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La confutazione spinoziana della concezione delle profezie di Mosè Maimonide |
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Per Maimonide, infatti, secondo la sua concezione della profezia, scopo supremo della rivelazione profetica era lo sviluppo stesso della vita speculativa. Il profeta è pertanto un filosofo, ed un filosofo superiore ad ogni altro nel campo della conoscenza. " Noi troviamo molti passi, tanto dei testi biblici che delle parole dei dottori, che insistono tutti su questo principio fondamentale, che Dio rende profeta chi vuole e quando lo vuole, a condizione che sia un uomo estremamente perfetto ( e veramente superiore) perchè per le persone ignoranti del volgo, questo non ci sembra possibile. Che Dio renda profeta uno di loro, non è possibile più dell' eventualità che faccia diventare profeta un asino o una ranocchia".( Guida degli samarriti, II, 32) Per Mosè Maimonide la profezia è dunque un'espressione della natura umana, nel suo grado di perfezione estrema , che è assai raro che possa attualizzarsi, ed implica la perfezione sia della mente che del Corpo, tanto delle qualità intellettuali e morali quanto della forza immaginativa Occorre una lunga preparazione per acquisire l'attitudine profetica, che vinca la resistenza del temperamento,
Quando un individuo umano sia pervenuto alla perfezione della natura profetica, solo un miracolo divino può impedire che possa diventare profeta a tutti gli effetti .La profezia è pertanto un'emanazione dell'Intelletto Agente divino che si espande sia sulla facoltà razionale che sulla facoltà immaginativa, in quanto l'intelletto passivo che lo recepisce - in conformità con l' opinione dello stesso Alessandro d'Afrodisia-, è strettamente connesso con le altre facoltà dell' anima, con l'immaginazione in particolare,
Per Maimonide l'immaginazione ha pertanto un'importanza fondamentale nella profezia
La profezia, che esprime il più alto grado di perfezione dell' uomo, richiede il più alto grado di perfezione della facoltà immaginativa, che a sua volta richiede il più alto grado di perfezione delle facoltà della parte del corpo che ne è il sostrato ( Guida dei perplessi : II, 36). Per profetare, la perfezione nelle scienze speculative o nei costumi morali, pertanto, sono condizioni necessarie, ma non sufficienti. Se l'emanazione dell' Intelletto agente si espande solo sulla facoltà razionale dell'uomo, senza investire la facoltà immaginativa, per scarsità del flusso o per deficienza dell' immaginazione, dà luogo, infatti, alla classe degli uomini di scienza, intenti alla speculazione. Se invece investe soltanto la facoltà immaginativa, per debolezza della facoltà razionale, che può derivare dalla originaria disposizione naturale del soggetto umano, o da un'insufficiente esercitazione, si ha la classe dei legislatori, degli indovini, degli auguri, di tutti coloro che fanno dei sogni veri. Solo quando l' Intelletto Agente si espande sia sulla facoltà razionale che sulla immaginazione, noi abbiamo la classe dei profeti ( Guida dei perplessi, II, 37).
Le classi dei Filosofi e dei profeti si distinguono in due ulteriori sottoclassi: quella dei filosofi che conoscono e che discernono soltanto, e quella dei filosofi che per una sovrabbondanza del flusso dal quale sono investiti , sono indotti ad insegnare agli altri e a comporre delle opere; analogamente esistono i profeti che sono soltanto resi perfetti come tali, e quelli che per un grado di flusso addizionale, , sono spinti a parlare al popolo, indifferenti al fatto di essere ascoltati o meno. Il flusso divino li muove senza lasciarli mai riposare, pur se hanno già patito sventure, fino a che, spesso, non trovano la morte assassinati ( guida dei perplessi, II, 37).
L'immaginazione. mentre nella veglia si limita a conservare le immagini delle cose percepite, a imitarle e a combinarle, nel corso del sogno, invece, allorché la sua azione non è preformata dai sensi, nel profeta svolge una funzione assai più nobile e grande, come, in grado minore, in tutti coloro che hanno sogni veridici e visioni. L'espansione dell' Intelletto Agente sulla facoltà immaginativa riattiva nel sonno i desideri e le preoccupazioni diurne, che nel profeta, a differenza degli auguri e egli indovini, sono precipuamente di ordine intellettuale, sicché il profeta, in schemi immaginativi, " non percepirà che cose divine molto straordinarie, non vedrà che Dio ed i suoi angeli, e la scienza che acquisirà non avrà per oggetto che delle opinioni vere e delle regole di condotta che comprendono le buone relazioni degli uomini gli uni on gli altri".( Guida dei perplessi , II, 36)
Egli profetizza successivamente non in modo discorsivo e dimostrativo, procedendo gradualmente dai principi alle conseguenze, ma per allegorie ed enigmi intuitivi di verità sublimi, di cui tanto nel corso della visione e del sogno, che immediatamente dopo, è in grado di percepire la significazione. La conoscenza profetica è così una conoscenza intuitiva che per la sua perfezione coglie immediatamente la profondità dell' Essere delle cose, individuandolo nelle conseguenze stesse dei suoi principi, e fornisce delle verità sublimi che superano le procedure e le prove dimostrative della filosofia.
Secondo Maimonide l'Intelletto in atto fu acquisito in modi profetici talmente sublimi da Mosè, più che da ogni altro profeta, poiché fu il solo che ebbe la facoltà di percepire immediatamente le cose nella loro essenza, senza enigmi od allegorie: Mosè poteva esercitare la conoscenza profetica ogni qual volta lo voleva, anche in stato di veglia, senza la mediazione di angeli. L'intelletto in atto, nell' astrazione delle forme intelligibili, in lui si identificava allora compiutamente con l'Intelletto Agente Universale, simboleggiato dall' Angelo Isim, il luogo delle forme di Aristotele, che per Maimonide è Dio medesimo nei suoi rapporti con l'uomo. Mentre per Spinoza il profeta, come si è visto, era un interprete dei "voleri" di Dio, un intermediario pratico tra Dio e gli uomini, ai quali egli Ne manifestava i decreti, per Maimonide la profezia è pertanto direttamente speculazione e solo indirettamente costituisce un insegnamento morale.
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