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Varanasi, 18 agosto 2005
Dall' hotel presso il quale la prima notte ho preso alloggio, non era molto distante il Manikarnika ghat. I luoghi della cremazione erano anticipati da alte cataste di legna, ammucchiate in prossimità degli ospizi dove si agonizzava, in attesa del rito di dissoluzione nell' assoluto. In alcune delle cataste sottostanti, che si vedevano dagli sporti delle sale superiori, il fuoco stava ultimando la consunzione del corpo depostovi, in altre aveva da poco iniziato il suo corso, sicché insieme con le membra sussistevano ancora gli involti dei sudari, e su di una pira un involucro laminato di fibre dorate attorniava ancora una testa, che giaceva reclina di lato rispetto al fuoco devastante, dal quale il tronco di quel cadavere era già stato consumato . Tutto si compiva nell' anonimato esteriore dei bianchi sudari dei defunti allineati sui roghi, mentre altre salme, avvolte in bendaggi preziosi e seguite da un corteo di parenti e conoscenti, continuavano a sopraggiungere su delle barelle di fusti di bambù , erano poi depositate sugli scalini lambiti dalle acque dal Gange, per esservi immerse e purificate nelle acque correnti prima dell' incenerimento. Il lutto non era ostentato da quanti componevano i cortei che si scioglievano lungo le scalinate, dai congiunti dei defunti che sostavano accanto alle pire, solo un uomo, senza scomporsi nel suo dolore, aveva sacrificato i capelli al taglio di un barbiere, rasandoli integralmente. Intanto dei nuotatori si tuffavano entro il Gange, nei loro magnifici corpi nudi, dei pescatori ne traevano le reti, altri ne setacciavano le acque. Su di una delle cataste, all'anonimato dei defunti, mediante l'occultamento delle loro sembianze, della loro età e del loro sesso, era sfuggito lo svelarsi del volto di un vecchio, dei suoi arti penzolanti dalla bassa catasta, indizio della povertà in cui era morto. Quando il fuoco vi è stato appiccato, le fiamme hanno iniziato ad arderne dapprima il busto, mentre il calore disfaceva i lineamenti del suo volto, lo raggrumava e lo fondeva in un'unica massa scura, lasciava sopravvivere la sola forma dei piedi penzolanti, intanto che il corpo restante si veniva carbonizzando. Quando sono sceso tra le pire dei roghi, un dalit stava provvedendo a smuovere la testa e quanto, ad essa attaccato, sussisteva ancora del tronco superiore, del defunto che era stato deposto sul rogo anche con il bendaggio esteriore più prezioso. Quel moncone incarbonito era rimestato con delle canne prelevate da una delle lettighe dei cortei funebri, perchè finisse ove il fuoco più divampava, ponendogli accanto dei tronchi ardenti. In un 'altra pira, quanto resisteva al fuoco era il busto inferiore, che appariva ancora carnificato e roseo sotto la carbonizzazione . Dal sudario di uno degli ultimi cadaveri sopraggiunti, è quindi comparso un meraviglioso piede giovanile. L'attacco del fuoco alla sua graziosa forma ne ha progressivamente annerito le carni, le ha consunte erodendole, ma quando già le fiamme si erano insinuate tra di esse e le ossa, nella vacuità che vi avevano prodotto, la bella forma resisteva ancora, nel profilarsi delle ossa di cui il fuoco lentamente discopriva il biancore. A seconda della quantità di legna consentita dalla condizione economica dei defunti e dei loro familiari all' accadimento del decesso, - centocinquanta rupie il costo di un chilo di legna- due, tre ore sarebbero occorse, o stavano occorrendo, per la consumazione sul rogo di ogni cadavere, finché non si fosse esso integralmente risolto in cenere, che in un vaso sarebbe stata affidata alle acque del Gange. Un giovane indiano che assisteva alle cremazioni mi ha chiesto che cosa ne pensassi: " Penso alle passioni, alla lussuria che vi finiscono in cenere". L'ho pregato di non farmi parlare oltre. Durante l'intera giornata di ieri, mentre seguitavo ad aggirarmi nei pressi delle scalinate dello Scindia e del Panchaganga ghat, tra la folla domenicale e il bestiame che li affollava , assistendo all' immersione festosa nel Gange di uomi i e buoi nell' umidore soffocante e nauseolento dei sudici vicoli della vecchia Varanasi, o ne sortivo per raggiungere i siti buddististici di Sarnath, in ogni volto e corpo ho seguitato a vedere il tizzone ardente in cui si sarebbe ridotto, e anche il meraviglioso volto del ragazzo di Sarnath ,
al di la del bancone del suo negozio, sfumava nel suo fantasma cadavere. Già in Manikarnika, al balenare del fuoco, avevo visto bruciare nel rogo le magnifiche carni di K, annerirvi lo slancio della sua foga sessuale. Non per questo mi sono fatto più umano e pietoso, più benignamente comprensivo, o soccorrevole, con i bambini che mi si facevano intorno e che non accettavano di ridursi a comparse delle mie inquadrature fotografiche, con i vecchi conducenti di ciclorisciò che dovevano allontanarsi nella sera desistendo dalla vana pretesa di potermi fare fare sul loro mezzo anche un solo tratto della strada che recava da Sarnath a Varanasi.. In Sarnath il mio viaggio si è concluso nel Parco dei cervi, ove per la prima volta venne formulato dal Buddha il discorso delle quattro nobili verità, sulla sete che tormenta la nostra esistenza in ogni suo attaccamento, prima che a divorarne le carni siano il fuoco o gli animali predaci. Prima che non resti più nient'altro che il karma inestinto, che ciò può valermi la mia volontà di ritrovarmi nel seno delle Sue acque con coloro che ho amato, che amo ancora senza fine, con il corpo e il volto magnificamente risorti dal fuoco di K.-
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