Alla ricerca del borgo perduto
Già in questa mappa rinascimentale è leggibilissima la configurazione del borgo di San Giorgio che si trasmetterà di mappa in mappa come la sua icona fantastica.: una cinta muraria turrita che si apre in una porta a Sud e in una a Nord, all' interno della quale si disloca una chiesa all' estremità di Sud Ovest, mentre le case si assiepano lungo la strada di raccordo tra le due porte, lasciando largo spazio a due ampie radure terrose.
Dalle immagini più attendibili del realismo ottico del Mantegna, nella Morte della Vergine, e dell'analiticità descrittiva delle mappe del Bertazzolo, e del Mortier, il borgo risulta invece più reticolato di strade e più verde di coltivi e di broli. La porta d'accesso al borgo per chi proveniva dalle campagne si apriva nel tratto a Nord Est delle mura del borgo e non era in asse con quella di fronte alla città, alla quale la ricollegava un duplice raccordo, uno che costeggiava le scarpate della cinta muraria orientale, ed uno che tagliava trasversalmente il borgo da Est ad Ovest, incrociando, con altre vie o viottole, un'arteria tra la porta del ponte e la principale torre settentrionale.
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Ma da un raffronto con la rappresentazione del borgo nella morte della Vergine del Mantegna, e con la mappa del Bertazzolo del 1596, nella sua riproduzione sottostante, possiamo desumere in che misura sia fantastica tale raffigurazione, che farà testo tuttavia nelle rappresentazioni successive del borgo
Gabriele Bertazzolo Urbis Mantuae Descriptio 1596, incisione su rame, 46x731 |
Sono dapprima state disposte in successione le immagini realistiche e attendibili del borgo di San Giorgio,
quindi delle sue immagini più fantastiche