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La determinazione
dell'autonomia reciproca di filosofia e fede, identificata nei
soli principi di verità universali dei dogmi di obbedienza,
che è lo scopo principale del Trattato Teologico Politico,
ed il risultato conclusivo della sua interpretazione delle
Scritture è l'intervento politico nella filosofia che vi
effettua Spinoza.
La negazione che l autorità
dei teologi sia speculativamente vincolante, oltre i dogmi di
pietà, e l'affermazione del supremo diritto di ciascuno a
giudicare in materia religiosa, fatti salvi tali dogmi, tende ad
impedire che l'asservimento della filosofia alla fede, o della
fede alla filosofia, ad opera dell'arroganza dei teologi o a
seguito del l' imposizione di leggi speculative discriminanti che
siano emanate dalle autorità civili , possa servire in
Olanda, ad esempio, alla costituzione di un blocco politico tra il
volgo superstizioso e miserabile, i teologi ambiziosi e le forze
criminali e retrive della feudalità, che se si compisse,
sovvertirebbe l'autorità sovrana repubblicana, che il
Trattato teologico politico intende invece sostenere, ed all'esame
ed all'approvazione della quale l'opera è sottoposta. a
L'effetto politico che tale
intervento intende esercitare, è che i lettori,
specialmente quelli che esercitano un'autorità politica
influente, “ che si dedicherebbero alla filosofia con
maggiore libertà, se non urtassero nell unico ostacolo di
credere che la ragione debba fare da ancella alla teologia”,
ai quali Spinoza confida che l opera “possa riuscire di
grandissima utilità” ( TTP, Prefazi8one, pg.6),
riconoscano la piena libertà di pensiero che la Fede
accorda alla Filosofia, la potestà che consente a ciascuno
di interpretare liberamente i dogmi di pietà necessari
all'obbedienza, e prendano atto dell'opposizione che invece
sussiste tra i dogmi di pietà e di tolleranza della
dottrina di salvezza dell'obbedienza insegnata dalle Scritture, e
le passioni malvagie e l intolleranza della Superstizione:
Soltanto riguardo
all'obbedienza od alla disobbedienza alle norme del diritto
pubblico che regolano l'esercizio umano della pietà e della
giustizia, gli uomini andranno pertanto riconosciiti eretici o
pii.
Da tale intervento è
ugualmente vanificato l'errore opposto dei filosofi che
pretendono, come Mosè Maimonide, di fare della ragione il
vero senso della Scrittura, addirittura “ matematicamente
dimostrata”, la loro pretesa di un'annessione delle
Scritture alla Filosofia, che ne sottoporrebbe l interpretazione
ad opera del volgo ignorante all'autorità esterna dei
filosofi, che talmente essi disprezzano o dileggiano, con quale
esito è fin troppo facile supporre
( citazione dal TTP, VII,
204).
Il volgo e i teologi che ne
condividono la Superstizione, sono troppo accecati per non
falsificare l opera stessa di Spinoza, al punto da fargli
auspicare che piuttosto l'ignorino.( TTP., Prefazione, pg.6).
La separazione di fede e di
filosofia, l'intervento politico nella filosofia del Trattato
Teologico-Politico, è peraltro il presupposto dello
svolgimento . Nella seconda parte dell'opera, da parte di Spinoza,
del suo intervento filosofico nella politica, che consiste nella
rivendicazione sia del diritto sulle cose sacre dell'autorità
politica per conservarsi, che dell'inalienabilità della
libertà di pensiero all'autorità sovrana, noiì
che nelle tesi della subordinazione della fede nei suoi atti di
culto esterno alle norme del diritto pubblico delle autorità
sovrane, che conformano tutte le azioni alle leggi supreme della
salute generale di tutto il popolo, e dell'emancipazione della
filosofia e del pensiero rispetto ad esse,
Tale intervento filosofico
nella politica, consiste insieme tanto nella dimostrazione del
supremo interesse delle autorità sovrane, per conservarsi,
ad assumere il diritto e l'autorità suprema circa le cose
sacre, e a rispettare nello stesso tempo il diritto di pensiero e
di giudizio dei cittadini, quanto nella dimostrazione della
conformità di tale prassi con l'insegnamento delle
Scritture.
La Superstizione subordina
invece o la filosofia all'istanza della lettera della Scrittura, o
la Fede alle elucubrazioni filosofiche di Platone e di Aristotele,
nelle quali secondo tali interpreti consisterebbe il vero senso
delle Scritture, mentre insubordina il potere ecclesiastico ed il
volgo incostante alla autorità politica sovrana.
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