentre dovevo salutarlo e correre da lui correvo già via da lui perchè in strada mi attendeva l' autovettura dell' ostello, che doveva precipitosamente, per recarmi a prendere all' aeroporto per prendervi il pullman dall' aeroporto di Fertilia per Stentino.

L' incanto del cui mare, bello quale non ne ho mai visto alcuno nelle sue acque, ha lungamente sopito e quietato la mia disperata gioia, intanto che in me affiorava il senso di tutta la follia del gesto che avevo meditato di compiere, pur di attrarre o repellere il giovane nel vortice della mia verità umana

Ed al venivo ripensando il al mio uccellino, sotto il suo velo di tulle presso mia madre che l' ha in cura, le piume e la voce in perdita nella muta che lo quieta, venivo ripensando come oramai soltanto ad una vagheggiata memoria, sentendo  e che constatavo come se fosse intanto morto, sarebbe già un caro idolo sepolto memorabile e limpido nel mio passato.

( Aggiunta posteriore, del 20 febbraio 96:

E nella gabbia della mia memoria, la sua immagine viva e morta saltellava di qua, saltellava di là, da una remota distanza, e da  un remoto passato, da un' altra vita già trascorsa.

Quando eppure egli era vivo viveva, senz'altro, assistito dalle cure di mia madre sotto il velo di tulle,

le piume e la voce in perdita nella muta che lo quieta, all' accadimento il suo stupore animale (ch' è divenuto) più passivo e in attesa.) I

Al rientro la sera in ostello, come quando il ragazzo l' ho riveduto,  ogni volta che ci siamo incrociati, il ragazzo mi ha salutato scherzevole e ridente, fingendo, nel recarsi alla doccia sottostante, di rimproverarsi per la propria ripetuta sbadataggine che lo costringeva a fare ritorno sui suoi passi per recuperare il sapone o un indumento gli slip che si era dimenticato in effetti di portare appresso.

Quando successivamente l'ho reincontrato nel centro di Fertilia, i mi ha detto che se in quella  mia lettera, che aveva da correggermi, temevo di espormi troppo nella delicatezza dei contenuti, lui poteva correggermi "quelque mot ou quelque partie seulement", (e) al che allora ho inteso, in tutta la sua alienazione, quanto fosse inconsulto precipitare verso un esito così inconsulto avventato un rapporto di invincibile irresistibile simpatia reciproca; finchè ieri notte, sul tardi, mi sono avvicinato al gruppo in cui il ragazzo stava discutendo con altri, e ho potuto approfondire ho approfondito la sua conoscenza mentale e personale.

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Lui è E' ancora uno studente delle Superiori, ed all' Università intende approfondire gli studi in Economia e Commercio, per divenire esperto nel restauro degli immobili che suo padre acquista e rivende suo padre.

Ho inteso accertare a proposito se vi fosse solo un movente economico nei suoi indirizzi: mi ha invece rivelato in questo un suo orientamento estetico e di gusto già formato, una predilezione particolare per lo jugendstil di Bruxelles.

Si è poi parlato, insieme con un universitario giovane ginevrino che sta per laurearsi in Geografia,  della vita (e) dei giovani in Italia, di come si differenzino dalla vita e dagli da quella degli altri giovani negli altri paesi d' Europa, delle diversità differenze dei sistemi scolastici.

Ed egli ci ha allora detto, lamentandosene, di avere ripetuto due volte una classe.

Per una la " note" in Matematica ed Informatica.   

Mentre a notte tarda mi riaddormentavo, (la mia passione) mi è parso che la mia passione infine si venisse quietando placasse placarsi, e approdassere alla quiete, trascesa conseguita di un rapporto di dall' intellettualizzarsi del mio rapporto un' intesa mentale con il mio giovane belga.

Se ci ripensavo, in quel suo riferirsi alla sua professione futura, che aspettative scostanti mi aveva freddamente ostentato, di affiancarsi e subentrare al padre nell' esercizio di una (ricca) carriera di immancabile successo .

Con l' avvenenza del suo charme, poi...

 Ma già stamane era reinsorto/a l' affanno /l' angoscia del timore di di non perdere con lui il contatto, appena come mi si è mostrato di nuovo così sensibile e grato, a per ogni mia gentilezza o riguardo che gli serbo uso, talmente così adolescenzialmente mi appare irresistibilmente educato e *corretto (,) nella sua integrità adolescenziale,( e così) incantevolmente ridente a ogni mio scherzevole facezia accenno o motto di spirito, scusandosi se per questa o quella una sua urgenza le sue urgenze non può trattenersi oltre con me, ogni volta che mi lascia nell' ostello da solo.

Così è stato anche ieri sera, quando l' ho esortato a recarsi prima o poi a Stentino, incantato dallo splendido mare da cui ero appena reduce , e lui si è ripromesso di andarci al più presto, pregandomi di segnalargli i luoghi di mare più belli di cui avessi conoscenza.

" Je veux que nous nous tutuyons" mi ha allora detto, col fare di un  fanciullo deliziosamente sottomessosi alle mie direttive, ben diverso dal giovane uomo sicuro di realizzarsi come prossimo a compiersi in un restauratore impresario edile affarista che mi sarebbe apparso si prospettava più tardi, quando in giardino mi ha dichiarato dichiarava i suoi futuri intenti professionali di lavoro; ed io nel suo sguardo è in quelle sue sole parole, a quelle sue sole parole, intimamente intriganti, che ho letto fulminante una sua intesa segreta, intrigante, più vera, e per me più rivelatrice,  delle sue più abitudinarie r quanto più esteriori frequentazioni delle ragazze.

Quasi che la sua vera natura, tenuta nascosta, vi trapelasse e trovasse uno squarcio invitante...

E di scriverci "en nous tutoyant", di lontano, sarà l' offerta che gli rinnoverò, farò ( inoltrerò) per indurlo a consentire che restiamo in corrispondenza quando ci saremo lasciati.

     

revisionato l' 8 e 9 febbraio 1996

 

e quindi il 20 maggio./ e l' 8 luglio 96

 

 

Fertilia 23 Agosto 95

 

Mentre cercavo di visitare Stamane il Museo archeologico di Sassari, di cui Stamane ( Ieri mattina) ho percorso e ripercorso con la testa invasata le sale del museo archeologico di Sassari, vano nella resa di costringendo la mente, con la forza, la mente

in ogni ripetuto tentativo cercando  di fissare sui reperti l' attenzione, quandoe altrimenti, mi sarei anche addentrato  a eviscerarne le cavità nelle domus de janas, talmente  era soggetta, l' immaginazione ossessa,  ad allucinare l' imminenza e il compiersi di rapporti sessuali con il ragazzo belga, tanto su di me ha potuto  hanno potuto i soli modi di quel solo invito a "le tutoyer", che il ragazzo belga mi ha rivolto, e solo a Santa Trinita di Saccargia, fra le nuvolaglie ventose, ho potuto riavermene e trarne respiro sfebbrandomiene, ed ho allora implorato la divinità più imminente chiesto a qualche dio lì presente, chiunque egli fosse, purchè esistesse, di negarmene ogni possibilità, pur di permanere restare suo a lui caro caro a quel ragazzo, e di disporre nel tempo della sua amicizia perenne dell' amicizia perenne del ragazzo belga.

Al rientro in Alghero dove credevo che si trovasse, che fosse presente, poichè vi si era recato quella in giornata a visitare le grotte di Nettuno, ho cercato di fare soltanto ciò per cui altrimenti ci sono rimasto, mi ci ero  recato, e nel solo tempo per questo indispensabile - per nient'altro, pertanto, che per comprare le illustrazioni cartoline più belle del mare di Stentino-, e mi sono ripromesso di rientrare a Fertilia quanto prima, nel desiderio e il timore e l' ansia, quel ragazzo, di incontrarlo lì in Alghero, imbarazzato, nella circostanza,  a simulare la casualità dell' evento.

Vi rimanevo invece sorpreso di incontrarvi invece due miei colleghi di scuola, insieme con la loro figlia in vacanza in Sardegna, e mi intrattenevo con  loro piacevolmente, distraendomene dalla mia pena amorosa.

Il ragazzo belga lo rinvenivo invece di rientro quindi in Fertilia, all' ostello, in compagnia perenne delle solite ragazze,  e disilluso di schianto nella mia follia di goderne averlo, mi chiedevo perchè mai avessi voluto tentare di uscire dall' Inferno della dalla mia inesistenza sessuale, di esistere fisicamente, di vivere avere anch'io una esistenza vita corporea carnale, soltanto, come già fu ogni volta, per precipitare nell' Inferno più atroce e inesorabile fatale di ogni mia reviviscenza.

, e E tornavo a ripetermi che  quel ragazzo, la cui gentilezza educata, e il saluto immancabile, costituivano tutto quanto aveva da riservarmi, era la punizione che mi era inflitta per avere eluso e deluso Kaled, dagli eventi destinatimi all' atto stesso di rifiutarmi di recarmi da lui alternativi che mi erano capitati in sorte all' atto di rifiutarmi di recarmi da lui, Kaled che tornavo a rimpiangere come il mio solo possibile amico ed esito destino carnale, e (come colui che) che così imperdonabilmente avevo tradito.

Finendo invece, in tale miserabile sorte occasionatami invece, per mendicare un saluto ed offrire in delirio i miei servigi sessuali, e in effettive parole vaniloquianti inoltrare il recapito, a chi non avverte non sente di avere con me nemmeno un tratto di strada da compiere accanto in comune (a chi non si sente con me di compiere nemmeno un tratto di strada insieme).

E finendo per dirmi che se non voglio nonostante tutto morire, è perchè per me la morte sarebbe lo spegnersi dell' immagine di quel ragazzo sotto le palpebre.

 

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Nel cuore della notte, io solo in cortile,  ho appena terminato  di scrivere la mia lettera di pentimento a Kaled, e sono finalmente giunto a scrivergli effettivamente, e così ad intendere, che per Calibano che egli sia, per bruto e maniacale ed ignorante che risulti nella sua docilità sottomessa, è la persona più importante che per me esista al mondo.

Poc'anzi lungo le scale esterne, rientrando a dormire, quando il ragazzo belga, allorchè l'ho intrattenuto, ha seguitato a scusarsi del fatto di non avere tempo per me, benchè da ore penassi nell' ostello come un cane in agonia, uggiolandogli nei pressi senza mai accostarmi, sono infine riuscito a vederlo finanche brutto, almeno  un poco  più di me, e a sentirmene finalmente libero.

Senza per questo volergliene di alcunchè affatto di nulla.

E come potrei, quando (nonostante) anche adesso, tutto ciò che ho finalmente inteso di dovere a Kaled, è una obbligazione verità che sperimento ancora falsa, una commedia dell' anima che non mi determina, per il semplice fatto che io per lui non sento per lui l'amore che  egli  prova per me.

E a lenirmi la pena e a conciliarmi il sonno, mi conforta l' idea che in ogni contrarietà affettiva che sperimento, si riproduce tragicamente il gioco della mia relazione affettiva situazione  con gli animali domestici: ogni gioco, finchè resta un gioco,  essendo la simulazione drammatica di ciò che altrimenti è tragedia per chi patisce la perdita : com' io, amoroso, abbia ogni dedizione e cura per un canarino che mi riserva soltanto la sua paura volatile, mentre non cesso e non cessi di mostrare, se non ripulsa, infastidita ritrosia al cane boxer dei miei familiari quando questi mi si fa incontro inesausto,   ch' è inesausto  non si stanca, invece, che gli porga di chiedermi invano di porgergli la mano  sulla zampa, per leccarmela a ogni mio arrivo mia venuta con devozione incessante. inesausta.                

 

E infine nel masturbarmi, per prendere il sonno, pur se con accanto in branda mi era il ragazzo belga, immaginavo che a manipolarmi il glande e i testicoli fosse Kaled.

 

revisionato il 9 febbraio 96

 

revisionato il 20 maggio 96

 

 

25 agosto 95

 

Ma già stamane stamattina, quando sono uscito dall' ostello che erano da poco passate le sette, per fare un bagno che mi ritemprasse nella mia ansia insonne, nonostante tutto ero ancora e già così preso dal ragazzo belga, dal mio intento di interessarlo in qualsiasi modo alla mia verità umana, che nel refrigerio delle acque marine e sulla spiaggia dov' ero risalito, in assoluta solitudine, meditavo ulteriormente di involgergli la lettera a Kaled in un'avanlettera, una prefazione a lui rivolta, in cui intendevo disvelargli di quale conoscenza della natura generale dei sentimenti umani fosse capace, e dunque dei suoi stati d'animo, io potessi dispiegargli attraverso la mia esperienza particolare.

Gli avrei così rivelato quali affinità sussistessero tra la mia condizione e la sua sua, proprio in ciò che faceva della mia sofferenza una pena diversa particolare per ciò che poteva determinare la mia nella mia diversa sofferenza: la cui miseria reale, in relazione a Kaled, era che la mia desolazione di se mi desolavo certo d'averlo deluso, in effetti non significava niente di reale tale mia pena, poichè il mio sconforto la mia desolazione d'avere tradito Kaled, per insistito che fosse, non poteva determinare che un nulla di fatto nel del mio comportamento effettivo di a porvi rimedio, se poichè basta sentire comunque di meno di chi ci ama, vi dicevo, perchè il nostro presunto affetto sia indifferenza di fatto alla sua pena.

" Come accade tra noi due, che in quanto tu si verifica che) è perchè tu mi sei affezionato di meno di quanto io non lo sia a te, che tu non puoi possa puoi avvertire quant'io ne soffra".

E intanto ripensavo tra una bracciata e l' altra, nell' acqua tersa, che la mia indifferenza reale alla delusa attesa di Kaled, pur nel rincrescimento per il dolore che gli arrecavo a Kaled, era suggellata dal fatto stesso che della lettera a lui destinata, che n'era l' espressione, perchè in questo mi disvelasse a lui, m' importava che ne fosse innanzitutto il ricevente finisse innanzitutto al il giovane belga prima ancora che a lui, come la indifferenza di questi del mio nuovo amico alla pena delle ragazze fanciulle che attraeva ammaliante e che ( faceva finire) lasciava in lacrime, era attestata dal pubblico dominio cui poteva far faceva sottostare le loro lettere ( le sussumeva)  per farsele tradurre.

A tal punto ero e sono ancora irretito dallo  charme del mio giovane belga, e penosamente seguito ad illudermi di potere esercitare ancora alcuna presa su di lui.

" Tu sei la mia espiazione della mia indifferenza verso Kaled", era il ritornello in cui variavo a mio consumo il mio delirio di appassionarlo a me stesso, che si presumeva sfebbrato nel moto stesso di riassalirmi ancora più acuto.

Tamt' è che Ma bastava che al rientro, come lo ritrovavo a colazione, la reciprocità del sorriso ci magnetizzasse contagiosa, che ci sentissimo di nuovo reciprocamente e naturalmente simpatici, perchè gli cedessi e mi riavvertissi tuttora tutto preso da lui, contentissimo, gli dicevo, che la giornata a quell'ora si annunciasse celestiale, cosicchè avrebbe avuto modo al ritorno di ringraziarmi moltissimo, per i colori che avrebbe assunto per lui il mare di Stentino dove si sarebbe recato in giornata secondo il mio suggerimento,  intanto che gli mostravo le mie mutande bagnate infilate di lato di boxer, a testimonianza di come a quell'ora avessi già fatto un primo bagno refrigerante ( "refrechissant).

Poi durante tutta la l' intera giornata, puntualmente trascorsa in direzione opposta al verso che assumeva la sua, nel corso dell' intero itinerario sul pullman per  Sassari e poi su quello verso il nuraghe di Sant'Antimo, sotto la pioggia che si scatenava in prossimità del sito *, e durante la visita dei resti e il rientro a Fertilia, ogni sforzo della mia anima, di lui esaltata, è stato poi teso a preservar(se)lo a sé come un amico, eppure immaginandomi, nei più in singolari contesti a venire in cui senza demordere nel mio desiderio, mi limitavo, supponevo, a chiedergli irreali contesti, intento nel proclamargli quanto il suo sentimento di amicizia potesse bastarmi, mentre se ne avesse avvertito il bisogno, mi sarei detto disponibile a tutto nei suoi riguardi.

" I'd like to be for you a humanf self- service," " dove ti puoi prendere di tutto potete prendere di tutto, anima e corpo, oppure come ti vi aggrada non servirti vi di nulla"....

Credevo, nel ritrovarlo all' ostello, di dovergli chiedere scherzosamente che mi risparmiasse i suoi colpi la bastonatura, di sferza, per avergli vaticinato una giornata magnifica mentre invece il tempo era stato pessimo, mostrandomi desolato che la sua escursione a Stentino fosse stata rovinata dal maltempo; ma il giovane, ridente, mi tranquillizzava che quella giornata era stata rovinosamente di pioggia solo per me, e mi magnificava il mare di Stentino, dicendomi ch' eppure vi era stato il sole e che l'aveva trovato " superbo/ superbe" nei suoi colori.

Allora con accenti *che ancora ritrovo sinceri, salivamo insieme verso la nostra camerata, ed io al suo seguito, estasiato, che avvertivo di stare toccando l' acme della felicità consentitami, tanto lo sentivo e mi sentivo per davvero soltanto suo a lui amico, capace davvero di potergli dare per davvero con sincerità assoluta.

Intanto che i miei pensieri, *a ruota libera, mi smentivano nel loro proposito stesso di sincerarmene :" E dato che devo pur dirtelo, - mentre smentendomi immaginavo prima o poi di dirgli-, immaginando di dirgli, -poichè su questo prima o poi si fanno delle supposizioni, quando accade come nel nostro caso che un ragazzo più giovane entri in rapporto con un uomo più adulto, sappi che se tu vuoi disporre di me del mio corpo e dei miei servigi sessuali, fisicamente, io sarò ben contento di soddisfarti, ma che per me la cosa non è affatto un problema. Pas de tout". * revisionato il 12 febbraio 96

Frattanto, per il sopraggiungere di un gruppo numeroso di giovani turisti francesi, una comitiva simpatica e varia di ragazzi e ragazze, pur anche egli si è addirittura sistemato nel letto a castello a fianco del mio, e potremo avremmo potuto così condividere anche solo nel reciproco silenzio le notti future, come ancora vagheggio, in seno alla pacificatasi la difformità angelicata della mia natura ( come la definisce un articolo nell' allegato odierno del Corriere della sera, a/di commento della diffusione dell' omosessualità nelle istituzioni religiose.)

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Ma Ma quando volevo credere già  appare più prossima, o appena compiuta, la trasfigurazione in un mero rapporto di in una mera amicizia della mia relazione del mio rapporto con il caro ragazzo belga, congiurano gli eventi a che esso debba riproporsi come più ancora tremendamente avvincente

immancabilmente gli eventi hanno congiurato a provocarne, sconvolgendomi, a che in me ne insorga il reclamo carnale sempre più disperato ed esasperante.

Allorchè la sera mi sono sporto sporgendomi  dal ripiano antistante la camera, non ho intravisto nè lui nè alcuno del suo giro giù nel cortile,  sono allora quindi uscito a gironzolare e gironzolando per il centro di Fertilia, dove ho notato ch'era sopraggiunto e che si annunciava l' inizio di stava iniziando uno un  doppio spettacolo di squali, e ho supposto che vi si fossero recati tutti quanti;

Intanto  e siccome poichè non desistevano seguitavano a stimolarmi i morsi della fame, e ho deciso di non economizzare anche quella sera ulteriormente sui pasti e di recarmi di nuovo in pizzeria, nel vicino ristorante "Il Paguro", dove ero certo di non trovare nessuno che conoscessi, e contro ogni mia aspettativa li ho ritrovati attavolati tutti quanti: e dove fra il chiasso degli italiani, chiassosi,  il suo silenzioso charme mi era più seducente, più irresistibile che mai.

Ed io al suo cospetto mi riscoprivo(,) di nuovo succube nei suoi confronti, di nuovo disperato ed impotente a rinunciarvi.    

E il ragazzo lui, cui in disparte mi ritrovavo ora stavo di fronte, non appena lo guardavo mi sorrideva e mi lusingava invitante, rispondendomi puntualmente eppure senza mai farmi alcuna domanda, a quanto gli chiedevo della sua simpatia per l' Italia e gli italiani; sinchè ho sentito che per lui diventavo mi sono sentito divenirgli fastidiosamente insistente ed imbarazzante nel mio rivolgermi a lui, ed ho cercato in ogni modo di distogliermene  dal mio caro ragazzo.

Ma non ne ho ricevuto alcun aiuto e conforto, mentre mi cadevano il volto e ogni sentire interiore, nello (in uno) sgomento stordimento (attonito) della mente insorditasi fra il clamore d'intorno, la testa fra le mani, senza che lui non mi rivolgesse più prestasse nemmeno attenzione.

Quando finita la cena pagavo il conto, insieme con i giovani di quella compagnia che al pari di me avevano consumato soltanto una pizza e una birra, e uscivo insieme con loro che stavano per recarsi in discoteca, fortunatamente ho avuto un sono riuscito ad un in un moto di reazione orgogliosa nel congedarmi mi congendavo istantaneamente, per prevenire il loro distacco da un tipo che iniziva a risultare se non già importuno, oltremodo imbarazzante:

" Mi scuso con voi se non sono della vostra età, ma non posso, per questo, accompagnarvi in discoteca".

E lui, in un suo sorriso, ho visto che alle loro spalle ne era rimasto sorrideva divertito, al fatto che puntualmente fossi stato ancora capace di una mia sortita. avessi avuto ancora una sortita delle mie.

Chissà se aveva sorriso intimamente ammirandomi, per il fatto che avessi preferito la fedeltà al mio essere, che farmi penosamente velleitario per restarne fastidiosamente al seguito.

Eh, avrei potuto aggiungere, - come mi dicevo in camerata per fare dello spirito che mi risollevasse,  sorpreso sobbalzando al nei miei pensieri ilarotragici del suo rientro in ostello di lì a non molto,- che ero mortificato che mi fosse caduta la maschera, e che avessi rivelato a tutti come io fossi ch'ero uno zombie, ma mi si doveva credere, mi sarei palesato più ancora impressionantemente un cadavere vivente, se avessi avuto a recarmi con loro dov' era la festa in un ritrovo di giovani.

Ma che importava più quello che avessi detto o non detto,  se in quel cortile ove era ridisceso subito, lui insisteva a permanere nella volgarità generale dei discorsi più banali, sinchè... sinchè in macchina, insieme al seguito della compagnia di quei giovani con cui mi ero ritrovato in pizzeria, non sono sopraggiunte delle fanciullette che credevo dipartite dall'ostello, giorni addietro,  e che il ragazzo salutava e baciava alludendo a un seguito,  e con le quali sulla loro macchina si allontanava nella sera e nel folto...

Istantaneamente ho inteso e presagito ogni cosa, in uno strappo viscerale dilacerante che mi rendeva disponibile a ogni gesto....

e come ho visto arrivare anche i ragazzi francesi, e tra loro ho notato che ve ne erano di origine identità maghrebina, la stessa di Kaled, la stessa sua istintualità immediata negli sguardi e nei gesti di loro, ho trovato il modo di contattarli, disposto pur anche ad arrischiarmi in rapporti all'avventura sessuale, pur di suppurare la lacerazione che mi si era squarciata.

E sono rimasto insieme con loro nel cortile dell'ostello fino alle due di notte, intrattenendomi in a parlare di ogni questione sociale e politica che li interessasse, solidale con il loro spirito d' opposizione a ogni razzismo quant' all' ogni integralismo islamico; e ne ero estenuato al punto da avvertire delle compulsioni di vomitoive, - quel pensiero, angosciante. che incombeva a farmi parlare ancora oltre perchè ciò che mi evocava non mi *ghermisse-  quando uno degli ultimi di loro rimasti, piuttosto bello, ha preso a toccarsi i genitali che vistosamente apparivano vistosamente in erezione nei suoi shorts.

Era forse una sollecitazione? O semplicemente, piuttosto, un atto intimo che aveva da lui compiuto fra chi supponeva che non ci badasse?

Io  sono ritornato più volte con lo sguardo su che stava facendo, tra le sue gambe, manifestando con una tale sorpresa interessata, nella sua insistenza*, che lui l' ha colto e se ne è fatta un'idea, e quando me ne sono distolto era oramai troppo tardi per non averlo insospettito, sul movente nascosto del mio interesse reale per la loro comitiva di giovani, al di là del mio professarmi dei miei interessi di uno scrittore e di un amico della causa dei popoli del Maghreb.

E mentre seguitavo a parlare, a parlare, senza più poterli inibire accusavo più acri i  conati di vomito, i sussulti dello sconvolgimento che avevo intimamente represso ininterrottamente dialogando, e infine desistevo di lì a poco sfinito da tutto, e mi congedavo congedatomi definitivamente da quel ragazzo e da un suo amico rimasto residuo, per ritirarmi mi ritiravo solo con me stesso in camerata, dove ritrovavo il letto del ragazzo belga ancora vuoto; .

Senz' altro, mi dicevo, perchè era rimasto di fuori a farsi fare tutto da quelle ragazzine, e a prestarsi a ogni rapporto con loro, le ragazzine ch'erano sopraggiunte; e così dicendomi e immaginando, su che godimento in particolare stesse a loro intanto consentendo, trovavo insperatamente la forza di sopportarne l' idea, e di reggere l' insostenibile, pur se stavo così decidendomi risolvendomi a uscire di scena  per sempre dalla sua esistenza.

E scendevo a scrivere le mie pagine di diario in cortile, dove ora sono giunto a questo punto, e se ne avessi ancora le risorse ( mi ostinerei) seguiterei a scrivere, e scrivere ancora, perchè lui mi trovi al suo rientro ancora sveglio, e capisca che tutto ho inteso; e che a tutto, scrivendo, lui creda che posso ancora andare oltre e sopravvivere ancora. scrivendo.    

 

Revisionato il 12 febbraio 1996* il 29 maggio 96     

 

 

26 agosto 95

 

Come sono stato oltre l' ingresso agli scavi di Tharros, e me ne sono posto al seguito della comitiva, non riuscivo a connettere e a capire niente d niente, di che cosa spiegava la guida ufficiale al loro seguito che se ne era appena mosso, e me ne sono distaccato di lì a poco, per ridurmi in un angolo a sfogarmi in un pianto ininterrotto pianto sommesso a dirotto continuo.

Mi sono così alleviato degli umori più sconsolati della sofferenza più sconsolata della mia pena, e ne ho tratto il conforto della dignità di ogni mia lacrima e crisi di uomo, e insieme la forza di intraprendere e di seguitare la visita di Tharros e del suo magnifico sito costiero.

Per giungervi avevo dovuto partire in pullman da Fertilia alle 5, 45, risollevato nell' animo risollevandomi rispetto a poc'ore prima, dalla convinzione*, che era in me sopraggiunta al risveglio, che  lasciassi assopito in camerata anche il mio ragazzo belga, tra i corpi sonnolenti  che avevo intravisto sulle brande, in uno dei quali, tra i quali nel buio e alterato dal perturbamento, ero certo che non avessi saputo riconoscerlo, quando, mentr' io seguitavo a parlare e a parlare con quei ragazzi maghrebini,  era rientrato nella stanza prima ancora di me a notte fonda.

E da Sassari mi era toccato prendere prendevo il treno per Oristano, dove alla stazione dell' Arst mi informavano che fino alle 12 non c'era alcun mezzo di linea per Tharros, sicchè, per giungervi, non mi restava che prendere l'autobus per Torregrande, e di lì proseguire in autostop per giungere a destinazione.

Quand' erano già passate le due pomeridiane, nell' ultimare la visita, insistevo pur anche a farvi un bagno, a sospingermi fino in prossimità del faro per tentare di avvistare il tempietto rustico, benchè il tempo incalzasse e mancasse poco più di un'ora all' arrivo in Oristano del treno pomeridiano per rientrare a  Sassari, confidando, chissà perchè mai, in qualche buona ventura della mia sventurata sorte.

Come mi capitava , in effetti, grazie al passaggio che mi dava quella coppia di Torino, portandomi direttamente fin davanti alla stazione di Oristano............................

Rientravo infine a Sassari e a Fertilia, dove il ragazzo, erano circa le venti, lo ritrovavo in camerata col suo compagno notturno, i suoi panni sparsi sulle lenzuola della mia branda.

E quando, come non lo sapessi, chiedevo intorno di chi mai fossero,  lui si scusava dicendomi sorpreso che credendolo vuoto, aveva dormito nel mio letto al suo rientro in ostello...

Che non poteva essere avvenuto pertanto dunque che dopo la mia partenza, verso le sei già del mattino ...

come mi confermava con scarso poco imbarazzo.

Dunque era tutto vero, ciò che *intuendolo supponendolo mi aveva desolato, e che ero stato in grado savevo avuto allora, e che ritrovavo ora la forza di sostenere impassibile ...

Ma lui mi mostrava dei modi così cordiali e formalmente tanto disponibili, quando gli narravo le mie vicissitudini a Tharros, e del piacere di essermi ritrovato a fare e ad ottenere l' autostop come ai vecchi tempi- " autrefois", lui correggeva in francese  il mio " aux vieux temps", ispirato agli "olds times" dickensiani-, che nonostante tutto ho assunto l' iniziativa di chiedergli infine il nome e l' indirizzo che ancora ignoravo.

Come li ottenevo ne restavo folgorato:

porta(va) un nome e un cognome assolutamente magnifici, da artista in assoluto, il suo cognome che mi lasciava supporre che fosse di origini lituane.

" Ceche", mi precisava.

In cambio gli "trasmettevo" i miei dati anagrafici, assolutamente ridicoli, " sans m'illusioner", gli dicevo ( gli appuntavo), che potesse avere un seguito reale la mia offerta *susseguente, che pur accettava, di ospitarlo o di scambiarci della corrispondezza su qualsiasi argomento di comune interesse.

Comunque fosse, e comunque ne avesssi sofferto, quasi che come se stessimo fossimo invece già giungendo al capolinea del nostro rapporto, gli confermavo quanto fossi contento di averlo conosciuto, " enchanté", gli confidavo.

Era stata reciproca la cosa?

Si,  mi rispondeva, per il suo più vivo piacere generale di conoscere l' Italia e gli Italiani... E dunque, se ho ben capito, per nessun interesse reale per la mia persona...

( E dunque per nessun interesse personale e dunque reale).

E usciva con chi era divenuto il suo amico consueto,da che gli ha  poichè che gli aveva propiziato le sue vicissitudini notturne, mentre a me non resta(va) che andarmene a spasso, ancora da solo, per le vie consuete di Fertilia, dove a cenare da sola a un tavolo all' aperto dell' ultimo ristorante sulla sinistra, prima del lungomare, trovo la giovane suonatrice d'arpa di Monaco.....

 

revisionato il 12 febbraio 96

 

 

Il primo colloquio con Erika

 

Vedi Vacanze sarde II

 

26 luglio

 

(.... dove a cenare da sola trovo la giovane suonatrice d' arpa di Monaco, alla quale ) p/Per la familiarità che con lei ho acquisito nel conversare in ostello durante la cena di domenica scorsa, non ho difficoltà a chiedere se per farle compagnia posso sedermi alla seggiola vuota che ha di fronte .

Sembra sia quanto più desidera in quell' istante, più che il suo assenso a parole così mi dice  tutto il suo aspetto, - di una luminosità celeste nello sguardo più puro di ogni malizia, che ne irradia di bellezza l' il suo aspetto già stantio di celibe-, intanto che lei viene terminando il suo desinare, un primo di tagliolini che mette a dura prova la persuasione di essere  sazio sazietà di cui devo persuadermi per quella sera, dato che non posso consentirmi una la cena.

" E voi non mangiate? - mi chiede in francese.

" Ahimè, le confido /dico/ sinceramente, stasera non posso davvero permettermelo, in Italia non sono pagato abbastanza come insegnante. In Italia gli insegnanti li pagano poco ahimè, accettando si accetta piuttosto che facciano poco purché e perchè pretendano poco. Tutto il contrario di come dovrebbe essere."

Il suo volto ne è vivamente rincresciuto.

" Oh, è molto spiacevole se è così."

" Stasera, le aggiungo incredibilmente, debbo davvero contentarmi di odorare con l' olfatto ciò che voi state assaporando".

" Oh, ne sono desolata, ma se voi volete posso offrirvi..."

Ridendo apertamente ricuso respingo assolutamente la sua offerta.

" Pas de tout, pas de tout....", perentoriamente respingendole, nel tono e nel gesto, anche solo il minimo dubbio che possa averglielo detto altrimenti che per trarne motivo di ridere.  

Lei mi dice intanto di essere lì in attesa che alle 22,30 abbia inizio la seconda esibizione di squali di uno spettacolo itinerante lungo le coste sarde, e mi chiede se la cosa possa interessarmi.

Ne sono sorpreso. Possibile che una giovane arpista possa essere effettivamente attratta da simili allestimenti?

E in effetti è solo in mancanza di altro che l' interessi al presente, che l' interessi, che ha pensato di andarvi così come la generalità degli altri giovani in ostello.

In effetti, Poiché da che iniziamo a parlare, per lei non è più niente degli squali.

Le chiedo quali autori esegua all' arpa, al che mi fa i nomi di musicisti barocchi, tra i quali predilige Bach.

Bach è per lei in musica l' architettura.

E di recente ha scoperto Telemann. Io non posso che dirle che Bach per me non è una magnifica cattedrale sonora, in quanto nella sua forma ho ritrovato l' ordinarsi architettonico di una vitalità esaltata ed esaltante.

Lei si riconosce affatto pienamente in quel che dico.

" Capisco che cosa intendete".

Ma è Mozart, che per lei è la spontaneità del sentimento, laddove beethoven è compositore più mentale.

Anche se nella musica di Bethoven dice cche c'è all' origine più sofferenza.

" Ma il Bethoven degli ultimi quartetti sa essere tutta anima, soggiungo, pensando alla sua canzone di ringraziamento alla divinità di un guarito nel modo lidico.

Beethoven componeva con la testa, Mozart invece con le mani, mi riassume, nel suo riso attenuando ogni durezza del suo francese di Bavaria rigido e stretto.

E mi chiede a mia volta quali siano i musicisti che preferisco.

Oh, gli stessi Bach e Mozart e Beethoven, ovviamente, con una predilezione particolare per Purcell tra i musicisti barocchi e per Schubert, tra i romantici, al che lei ridendo mi canticchia il lead della Trota.

Dopo di che  mi profondo in ammirazione devota del genio di Rossini.

Ah, e magnifico è anche Bellini, che lei non conosce, per la sua melodicità dal lungo respiro.

Tacendole, rispettosamente, di come nei due musicisti italici quando appaia l'arpa, è perchè è in scena una vergine o sposa che ne è angelicata nei sensi.

E Verdi, ovviamente, e Puccini e Richard Strauss...

Uhm, su quest' ultimo lei non conviene, troppo abusa od è  abusato e in repertorio, nella sua Baviera, mentre nell' alzarci, per andare via, non manchiamo di convenire su Debussy.

Passeggiamo sul lungomare, discorrendo ancora di musica.

Perchè mai non le ho detto di come mi sia simpatetica la introversione splenetica di Schumann e di Brahms, mi chiedo, il delirio di impotenza di quest' ultimo?

Lei, come arpista, non ama affatto, mi dice, dovere suonare in un' orchestra, dove magari le può capitare di dovere attendere un' ora prima di un solo breve intervento.

E bisogna restare attenti per il tutto il tempo, tuttavia ciononostante...

Preferisce dedicarsi piuttosto alla musica da camera, e mi esprime tutto il piacere che prova nel suonare invece insieme a degli amici con cui ha costituito un gruppo, quando l' affiatamento voluto sia raggiunto.

Dev' essere senz' altro meraviglioso, non ho dubbi, anche perchè deve può pur richiedere un' alta intesa umana. E penso al Quartetto italiano.

Siamo giunti intanto all' altezza della gelateria artigianale più frequentata di Fertilia, lei mi chiede se può offrirmi almeno un gelato ed io accetto con piacere, stupendo la ragazzo al banco, quando trattengo in mano anche il cono che ha preso Erika perchè lei possa pagare per entrambi.

Ci sediamo a sorbirci il gelato a un tavolino all' aperto, ove lei si meraviglia della voracità con la quale l' ho già consumato, mentre lei è ancora intenta a sorbirsene il cuore di malaga e di uvetta.

Faccio allora per riprendere il nostro discorso, per dirle, variandone il tema, quanto sia diversa la mia condizione di scrittore dalla sua di interprete, io che solo con me stesso, di fronte al computer, devo dare forma al mio mondo.

Ma lei non se la sente di parlare di cose importanti fra quel chiasso volgare, mi prega di attendere che si sia levata per riprendere a passeggiare, una volta che abbia finito di consumare il gelato.

Quando riferendosi a delle giovani scollacciate dal trucco vistoso e con i capelli ispidi *di baccanti invasate: " Non amo quegli eccessi, mi dice, in Germania le donne non si truccano e si vestono a quel modo".

E ritorniamo sui nostri passi, avviandoci verso l'ostello, quando sotto i portici oltre la gelateria, ove alla luce dei bar susseguentisi subentra la penombra, improvvisamente trae il respiro in un grido che mi spaventa.

E' stato lo shock della puntura di un insetto? Si è ferita in un urto incidentale? Ha visto d' un tratto qualcosa che l' ha atterrita?

Ma nei suoi occhi non c' è terrore, nè sgomento, li spalanca invece un' emozione di stupore infantile, a un' apparizione

che l' ha resa eccitata dopo la sorpresa estatica (iniziale)*.

Guardo nella direzione dove è volto il suo sguardo, e capisco che l' abbia rapita d'incanto*, quando vedo un gruppo di suonatori tra le seggiole del bar di fronte, uno dei quali per la singolarità del caso è intento ad un' arpa.

" Permettete?" mi chiede, mentre come una bambina in preda a un raptus, è già oltre i porticati nella strada, si avvicina senza più fare caso ad altro ai suonatori.

Il suo sguardo è oramai tutto divenuto uno sfavillio rapito, in un' altra dimensione, tutto assorto unicamente nell' arpa che ha di fronte.

I suonatori, degli uomini anziani in fusciacca e bustino, assecondati da delle donne piacenti e vissute che ne cantano le canzoni, sono dei sudamericani, dei paraguagi, come si legge nelle iscrizioni dei loro strumenti.

Ed hanno appena finito di eseguire un il pezzo, che lei più che il coraggio, o l'ardore, ha l' impellenza irresistibile di chiedere a loro di suonare l' arpa.

Per questo deve tuttavia attendere che abbiano ultimato la canzone che segue, maliosa e seducente quanto musicalmente scontata.

Lei si mette allora all' arpa, tutta dedita (ad essa), ma lo strumento è diversamente accordato da quello da camera, e lei deve contentarsi di accompagnare, nei modi musicali più elementari, una canzone che i musicanti hanno scelto nel loro repertorio in quanto vi si presta.

Al termine lei sentitamente li ringrazia e ne rimane in ascolto, finché il trio non si accomiata.

Riavviatici per la strada verso l' ostello, sembra che Erika si sia infine *ripresa dall' emozione provata. " Certamente vi mancava l' architettura a quella musica, ma se ci si abbandona... piace e si dimentica quanto possa essere banale e scioccamente sentimentale."

Sedutici a un tavolo in disparte a parte, di fronte all' ostello, riprendo il discorso che con lei avevo lasciato interrotto.

" Forse è molto diverso il mio rapporto con la scrittura dal vostro come esecutori con la musica, di fronte a una platea di ascoltatori reali. Quando scrivo io sono solo in stanza di fronte al computer. Ma come accendo e s'illumina lo schermo, allora è come se mi si facesse tutto il mondo davanti.  Sono solo eppure è come se fossi entrato in contatto con l' intero genere umano".

Lei mi sembra che sia sconcertata.

"E' un' illusione, non c' è dubbio, ma è un' illusione ch' eppure vivo come una realtà presente".

Ma la giovane Erika, a quanto mi dice, è piuttosto sorpresa dalla rivelazione, che le schiara la mente, che anche per lei è così.

" Anche quando suono in casa , in effetti, è come se non fossi sola in stanza, ma avessi un uditorio davanti, che divenisse reale e presente e in ascolto appena io inizio".

" Ma per voi il pubblico questo diventa realtà effettiva, prima o poi, voi potete suonare o immaginare realisticamente di suonare in futuro ad una platea presente, mentre io, poiché sono talmente perfezionista che i tempi dello scrivere vanno oltre la mia vita, e non trovo chi pubblichi ciò che scrivo, debbo rassegnarmi anche se sarò letto, e se sarò letto, ad essere ascoltato solo quando sarò morto."

Ma ora vedo che lei ha difficoltà a trovare un senso a ciò che dico, a immaginare che possa importarmi un successo da morto, di godere poi una fama che non ho ottenuto in vita.

" Voi, cerco di farmi comprendere, mi dicevate di Beethoven, di come nella sua musica si ispirasse alla sua sofferenza. Anch' io compongo scrivo nella sofferenza, anche in questi giorni tuttora, pure se la mia pena non vi appare.

Di più, scrivere per me è permanentemente un pericolo e un esercizio mortale. Perchè posso sopravvivere al dolore che patisco e al quale mi sottopongo, nella sola misura in cui riesco a rappresentarlo con la mia scrittura.

E voi siete la prima persona a cui confido, qual è l' ultimo mio stato di soffferenza letale che ho trascritto. Ora io vivo da solo con un mio uccellino, un meraviglioso canarino. Potrà sconcertarvi, lo so, ma io sono giunto ad amarlo e lo amavo a tal punto, ancora il mese scorso, che sentivo di non poter vivere oltre la sua morte.

Ecco, io sono riuscito a reggere a tanta debolezza intima, perchè ne ho fatto la storia romanzata di un pensionato e di uccellino, di un anziano che l' amore di cui non è mai stato fino ad allora capace per nessun suo simile, menzognero e atroce, può infine provarlo per un uccellino puro e innocente nella sua assoluta grazia.

E l' uccellino muore e lui si uccide al posto mio".

Le taccio , così mentendole, la passione che sto vivendo per G., e che mi ha riassunto nel mondo umano.

( Quale sia) Il nuovo affronto mortale che sto affrontando, che è l' ulteriore ed ultimo esercizio di scrittura.

" Anch'io- lei si sforza in risposta di tradurmie nella sua esperienza- come voi sperimento questo quando suono. Mi concentro sulla partitura e la mia sofferenza cessa.

Si getta allora la sofferenza di fronte a sè e ce se ne libera."

" (Ma) E'pur sempre una cessazione provvisoria, in ogni caso, -io seguito a incalzarla.- Perchè tuttavia lo scrivere sia anche solo una terapia, insisto  non mi basta comunque esprimere il dolore, quasi che un modo valga l' altro, occorre che la mia scrittura pervenga a abbia una validità artistica, secondo una necessità interiore più forte di tutto.-

Anche se lei sembra stentare a capire che cosa vengo dicendole, sento che per il mio tramite sta raggiungendo il senso della stessa sua attività di interprete di cui è inconsapevole.

" Mi occorre, cioè, che le parole che dicono la mia sofferenza io avverta, quando le riprendo rileggo, che possono emozionare e comunicare ed esprimere il loro senso a chiunque, in quanto perchè sono riuscito a raggiungere la perfezione in tal senso, a trovare una corrispondenza tra le parole e ciò che ho vissuto come stato interiore, una felicità ( ch' è gioia) nella comprensione del dolore..."

"La verità, volete dire..."

" Si, le confermo, felicitato che nelle sue parole mi abbia infine raggiunto ed ultimato.

" E' così, debbo ammettere.-lei soggiunge- Non mi basta altrimenti fare musica. Anche a me occorre un' idea di ciò che esprime la partitura, e soltanto quando come interprete l' ho realizzata come interprete sono felice.

E mi ringrazia di quanto di intimo le ho detto di me, di ciò di cui ha potuto parlare con me soltanto ha potuto parlare nell' ostello.

Eppure che le ho mai detto? che ciononostante in lei ha adempiuto una rivelazione.

A venticinque anni, ancora, qual è la sua età che mi dichiara, anche tali discorsi sembrano occorrere: quando nella solitudine della sua camera sarà di nuovo solo con l'arpa, a che le sia chiaro che cosa infine intende conseguire col suono.

 

 

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