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  Le Profezie.

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Profeti e Teocrazia ebraica

 

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Costernazione e Superstizione

 

L'insegnamento generale che Spinoza trae dalle vicende strutturali della storia del popolo ebraico, in  merito alla autorità dei profeti,  è pertanto che al potere sovrano va riconosciuta la somma autorità sulle cose sacre,    che si deve riconoscere alla suprema potestà il diritto di giudicare intorno a ciò che è lecito. SE , infatti, questo diritto di giudicare le azioni non poté essere concesso nemmeno ai divini profeti, se non  con grave danno dello Stato e della Religione, molto meno si dovrà concedere a cloro che non sanno predire il futuro né sanno fare miracoli" ( Trattato Teologico-Politico, XVIII,  453).

Dal manoscritto della Moreh Nevukhim contenuto nella raccolta di Manoscritti Ebraici dell' Università di Leida, (Cod. Or. 4723)  
 
 
   
   
   

 

 

In base alle Scritture, Spinoza contesta pertanto ogni rivendicazione attuale delle funzioni di profeta, se implica che i teologi che la esercitano diventino uno " Stato nello Stato", quali interpeti privati della conformità con la religione del diritto e dell' azione del sovrano.

La Religione, che i profeti insegnavano come legge della loro patria, va pertanto separata dalla sua funzione di legge civile, e nella determinazione particolare e specifica del suo contenuto universale, ossia dei principi di giustizia e di carità, va subordinata alle norme della autorità sovrana,  che provvederanno a sussumere i doveri verso il prossimo alla salvezza del popolo.

" Onde segue che la salute del popolo è la legge suprema alla quale debbono conformarsi tutte le altre leggi,  sia umane che divine. Ma siccome è compito soltanto della suprema autorità di determinare ciò che è necessario alla salute di tutto il popolo e alla sicurezza dello Stato, e di imporre ciò che è ritenuto a ciò che necessario, ne segue che è compito della suprema potestà altresì di determinare in qual modo ciascuno debba esercitare verso il prossimo il dovere della carità, e ciò è in qual modo ciascuno sia tenuto ad obbedire a Dio" ( Trattato Teologico Politico, XIX, p. 466).

Dal manoscritto della Moreh Nevukhim contenuto nella raccolta di Manoscritti Ebraici dell' Università di Leida, (Cod. Or. 4723)  
 
 
   
 
 

Tale separazione si risolve in tal modo nel rovesciamento dei principi del regime teocratico, dai  quali i profeti  derivano la loro autorità  politica,  nei principi che sono alla base dello Stato moderno.

Se nella teocrazia il diritto civile si identifica con la Religione, e la potestà amministrativa è limitata dalla potestà legislativa, esercitata dai pontefici o dai profeti,  quali interpreti dei decreti di Dio, nello Stato assoluto, che Spinoza propugna,  la Religione acquista vigore giuridico solo in  seguito al decreto dell' autorità sovrana, e deve conformarsi  nei suoi insegnamenti pratici ai principi di utilità comune che decreta la somma autorità politica, che ne è pertanto l'interprete.

Dal manoscritto della Moreh Nevukhim contenuto nella raccolta di Manoscritti Ebraici dell' Università di Leida, (Cod. Or. 4723)  
 
 
 

" Perciò le supreme potestà odierne, le quali né hanno profeti né sono tenute per diritto a riconoscerne alcuno come tale ( dato che non sono vincolate alle leggi degli Ebrei), dispongono e disporranno sempre in modo assoluto di questo diritto, ancorché non siano celibi, purché non permettano che i dogmi della religione  crescano ad un numero eccessivo, e si confondano con la scienza". 

( Trattato Teologico-Politico, XIX, pagina 473) .

Dal manoscritto della Moreh Nevukhim contenuto nella raccolta di Manoscritti Ebraici dell' Università di Leida, (Cod. Or. 4723)  
 
 

 

 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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