all’ Indice
 
alla Pagina  d’accesso
 

5. La Mente e il Corpo, una sola e medesima cosa.

 Alla pagina del capitolo seguente :VI. Passioni. 

Le Tristezze.

     

 

 

…La forza e l’attività delle  affezioni,  che costituiscono gli effetti in cui è in noi immanente la potenza  delle loro cause esterne, è a sua volta determinata dal rapporto tra la potenza delle cause esterne e la nostra ( Etica III, 5).

…Le affezioni esterne innanzitutto possono modificare  o lasciare immutata la nostra potenza di agire( Etica III, Postulato I).

…Le affezioni che non sono azioni si distinguono pertanto in  affezioni neutre, che lasciano invariata la nostra potenza di agire,  ed in patemi d’animo ( gli Affetti propriamente detti), dai quali la potenza di agire è accresciuta o diminuita.

…A seconda dei rapporti di forza, le affezioni esterne non neutre che mutano la nostra potenza di agire possono modificarla in quattro modi fondamentali,  come Tristezze e Letizie moderate od eccessive.

Possono ostacolare o diminuire la nostra potenza di agire fino a distruggerla, oppure spingerla solo ad un eccesso  parziale, od aumentarla sino alle soglie della perfezione assoluta,.

In ogni modo producono sempre un identico mutamento nella Mente e nel Corpo.

Ciò che è azione nella Mente è infatti azione anche nel Corpo, e ciò che è passione nella Mente lo è anche nel corpo,  in virtù del parallelismo dell’ identità dell’ordine  dei modi degli Attributi ( Etica, II, 7; III, 2), in ragione del quale Mente e Corpo costituiscono una sola e medesima cosa espressa diversamente nei due Attributi della Estensione e del Pensiero

E’ una dottrina la cui originalità radicale, osservò Gilles Deleuze ( 1968, pg. 234-225 ),  consiste nel rovesciamento del punto di vista del principio  della moralità secondo il quale l’Anima agisce quando il corpo patisce, sostenuto già nella teoria dell’ azione reale di Descartes,

 

 come  successivamente nell’ occasionalismo di Malebranche

Nicolas Malebranche

e nella concezione dell’ armonia prestabilita di Leibniz

G.W.Leibniz

.

 

…Per Spinoza  l’unione di Corpo e Mente in un’identica cosa che agisce o che patisce,  non è come per Descartes un’ unione sostanziale, ma una unione modale,  costituita dal fatto che nell’ Attributo del Pensiero è data l’idea di ciascun uomo, come di ogni altra cosa, che ne è La Mente quale parte interna del Modo Infinito immediato dell’ Attributo del pensiero, in cui consiste l’ Intelletto divino ( Etica II, 12, 13).

…L’uomo, pertanto,  differisce dagli altri enti non già in quanto è la Mente del suo Corpo, ma per la differenza che intercorre tra la natura del suo Corpo e la natura degli altri Corpi, ed è soltanto in virtù di tale differenza, che la mente umana si distingue in perfezione dalla Mente dei bruti e delle altre cose naturali.

Pertanto per  ottenere una definizione adeguata e completa dell’ essenza  della Mente umana e dell’ Uomo, occorre prima conoscerne adeguatamente il Corpo nella sua struttura ( Etica III, 13 Scolio).

 …Per Descartes,  al contrario, siamo certi che la Mente, come cosa  in sé completa,  è una sostanza autonoma  distinta realmente dal Corpo, in quanto le caratteristiche mediante le quali noi concepiamo la Mente come sostanza, escludono le caratteristiche per mezzo delle quali concepiamo come sostanza invece  il Corpo.

 

 

Mentre in Descartes, inoltre, l’unione sostanziale  del Corpo e della Mente è una nozione confusa posta da un Dio inintelligibile, per Spinoza l’intellegibilità stessa dell’ unione della Mente e del Corpo in un’unica e medesima cosa consente l’ intelligibilità di Dio medesimo.

…Infatti, come “ l’identità della “causa sui” in ciascuno è ciò per cui gli attributi costituiscono una sola e medesima sostanza esistente in sé”, ( M. Gueroult, 1968: pg.238), ossia Dio, così l’identità causale è ciò per cui il Corpo e la Mente,  che ne è l’idea, in quanto sono un’unica Cupidità, costituiscono un’identica cosa in due Attributi diversi.

 
 

…La Mente, che è innanzitutto l’idea del  Corpo esistente in atto, la quale si sforza di affermane l’esistenza, solo per mezzo delle idee delle affezioni che patisce può avere le idee adeguate od inadeguate di sé, del suo Corpo, o delle cose esterne da cui è affetta,  non già può averle in forma di evidenze immediate ed indubitabili, da distinguere ed attribuire a ciò cui davvero convengono, come il Cogito e le nozioni primitive cartesiane ( Etica, II, 14).

“…l’idea che costituisce la natura della Mente umana non è, considerata in se solo, chiara e distinta come non lo sono neanche l’idea del corpo, né le idee delle Affezioni del Corpo umano, in quanto si riferiscono alla Mente sola…” ( Etica, II, 28, Scolio).

 
 
Avraham ben Yishaq da Granada
Sefer berit menuhah
Amsterdam, 1648 ( 63: III.C.49/1.C
 

 

all’ Indice
 
alla Pagina  d’accesso
 

a inizio pagina

Alla pagina del capitolo seguente :VI. Passioni. Le Tristezze.